di Enzo Sica (Cronache)
“Si chiude un’epoca”. Quattro parole di Alessandro Carini, figliolo dello storico giornalaio Pierino per sintetizzare la fine di un'epoca, la chiusura da una settimana della loro edicola ai quali erano affezionati tantissimi salernitani del Corso. Dopo sessant’anni, come ha ben evidenziato anche il collega Enzo Todaro, presidente dei giornalisti salernitani, il giornale non lo potremo più acquistare in questa edicola. Che era un po’ il simbolo di questa città e che nel corso Vittorio Emanuele, lato che porta a Piazza Portanova è stato sempre un punto importante per coloro che acquistavano quotidiani e riviste. Certo non sono più i tempi di una volta, oggi si legge anche poco, la crisi dell’editoria è palpabile ma Pierino, che purtroppo ci ha lasciato sei anni fa era davvero un grande esempio di chi aveva iniziato questo mestiere partendo dalla gavetta. Facendo inizialmente lo strillone proprio in Piazza Portanova vendendo i quotidiani agli americani (parliamo del 1946) e raccontava spesso a noi giovani cronisti che prendevano la mazzettadei quotidiani da lui che quando lo pagavano (in amlire) lui faceva in modo di non restituire mai il resto (che pure c’era) ma gli americani non capendo la nostra lingua andavano via con il quotidiano credendo che la cifra pagata fosse stata quella giusta. Ma lo strillone il buon Pierino lo aveva fatto anche all’angolo tra via Cilento e Corso Vittorio Emanuele un posto appetibile perchè c’era stata dapprima anche la mamma Carmela che aveva lasciato il posto a lui ancor giovane che poi, di li a qualche anno, con altri fratelli che nei Mercanti avevano aperto un’altra edicola (anche questa chiusa alcuni anni fa) si era spostato di pochissimi metri proprio per installare quella che sarebbe stata la sua seconda casa, questa edicola in Corso Vittorio Emanuele che lui curava con tanta passione anche maniacale e precisione. Sveglia prestissimo per l’arrivo dei quotidiani, vendita che iniziava subito visto che aprivano le banche, i negozi, tanti uffici, il tribunale a pochissimi metri. Ed era un via vai continuo perchè Pierino con il suo modo di fare si faceva voler bene da tutti. Dopo un frugale pranzo pomeridiano con la moglie, Maria De Sio che spesso lo sostituiva nell’intervallo, ritornava per fare la resa serale di quotidiani e riviste. Tutto questo in ben sessant’anni di duro e massacrante lavoro. Ma anche dopo la sua morte sei anni fa la signora Maria (che adesso ha 78 anni) ha voluto continuare l’attività. Lo aveva promesso a Pierino, al suo compagno di vita quando stava per lasciarci. Il figlio Sandro, le figlie Lina e Marcella, la cugina Lucia (una vera e propria stakanovista) hanno assecondato la mamma. “Dovevamo andare avanti, continuare il lavoro iniziato nel lontano 1960 da papà con enormi sacrifici – dice tutto d’un fiato Sandro – e la mamma che pur ha avuto degli acciacchi non ha voluto mai mollare. Poi qualche mese fa abbiamo capito che soprattutto la mamma non ce la faceva più. Speravamo di tirare avanti fino alla fine dell’anno ma poi siamo arrivati all’idea con le mie sorelle e la mia carissima cugina Lucia che è stata sempre al nostro fianco di mettere la parola fine a questa attività. Forse non c’entra neppure la crisi che sta attanagliando l’editoria per la mancata vendita dei quotidiani, Diciamo che soprattutto per dare serenità e anche tranquillità a nostra mamma che ha fatto tanto in questi anni da domani abbasseremo metaforicamente la saracinesca”. Fino ad ora non ci sono state richieste da parte di qualcuno per rilevale l’attività? Sandro è esplicito: “Abbiamo avuto qualche offerta nei giorni scorsi dopo che si era sparsa la notizia ma fin quando non faremo la resa di tutto l’invenduto che abbiamo ancora non possiamo dire se la ormai nostra ex edicola riaprirà nel prossimo anno”.
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