Il boom a cavallo del passaggio tra gli anni '90 ed il 2000 ma sono diverse le generazioni di studenti salernitani che tra un post scuola, un post assemblea e, inutile negarlo, un 'filone', hanno affollato gli interni e gli esterni del Bar Drop (divenuto poi anche parte integrante della Pizzeria Meg). Dal "Tasso" al "Da Procida" passando per il "Da Vinci" agli altri istituti del centro cittadino e non solo: il Drop è stato culla di amori, amori che fanno giri immensi e poi ritornano, organizzazione di serate e Mak P, tornei sportivi, riunioni tra pr, luogo di ripasso per le varie interrogazioni tra un trancio di pizza ed un Estathè e tanto ma tanto altro. A Dicembre ha affisso un cartello comunicando la chiusura momentanea per lavori di ristrutturazione e ferie ma, proprio in vista del Natale, ha invece abbassato per l'ultima volta le serrande, almeno per il momento. Un'attività che per Salerno, i suoi giovani e meno giovani ha significato molto.
"Premetto che la mia decisione di mettere in vendita il locale è dovuta a problemi fisici che mi imponevano di fermarmi. E', ahimè, il segno tangibile di come la burocrazia ha ucciso la movida ed il commercio a Salerno - ha spiegato ai nostri microfoni Angelo De Donato, originario di Vietri e ultimo titolare dell'attività rilevata dalla storica signora Annamaria quasi cinque anni fa - Per me è stato un colpo al cuore ma lavorare e anche bene non è stato abbastanza per poter dar ancora vita al Drop. Sono figlio di operai, un lavoratore, probabilmente avrei dovuto assumere l'imprinting da imprenditore ma non è il mio stile e soprattutto non rispecchia quello che sono io. Negli ultimi anni ho visto tanti spostarsi verso Cava e Nocera, tanti locali sfitti". Il gioco, purtroppo, non valeva più la candela: "Salerno è diventata una città da passeggio, non per ragazzi. E se oltre alle zone periferiche a risentirne sono anche le attività del centro, vuol dire che siamo veramente alla frutta. Basti vedere l'area di piazza S.Francesco dove ci sono giovani che hanno messo soldi per offrire luoghi di ritrovo ai cittadini soprattutto nel settore della ristorazione e della pasticceria ma la sera non c'è controllo e soprattutto pulizia. Se tornassi indietro, ci penserei due volte prima di avventurarmi in un contesto così complicato: l'esempio lampante è costituito dai pomeriggi del 24 e del 31 dove per mettere un pò di intrattenimento musicale se ne vanno non pochi soldi solo considerando i costi della SIAE. Chi vuole fare attività a Salerno, purtroppo, non è incentivato e tutto questo per me è triste e desolante". Ma la speranza, si sa, è l'ultima a morire: parallelamente alle trattative per la cessione degli spazi, il Drop è ben predisposto a qualsiasi proposta, collaborazione ed ingresso di soci che possano consentire all'ultima proprietà di riprendere le redini dell'attività e restituire un luogo cult a tutti i salernitani e non solo.
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