di Erika Noschese
La categoria degli odontotecnici letteralmente in ginocchio. Per loro, oltre il danno la beffa: secondo il decreto firmato dal presidente Conte lo scorso 11 maggio, infatti, potrebbero lavorare. Il problema è che, in questa fase particolare, il lavoro è totalmente inesistente. A denunciarlo è Nino Donatone, odontotecnico salernitano che racconta quanto sta accadendo nel suo settore.
Nino, cosa succede?
«Praticamente, la Regione ha istituito questo bonus di 2mila euro, destinato alle micro imprese. Hanno pubblicato i codici Ateco relativi alle imprese che avrebbero diritto a questo bonus e tra questi codici non risulta quello degli odontotecnici. Loro hanno giustificato dicendo che potevano accedere soltanto i codici Ateco che erano stati bloccati dal Dpcm dell’11 marzo 2020. Ovviamente, tra le attività essenziali rientra l’assistenza medica: tutti i campi medici potevano continuare la loro attività, nella fattispecie, noi odontotecnici possiamo lavorare solo ed esclusivamente con i dentisti. Gli odontoiatri hanno deciso di lasciare aperti i loro studi soltanto per le urgenze e le protesi non rientrano nelle urgenze. Così, io così come il 99% dei miei colleghi abbiamo i laboratori chiusi perchè vuoti, non abbiamo lavoro e loro non hanno tenuto in considerazione che è vero che noi siamo una categoria collegata all’attività medica ma è altrettanto vero che noi siamo chiusi, per mancanza totale di lavoro. Possiamo stare aperti, certo, ma per fare cosa se non arriva il lavoro?».
A quanto ammonta il danno che state subendo?
«Io l’ultima fattura, e quindi l’ultimo incasso, l’ho fatto il 27 febbraio. Purtroppo, non ho una cifra di quanto, in generale, si sta perdendo perchè ogni laboratorio ha una sua mole di lavoro e se volessimo fare una media sarebbe difficile, ma sicuramente decine di migliaia di euro perchè noi, in un periodo normale, avvicinandoci alle festività pasquali di solito aumentava un po’ il lavoro, poi c’era una discesa e poi si ricominciava fino a luglio. Il nostro lavoro va a fasi alterne. Ciò che fa rabbia e che loro ci hanno ritenuto un’attività che poteva lavorare ma siamo impossibilitati per mancanza di lavoro».
Avete sollecitato le istituzioni e gli organi competenti?
«Sì, assolutamente. Ho scritto alla Regione Campania e mi hanno risposto che la lista dei codici Ateco pubblicata era incompleta e questo mi aveva fatto ben sperare. Successivamente, loro hanno pubblicato un chiarimento e a domanda specifica hanno risposto che potevano accedere al bonus soltanto le imprese con codice Ateco inserito nel dpcm dell’11 marzo e il mio codice Ateco risulta tra quelli che può lavorare».
Oltre il danno, la beffa insomma...
«Se anche andassi al laboratorio cosa farei? Sono vuoti. Altro aspetto paradossale è che loro hanno stabilito anche un bonus per i professionisti e a questa categoria appartengono i medici. Sul sito della Regione Campania c’è scritto che a questo bonus possono accedere avvocati, notai, commercialisti e medici di cui fanno parte gli odontoiatri. Hanno messo un limite di fatturato basso, 35mila euro e al massimo può riferirsi ad uno studio dentistico che ha aperto da un anno, massimo due però vorrei capire: un professionista aperto da un paio di anni gli date la possibilità di ricevere mille euro e noi, che fondamentalmente siamo artigiani, non abbiamo la possibilità di accedere a questo beneficio. Ci sono contraddizioni e questo vale anche per i fotografi, ad esempio».
Alla Regione cosa chiederesti?
«Di rivedere questa decisione e di valutare che ci sono anche altre categorie che hanno bisogno di aiuto perchè la situazione è drammatica».
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