Solo a Salerno, 90 persone, di cui quasi la metà monoreddito, si trovano a non poter sostenere la propria famiglia perché senza lavoro. Sospesi,senza reddito e senza contributi, in ostaggio delle aziende che non intendono licenziare, in quanto poi garanti di TFR e Naspi di propria tasca. Una drammaticità immane, se di pensa che allargandoci, questo numero di persone arriva a 5000. È stato previsto un secondo bando, in cui dovrebbero entrare altre persone, con requisiti di 5 anni a tempo indeterminato, ma anche così sulla provincia di Salerno, di questi 90 dipendenti ne entrerebbero solo un terzo. Privati della propria dignità e del proprio lavoro, oggi si trovano ad impazzire perché con la pandemia in atto, seppur le aziende hanno richiesto gli ammortizzatori sociali riguardanti il covid 19 ma a loro non spetta in quanto già sospesi dal servizio. Padri e madri che non potranno più garantire una vita dignitosa ai loro familiari, perché non "aventi requisiti"riguardo l'internazionalizzazione dei servizi di pulizia e ausiliariato nelle scuole. Con la legge di bilancio del 2018, è stata approvata la proposta di rendere interni alla scuola i servizi di ausiliariato e pulizia che erano stati esternalizzati a ditte appaltatrici. Il 29 Dicembre 2019 sulla Gazzetta ufficiale,viene pubblicato il bando di concorso per l'internalizzazione di questi servizi fin'ora gestiti da aziende esterne. La platea di lavoratori e lavoratrici impiegati all'interno degli appalti è attualmente di 16000 lavoratori,ma con questo bando, i posti disponibili sono risultati 11.623. Per poter partecipare, i candidati devono avere dei "requisiti" di almeno 10 anni di servizio, anche non continuativi, purché siano compresi gli anni 2018 e 2019, con contratto a tempo indeterminato con le imprese titolari degli appalti, e purtroppo, molte persone non rientreranno. La vacuitá da parte di sindacati e Governo è palese,sia per una eventuale soluzione di continuità reddituale,sia sulla certezza dei licenziamenti,con un susseguirsi di posticipazioni di tavoli interministeriali per cercare soluzioni valide. L'unica certezza è che dal 1 marzo, non ci sono più appalti e quindi 5000 lavoratori non possono portare avanti le proprie famiglie con serenità,soprattutto i monoreddito che vivono di questo. Nonostante le svariate richieste messe in atto da questi lavoratori invisibili dapprima sui social, poi rivolgendosi con ogni mezzo a politici, stampa, televisioni locali e nazionali, il grido disperato di queste persone che lottano per la propria dignità, non si sente, anzi è come se non esistesse, come non esistessero.
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