In questi mesi è stato posto l'accento sui vari operatori sanitari salernitani impegnati, in special modo fuori dai confini regionali, nella lotta al Coronavirus. Ma il settore medico, ora come non mai, è in strettissima interdipendenza con quello biologico. Le tv e le prime pagine dei quotidiani sono inondate da visioni concordi o differenti sulle cause scatenanti ma per il lieto fine la soluzione è, invece, univoca: il vaccino. Tra le aziende specializzate che stanno portando avanti un lavoro certosino sul tema c'è la VisMederi di Siena che annovera nei suoi ranghi di professionisti la giovane biologa vietrese Linda Benincasa. Dopo la maturità classica conseguita tra i banchi del "Tasso", la dottoressa Benincasa ha conseguito la Laurea Magistrale in Biologia Sanitaria e il Dottorato di Ricerca in Scienze della Vita presso l’Università di Siena.
"Ho iniziato quest’anno, sempre a Siena, la mia prima esperienza nel settore malattie infettive, prevenzione e vaccinazione - racconta ai nostri microfoni - La mia scelta di lavorare in questo settore, in un contesto aziendale, è nata dalla voglia di trasformare le conoscenze teorico-pratiche acquisite nel percorso di formazione in esperienza concreta, ‘hands on’, al servizio della sanità pubblica. L’azienda in cui lavoro, VisMederi Research, è una realtà giovane, innovativa e stimolante dove più gruppi di ricerca collaborano allo sviluppo di test sierologici e virologici, test diagnostici per la valutazione dell’efficacia di nuovi farmaci, offrendo servizi di colture cellulari e management di trial clinici".
Un'esperienza impegnativa ma allo stesso tempo stimolante ed intrigante: "Fin dalla fondazione dell’azienda, il Prof. Emanuele Montomoli, CEO di VisMederi e professore ordinario di Igiene e Medicina Preventiva presso l’Università di Siena, ha rivolto particolare attenzione all’esigenza di testare vaccini influenzali, sia stagionali che pandemici, in modo da fornire un valido strumento preventivo al servizio della salute pubblica - prosegue Linda - L’emergenza sanitaria in corso ha sicuramente determinato un incremento delle attività di analisi e set up metodologici, che si sono aggiunte alle consuete attività di ricerca e sviluppo per virus influenzali e altre malattie infettive. Lavorare ai tempi del COVID-19 non è semplice. La necessità di mantenere le distanze e di rispettare il lockdown ha determinato grossi cambiamenti anche nell’attività di routine. Ciononostante la nostra attività non doveva e non poteva fermarsi, pertanto l’azienda ha messo in atto un piano di lavoro strategico e ben orchestrato che, nonostante le difficoltà del momento, ci ha permesso di continuare a fornire servizi rispettando le direttive ministeriali e preservando la salute di tutto lo staff. Per le riunioni piattaforme digitali, per la gestione delle attività un piano di lavoro aggiornato settimanalmente, turnazioni e smartworking e, indispensabile, una fornitura di dispositivi di protezione individuale a ciascun operatore per l’attraversamento degli spazi comuni, seppure con percorsi differenziati per minimizzare i contatti".
Ma come la sanità italiana sta reggendo il colpo, vista dagli occhi di una biologa? "Tiene botta. Una prima fase di smarrimento è più che fisiologica. Wuhan in primis e il caso lombardo poi, hanno sicuramente permesso alle strutture ospedaliere delle altre regioni di correre ai ripari quanto prima - aggiunge la dottoressa Benincasa - Dante diceva “saetta previsa vien più lenta”, se ti aspetti un colpo quando arriva fa meno male, perchè hai tempo di pararti. Difatti il progressivo e tattico adeguamento alle istruzioni di protezione e prevenzione del contagio hanno attutito il colpo, portandoci oggi a un graduale miglioramento della situazione sanitaria a livello nazionale. Confido non solo nell’ottemperanza alle buone norme igieniche e alle disposizioni ministeriali da parte di tutti noi cittadini, ma anche nello strenuo lavoro del personale sanitario e nell’impegno del settore ricerca per favorire un incremento ulteriore dei guariti e progredire gradualmente verso un sistematico approccio alla gestione del rischio presente e futuro".
In conclusione: "Sono orgogliosa di poter mettere le mie capacità al servizio dell’azienda per il bene comune sperando che, come una piccola goccia nel mare, anche il mio operato possa essere utile a ritornare alla normalità".
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