di Andrea Bignardi - L'Ora di Cronache
Come cambierà la movida? E' forse ancora presto per dirlo, ma sicuramente occorrerà dimenticare alcuni dei paradigmi che l'hanno contraddistinta nel corso degli ultimi anni. I cocktail bar del capoluogo, nell'attesa di una ripartenza che appare ora più che mai quasi impossibile o, quantomeno, a dir poco rivoluzionaria. Una marcia in più, probabilmente, l'avranno i locali con dehors o comunque quelli che garantiscono il maggior distanziamento sociale. Ad avere la peggio, invece, i bar tendenzialmente chiusi ed intimi. Come il Black Monday, il primo speak easy salernitano che ha fatto degli spazi ristretti e della convivialità coltivata al loro interno, un vessillo. "In questa fase per quanto riguarda la mia attività posso dire solo che è fondamentalmente molto difficile da conciliare con il distanziamento sociale - afferma il titolare Danilo Bruno - E' basata su rapporti di vicinanza anche molto intimi, data la situazione del locale". Vinceranno, dunque, coloro che sapranno sfruttare gli spazi all'aperto. Ma chi non potrà fruire degli ambienti esterni dovrà comunque provare a riscoprire l' "arte dell'arrangiarsi". "Si renderà possibile forse anche la prenotazione dei cocktail attraverso applicazioni specifiche o Whatsapp in modo da ridurre i tempi d'attesa e ridurre gli assembramenti al bancone ed ai tavoli - continua - sono idee che volendo si possono mettere in pratica, ma la condizione necessaria e sufficiente è che il locale abbia quantomeno uno sbocco all'aperto".
"Sicuramente dovremo organizzare i nostri spazi per cercare di lavorare il più possibile inserendo più tavoli possibili - afferma Michele D'Elia, co-titolare del popolarissimo Nice - Ma la capienza del nostro spazio sia interno che esterno resta tutto sommato quello: sicuramente ci aspetta una riduzione del lavoro che non so fino a che punto possa essere sostenibile e quanto possa attrarre la clientela". Ci si ritroverà, dunque, a fronteggiare da un lato i clienti che saranno scarsamente inclini a stare a queste regole, dall'altro alla necessità di sostenere l'azienda con queste restrizioni. "Pensare a un sabato con un quarto dei clienti non è affatto semplice, considerati i costi molto più elevati da sostenere". Uno spiraglio, in tal senso, potrebbe essere rappresentato dalla proposta, avanzata dall'assessore Dario Loffredo, di raddoppiare gli spazi a disposizione per il posizionamento dei tavoli. "Ma non può essere l'unica soluzione - aggiunge - Sarebbe utile per venire incontro sia alle direttive che a noi commercianti sostenere la possibilità di installare dei banconi esterni, altrimenti ci ritroveremo ad affrontare spese relative a due mesi perduti senza alcun supporto".
"Attendiamo un protocollo nazionale con le linee guida in modo da comprendere come adattarci. Ogni locale è diverso e si adatta in modo diverso - commenta invece Mario Ventura, titolare dell'Emmanuel Cafè, frequentatissimo bar sito sul Corso Vittorio Emanuele, a due passi da piazza Portanova - In questa fase di ripartenza chi avrà un dehor esterno potrà dare un servizio differente rispetto a chi serve i drink solo all'interno". Ventura, che è anche presidente di Fipe (Federazione Italiana Pubblici Esercizi), ha inoltre condiviso l'idea avanzata da alcuni esponenti della sua categoria e successivamente rilanciata dall'assessore Loffredo. "Valuteremo in primis di richiedere maggiore spazio laddove ce ne sia la possibilità - commenta - Poter godere di uno spazio maggiore, per i dehors che possano attivarlo può cosi garantire lo stesso numero di tavoli e di coperti. Seguiremo questo tipo di input che può sicuramente essere un'opportunità. Il problema vige soprattutto quanto riguarda gli spazi interni". Qualche perplessità resta ancora per la vendita al bancone, che sicuramente non sarà riattivata nel mese di maggio: anche il caffè sarà servito esclusivamente al tavolo in una prima fase. "Ci andremo piano i primi tempi, in primis servendo esclusivamente ai tavoli. In base all'andamento dell'emergenza e agli sviluppi dell'epidemia ovviamente si valuteranno i provvedimenti da adottare".
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