di Erika Noschese
L’emergenza Coronavirus ha sconvolto anche il mondo della scuola, in particolar modo per gli studenti che dovranno affrontare l’esame di stato. La modalità, ad oggi, sembra essere ancora incerta ma tutto lascia pensare che gli studenti dovranno affrontare un colloquio orale, in presenza. Ciò vuol dire, per l’appunto, che gli studenti dovranno far ritorno a scuola, per l’ultima volta, per conquistare il tanto desiderato – e in alcuni casi sofferto – diploma. A fare il punto della situazione e immaginare gli scenari futuri ai taccuini de "L'Ora di Cronache" è Carmela Santarcangelo, dirigente del liceo classico "T.Tasso" di Salerno.
Professoressa, ancora tutto ancora incerto. Cosa potrebbe avvenire? L’esame sarà in presenza?
«Si tratta di proposte allo studio della commissione istituita presso il ministero e io penso che le indicazioni del ministro siano indirizzate nel far sì che i ragazzi siano tranquilli e affrontino l’esame nelle migliori condizioni possibili vista la situazione di emergenza che stiamo vivendo. Sulla fattibilità dell’esame in presenza noi tutti dirigenti scolastici ci attrezzeremo laddove l’ordinanza dovesse dirci che gli esami si svolgeranno in presenza. Gli spazi ci sono ma alle volte sono relativi ad aule la cui acustica e il sistema è in qualche modo termico e penso alle palestre in cui poter tenere un’agevole discussione. Leggevo di una distanza del candidato di 4 metri almeno dalla commissione per non indossare la mascherina, cosa che sarebbe auspicabile».
Ci sarebbe comunque un rischio, secondo lei?
«Per quanto riguarda le disposizioni previste dall’ultimo decreto del 26 marzo c’è la necessità di ritornare, con tutte le precauzioni del caso, ad una vita normale: il mantenimento delle distanze di sicurezza, l’uso di tutti i dispositivi di protezione individuale previsti e le disposizioni del ministero della salute sono comportamenti di prudenza a cui noi tutti dovremo uniformarci, probabilmente finchè non sarà trovato un vaccino; noi dovremo abituarci a tenere questi comportamenti e in quest’ottica l’esame di stato in presenza sarebbe fattibile, non è improponibile ma è chiaro che emozionalmente non sarebbe lo stesso esame perché l’alunno che approccia all’esame di stato ha bisogno di sentirsi vicino, di stringere la mano alla commissione. Ogni anno, durante l’esame di stato c’è sempre stato il momento nel quale i commissari si sono avvicinati - magari per commentare un brano, per esprimere delle formule o per traduzioni – e quel rapporto verrebbe a mancare, sarebbe un esame freddo da questo punto di vista e penso anche all’abbraccio conclusivo del colloquio orale che, generalmente, termina con una stretta di mano o un abbraccio. Poi, c’è l’altro aspetto dei testimoni o degli amici che vorrebbero ascoltare l’esame e tutto questo dovrebbe avvenire nel rispetto delle condizioni di sicurezza. Per questo, immagino che anche il numero di chi potrà assistere sarà poi ridotto, in ragione dell’aula che accoglierà l’esame e noi prevediamo anche dei corridoi, disegneremo i percorsi per evitare che alunni o chi assiste all’esame possa camminare fianco a fianco. C’è poi il problema di chi dovrà far rispettare le norme perché ho letto che i collaboratori scolastici dovranno far rispettare il distanziamento; mi sembrano situazioni di tensioni nelle quali, poi, il rischio effettivo di contagio può diventare plausibile».
Per quanto riguarda le modalità per l’assegnazione dei crediti crede sia giusta?
«Assolutamente sì, è la nuova modalità dell’esame che ci sia un peso importante da assegnare al percorso scolastico degli allievi; percorso di cui i consigli di classe hanno sempre tenuto conto: i ragazzi che hanno la possibilità di conseguire la lode sono ragazzi che già durante i consigli di classe del terzo e quarto anno, hanno individuato tra le eccellenze e non possono non mantenere questo trend; chi non ha acquisito il massimo dei crediti al terzo e quarto anno, invece, chiaramente non potrà conseguire la lode ma questo al di là della modalità dell’esame».
Nessuna penalizzazione per gli studenti, dunque...
«Assolutamente no, non c’è nessun motivo di penalizzazione da questo punto di vista e ritengo di poter dire a tutti gli studenti che dovranno affrontare l’esame di stato di preparare il loro colloquio come un colloquio di modalità, legando il loro sapere a livello interdisciplinare lungo tutto il periodo di studi in cui mettere in evidenzia tutto ciò su cui i ragazzi, insieme ai docenti, hanno lavorato. Per questi ragazzi non è stato sconvolto solo l’ultimo anno di studi delle superiori ma anche l’avvio dell’Università perché se guardo un po’ all’esperienza dei maturandi, la prima cosa è il viaggio che fanno per ripagarsi degli sforzi e loro non potranno fare magari questo viaggio estivo o prepararsi comunque all’inizio dell’università».
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