di Giuseppe Vitolo
«Con profondo dispiacere devo dire che ho notato ancora molto timore da parte dei lettori ad entrare nelle librerie. La Regione Campania ha decretato la riapertura delle librerie con diversi giorni di ritardo rispetto alle disposizioni nazionali e i riscontri per le vendite sono ancora modesti. Ad oggi, l’aspetto positivo è la riattivazione della filiera». La scrupolosa analisi della situazione di stallo venutasi a creare nel mondo del mercato librario porta la firma di Diego Guida. Terzo in ordine di generazione di una ramificata famiglia di librai ed editori, il Dottor Guida è l’ideatore dell’omonima casa editrice Guida Editori. Un’entità di notevole prestigio e che ha radici profonde, sin da quando Alfredo Guida (nonno di Diego) divenne pioniere della cultura libraria nel napoletano, dando vita alla celebre libreria Guida sita a Port’Alba.
Un parere illustre, dunque, che esamina a fondo le dinamiche che hanno caratterizzato i due mesi più difficili della storia dell’editoria – e della cultura – nell’epoca contemporanea: «L’emergenza sanitaria ha radicalmente modificato il mercato – continua l’editore –, già asfittico di per sè, purtroppo. Il blocco delle attività commerciali per il distanziamento sociale e la conseguente chiusura anche delle librerie in tutta Italia ha messo letteralmente in ginocchio l’intera filiera del libro e della cultura, e non solo in Italia. Sono stati bloccati i rapporti con gli editori stranieri, ferme le intese per le cessioni dei diritti d’autore, annullata la programmazione delle novità editoriali, almeno fino al prossimo mese di giugno». Un mercato sinonimo di cultura, passione, progresso, fermo ai box in attesa della ripartenza del Paese. Tra i svariati settori che in questo difficile periodo risentono della crisi legata alla pandemia Coronavirus, la filiera del libro incarna i limiti di un mondo che già non godeva in antitesi di vita facile e che ha visto bloccarsi quegli introiti ridotti da un’emancipazione collettiva al genere cartaceo: «L’inattività delle librerie e delle biblioteche, che sono il terminale ultimo degli editori, ha generato per conseguenza anche la chiusura delle aziende di promozione e di distribuzione dei libri in tutta Italia, con la conseguenza di un blocco delle vendite di circa l’85%. Solo le vendite via web hanno aiutato, seppur per numeri praticamente risibili, le case editrici a mantenere un contatto con i lettori. Molte case editrici hanno fatto ricorso agli strumenti finanziari previsti dal DCPM Cura Italia, che però non ha ancora attivato le azioni previste».
Un vero e proprio grido d’allarme, che fa da spola a quello di tanti altri uomini di spicco del settore. L’editore Diego Guida, in un’ottica di potenziamento generale del mercato, rilancia quelle che potrebbero essere azioni concrete, in grado di riattivare una domanda momentaneamente stagnata: «L’attivazione di un bonus per dotare di risorse finanziarie le biblioteche pubbliche, comunali e scolastiche per l'acquisto di tutti i titoli prodotti dalle case editrici nel 2020, che garantiranno un beneficio per la comunità e soprattutto le fasce più deboli. Attivare una “Carta Libri” da destinare alle famiglie meno abbienti per gli acquisti di soli libri presso le librerie italiane. E, come avviene per le attività commerciali, è indispensabile dotare una quota del Fondo per sostenere le locazioni dei locali dei Piccoli Editori: per la gestione dei magazzini, delle sedi operative editoriali, in ragione delle superfici occupate semplicemente dimostrando di avere un contratto di locazione registrato».
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