In queste eterne giornate di lockdown abbiamo posto l'accento sulle più svariate sfaccettature del mondo sanitario che si è mobilitato in prima persona per la salvaguardia della popolazione. Ma c'è chi, sempre in prima persona ma dal dietro le quinte, consente a gran parte di quel personale di utilizzare gli strumenti adatti per salvare vite umane, che si tratti di Coronavirus o qualsiasi altro tipo di patologia. Lo sa bene la giovane dott.ssa salernitana Alessia Cirone, impegnata a Parma con la nota azienda Chiesi Farmaceutici.
"La mia scelta professionale è stata dettata dalla ricerca del benessere altrui e dal desiderio di contribuire a migliorare la vita delle persone che, per un motivo o un altro, hanno bisogno di una mano. Per questo, ho deciso di far parte di quel grande mondo che è la filiera della salute" - spiega Alessia ai nostri microfoni.
Un mondo, come detto, finito sotto la lente di ingrandimento quotidiano: "In realtà, questa quarantena non ha cambiato molto le abitudini nei confronti della mia famiglia poichè sono lontana da casa per lavoro ormai da circa 5 anni. Certamente, non è stato facile vivere questo momento durante le festività Pasquali, che sarebbero dovute essere un’occasione per ritornare dai miei affetti dopo tanti mesi - prosegue - Il mio lavoro non è cambiato, sono cambiate le modalità. Siamo stati suddivisi sin da subito in squadre di lavoro organizzate in turni opposti in modo tale da limitare i contatti tra colleghi e ci sono stati forniti tutti gli strumenti per proteggerci, come mascherine da utilizzare durante l’orario lavorativo, distributori di gel igienizzanti nelle aree comuni e soluzione sanitizzante per pulire la propria postazione. Nonostante la paura e la tensione mi sono recata in azienda tutti i giorni perché l’impegno verso i bisogni terapeutici della popolazione non può fermarsi mai. I pazienti non possono aspettare".
Su cosa verte principalmente la vostra attività? E su quali dati si sta orientando il vostro lavoro?: "Sull’assicurare la qualità e la sicurezza dei prodotti che vengono forniti ai nostri pazienti. Nonostante le difficoltà gestionali ed organizzative dovute alla situazione attuale, siamo sempre stati operativi durante la quarantena per riuscire a garantire la produzione dei nostri farmaci, molti dei quali salvavita".
In conclusione: "Vorrei esprimere profonda stima e ammirazione per tutto il personale sanitario che in questi mesi sta contribuendo a porre fine a questo momento tragico. Quando ci si è avvicinati al picco pandemico abbiamo vissuto momenti di forte apprensione temendo che il sistema non avrebbe retto a causa delle risorse limitate. Sicuramente, uno degli aspetti da rivedere sono i fondi dedicati a questa istituzione per aumentare il numero di personale e le strutture. Una delle cose che potrebbe essere potenziata invece, è l’assunzione di nuove reclute, così come è stato fatto durante l’emergenza, anche in una situazione di normalità, in modo da dare spazio ai giovani lavoratori".
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