Dopo Gaetano Scirea, morto nel 1989 in Polonia, la spedizione azzurra dei mondiali di calcio 1982 piange un altro dei suoi protagonisti. Paolo Rossi è morto questa notte, a 64 anni, a causa di un mare incurabile. Scirea e Rossi, due bandiere della Juventus della prima metà degli anni '80 e due trascinatori della nazionale in terra spagnola quando gli azzurri, tra corride e rincorse, domarono tutti gli avversari e alzarono la tanto ambita Coppa dorata. Rossi, di quel mondiale, fu capocannoniere. Scirea, di quella nazionale, quattro anni dopo in Messico, in un'edizione meno fortunata, ne fu il capitano con tanto di fascia sul braccio. Due uomini di cui Enzo Bearzot, commissario tecnico di quella epica squadra, si fidava e a cui aveva consegnato le chiavi del suo gioco e del suo spogliatoio. Rossi ricordò Scirea nel ventennale anniversario della sua morte, parlando alla Gazzetta dello Sport, con parole dolcissime: "Era il libero migliore mai visto, 20 anni avanti. Poi l'uomo, la cosa più importante: la morte spesso circonda tutto di retorica, ma tutto quello che si dice e' vero. Era un gentiluomo meraviglioso. Mi sembra di essere ancora con lui in hotel a Madrid, a parlare dopo la partita più importante della nostra vita". E allora, in questo nuovo triste giorno per il calcio italiano, forse questa e' l'unica consolazione: immaginarli ora a parlare di quel match, di quella finale, di quel mondiale e del sogno che fecero vivere a un Paese intero. (La Città)
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