I numeri non mentono. E, al netto delle dichiarazioni di facciata del day after una sconfitta sì attesa ma forse non di queste proporzioni, lasciano spazio alle riflessioni. Ce n’è uno su tutti che fa pensare, osservando i dati del voto nel salernitano al Senato: Fratelli d’Italia, da solo, è riuscito ad ottenere più preferenze dell’intera coalizione di centrosinistra con il Pd staccato di quasi 6% anche Movimento 5 Stelle. Un’autentica debacle, dunque, per i “dem” che in provincia avevano schierato “l’artiglieria pesante”, candidando sia nei vari uninominali che nei listini nomi forti vicini al governatore Vincenzo De Luca. E (quasi) alla fine dei conti, l’unico “democrat” del territorio che va da Scafati a Sapri a trovare posto in Parlamento è proprio il figlio dell’ex sindaco di Salerno, Piero. Tutti gli altri, da Luca Cascone a Fulvio Bonavitacola passando per Anna Petrone e Paola Lanzara, “restano a casa”. La caduta dei dem è chiara nei numeri anche a livello nazionale dove tira vento di rivoluzione con il preannunciato addio del segretario Enrico Letta che, adesso, apre a nuovi scenari. Succederà anche nel salernitano e in Campania? Solo il tempo lo potrà dire. Adesso, intanto, è l’ora della difesa. «L’esito elettorale finale dei collegi uninominali è stato decisamente condizionato da un trend nazionale favorevole ad una coalizione di centrodestra che, rispetto a quella di centrosinistra, ha saputo meglio interpretare il sistema delle alleanze imposte dalla legge elettorale. Sapremo essere all'altezza del ruolo assegnatoci dagli elettori, mettendo sempre al centro gli interessi della gente e delle nostre comunità. Rimbocchiamoci le maniche e rimettiamoci al lavoro», lo “scudo” del segretario provinciale dei dem, Enzo Luciano, mentre il commissario regionale Francesco Boccia ha già aperto a un possibile dialogo con il Movimento 5 Stelle.
Un risultato che, a livello locale come nazionale, non soddisfa. Non lo nasconde neanche De Luca junior: «Abbiamo poi il dovere di aprire una riflessione chiara e decisa al nostro interno, in vista del prossimo congresso. È necessaria una scossa che riparta, anzitutto, dai territori. Da chi ha radicamento e presenza reale nelle nostre comunità. E avviare una forte e netta discussione di chiarimento programmatico», evidenzia in una nota il figlio del governatore ringraziando in particolare gli elettori di Salerno e Avellino per il risultato conseguito. «Sono soddisfatto del risultato personale, che condivido con tutti gli elettori, offuscato però da un dato finale non rispondente alle aspettative della coalizione del centro sinistra e del Pd», sottolinea invece Gianfranco Valiante che non siederà a Palazzo Madama ma resterà sindaco di Baronissi. E anche a livello locale, adesso, si alza la voce di chi chiede un rinnovamento, un cambio di direzione. Fra i primi a farsi sentire il sindaco di Bellizzi, Mimmo Volpe: «Noi abbiamo perso. Punto. Abbiamo sbagliato strategia e alleanza. Ora bisogna avere il coraggio di ricostruire e parlare il linguaggio della verità. Ha vinto la Meloni e il centrodestra. Hanno tutto il diritto di governare». E fra gli alleati dei deluchiani si leccano le ferite anche i socialisti. Perché il segretario nazionale del Psi, il salernitano Enzo Maraio, resterà fuori dal parlamento. L’ex assessore del Comune di Salerno, infatti, era candidato nel collegio plurinominale Lazio P01 - che comprende i Comuni di Roma, Ciampino e Fiumicino - per il Senato ma il risultato portato a casa dalla coalizione del centrosinistra non è riuscito a far scattare l’agognato seggio a Palazzo Madama.
FONTE: La Città
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