di Cinzia Esposito
Questa mattina è stata inaugurata l’Università di Scampia. Una notizia che sarebbe stato impossibile leggere sui giornali di qualche anno fa, quando agli articoli su questa piccola area appartenente all’VIII Municipalità era sempre allegata un’immagine di qualche corpo disteso sotto un candido lenzuolo bianco macchiato di rosso. E invece, prima un concerto Red Bull, ora un distaccamento della facoltà di Medicina e Chirurgia della "Federico II" di Napoli. Da oggi gli studenti di professioni sanitarie cominceranno a seguire le lezioni da questa piccola area della periferia nord di Napoli.
Questo quartiere pare volersi prendere tutto. Togliersi finalmente di dosso il panno lercio che per anni l’ha ricoperta, l'etichetta di Gomorra, indossando finalmente il suo vestito più bello. Il merito - oltre che degli abitanti, certamente - è da attribuirsi a chi a Scampia, nel bene o nel male, ha voluto dare una possibilità. Ed è un discorso molto delicato, perché il confine tra speculazione e sincero sostegno è troppo sottile e, per chi la vive dall’interno, questo confine viene troppo spesso superato. Fortunatamente non è questo il caso.
Non si tratta di un evento che può essere frainteso, una serata che può dividere la percezione della popolazione, come è successo, per esempio, per il Red Bull 64 Bars. Tanti schermi alzati a fotografare un momento straordinario (inteso come extra ordinario) con le Vele, fotogeniche certamente, sullo sfondo di questa inedita scenografia. Una sede di una delle più importanti Università d’Italia nel cuore di Scampia, non viene percepita come una visita allo zoo. Ticket pagato e poi arrivederci e grazie. È un segnale molto potente di cambiamento, il mezzo attraverso il quale il quartiere cerca di aggiustarsi il volto, la cultura. Che sia davvero questo l’inizio del cambiamento? Che sia da qui che si parte per iniziare a immaginare luoghi di aggregazione sociale, spazi dedicati all’intrattenimento, alla cultura, alla condivisione?
Certamente si tratta di progetti utopici alla condizione attuale. Basti pensare che il progetto dell’Università di Scampia è stato approvato nel 2006, appena 16 anni fa, dall’allora Presidente della Regione, Antonio Bassolino. Ma non importa. Scampia è fiduciosa. Questo quartiere, i suoi abitanti, la gente per bene, non ambiscono a diventare meta turistica. È terminato il tempo del turismo dell’orrore, è ora di tornare a fotografare il tramonto su via Caracciolo, con il Vesuvio e Castel dell’Ovo a fare da cornice a questo spettacolo mozzafiato. E visto che da qui non è possibile - ma solo perché il mare è troppo lontano e dai palazzi non si scorge - venite a vedere la nostra Università. Di ritorno a casa, ai parenti potrete raccontare che il nostro riscatto è iniziato qui.
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