N.B. RICEVIAMO E PUBBLICHIAMO
Ha incontrato le Istituzioni del territorio, il Patriarca Ecumenico di Costantinopoli, Sua Santità Bartolomeo I, nell’ambito della visita in occasione della Traslazione delle Spoglie mortali di San Matteo. Sindaci, amministratori e rappresentati locali, dunque, questa mattina, 6 maggio 2023, presso il Palazzo Arcivescovile di Salerno, hanno accolto Sua Santità Bartolomeo I che ieri, 5 maggio 2023, si è recato per la prima volta nella nostra città. “Ci dà particolare gioia incontrare le Autorità locali che hanno a cuore il benessere dei cittadini di questo territorio, le sue bellezze ambientali, le peculiarità dei luoghi e lo splendore dei suoi monumenti. – ha esordito il Patriarca- Questa vostra città, porta d’accesso alla Costiera Amalfitana e all’incantevole Costiera Cilentana è ricca di storia, ricca di tracce di tutti coloro che sono passati nelle varie epoche, Etruschi, Greci, Romani, Ostrogoti, Bizantini, Longobardi, Normanni e testimonia una vitalità che arriva fino ai nostri giorni. Ce ne rallegriamo con voi. Non potrebbe essere altrimenti, perché venendo tra voi abbiamo appreso l’importanza che rivestono in questa città i monumenti ed i luoghi di interesse, religiosi, civili, militari, le fontane e le statue, gli acquedotti, i vari siti archeologici e le aree naturali, le biblioteche, i musei, la università, ricordando anche la famosa e antica scuola medica salernitana e ancora i festival e le fiere, che raccontano della allegria e della laboriosità della gente di queste terre”.
"Abbiamo appreso dell’impegno per una città pulita, ecosostenibile, della sua forza operante nel campo del turismo, dell’economia basata sulla agricoltura e sulle altre attività e soprattutto sulla industria tradizionale della ceramica e dell’alimentare, come di altri comparti industriali. - ha continuato Sua Santità Bartolomeo I - Ma la attrattiva paesaggistica e l’interesse storico e artistico-culturale della città e di tutta l’area rivestono senza dubbio il primo, forte e rilevante potenziale per il turismo. In quanto uomini e donne delle Istituzioni, che avete responsabilità di tutto questo, grande è l’impegno che certamente ponete per la salvaguardia di quest’area e soprattutto per il benessere dei Vostri cittadini”. Il Patriarca Ecumenico si è, poi, soffermato sui grandi sconvolgimenti mondiali, nonché sulla pandemia del Covid-19 che ha portato “in numerose comunità un senso di smarrimento, ha accentuato distanze interpersonali, ha provocato in persone fragili e vulnerabili dei veri attacchi di panico e di disperazione per il futuro, ha spesso creato dei vuoti emotivi nei giovani, che sono la nostra speranza per il domani, alimentando percorsi di vita non sempre positivi. Se gli effetti più tragici della pandemia sono passati, restano le conseguenze, per le quali saranno necessari anni di collaborazione tra Istituzioni Civili, Religiose e quant’altro, per recuperare il senso di comunità che è indispensabile per la crescita umana, sociale, antropologica, economica e religiosa di ogni società".
La guerra
Sua Santità ha quindi parlato anche del "diabolico conflitto, seguìto alla invasione della Ucraina da parte della Federazione Russa, che ha sconvolto non solo l’Europa ma tutto il mondo. Non era neppure immaginabile un conflitto di queste proporzioni nell’Europa del Ventunesimo secolo. Ancora più triste perché sono coinvolti due popoli fratelli, che hanno condiviso la storia del Ventesimo secolo e i secoli precedenti, accomunati nella maggioranza dei casi, anche dalla stessa fede Ortodossa. E questo ci addolora in modo particolare, perché il Cristiano non può mai pensare alla guerra come mezzo per risolvere questioni che potevano essere risolte con la diplomazia, con la buona volontà, con l’impegno di tutti, con la giustizia. Il nostro Patriarcato Ecumenico ha cercato e cerca di trovare ponti di dialogo, ma nulla ha potuto davanti a ideologie che nulla hanno di cristiano, se non il nome", ha precisato il Patriarca.
Ricordando l’emigrazione dall’Ucraina, la crisi energetica, del gas e del petrolio, fino a parlare della crisi del grano, in parte poi scongiurata, nei paesi più poveri del pianeta, Sua Santità ha, dunque, puntato l’attenzione "sulla distruzione di un intero paese, della sua economia, delle sue opere artistiche, dei simboli religiosi e culturali, del suo eco-sistema e principalmente la perdita di tante vite umane da entrambi i fronti, devono interrogarci continuamente su quale via si stia incamminando la società mondiale. Una società che non pone la dignità ed il valore della persona umana al primo posto è destinata a perdersi. Non possiamo arrenderci".
L’appello
"Se il Cristiano ha la certezza che le forze del male non prevarranno, e ha l’arma della preghiera, anche tutte le altre forze buone di ogni società devono operare, dialogare e collaborare per un mondo dove trionfi la giustizia, la pace, l’armonia, ossia la bellezza. – ha osservato Sua Santità, rivolgendosi alle Istituzioni - Voi uomini e donne delle Istituzione potete fare molto, tutti possiamo fare molto assieme. Se tutti operiamo nei luoghi dove siamo chiamati a operare, se siamo capaci di ricercare il bene per tutti, di condividere, di lavorare per una economia giusta, per la salvaguardia dell’ambiente e di tutto ciò che vi è in esso, per la dignità umana, allora potremo avere ancora speranza”. Il Patriarca Bartolomeo I, ringraziando per l’ospitalità le Autorità presenti, infine, ha citato il Concilio di Creta: “Siamo persuasi che, come collaboratori di Dio (1 Cor. 3,9), possiamo portare avanti questo comune servizio con tutti gli uomini di buona volontà, che amano la pace secondo Dio, per il bene della comunità umana a un livello locale, nazionale ed internazionale. Questo servizio è un comandamento di Dio (Mt. 5,9)" (Cap.A-4).
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