Lo sport è passione, vita. Lo sanno bene tanti ragazzi che si accingono a veicolare una qualsiasi disciplina per poter fuoriuscire dai problemi quotidiani. Ne sono consapevoli anche quei tantissimi atleti paralimpici che ogni giorno vanno oltre le proprie difficoltà e che spesso insegnano tanti valori anche ai loro pari (normodotati) e ai loro istruttori. Lo ha confermato anche Alfredo Trucillo insegnante di Tennis sia per allievi normodotati che paralimpici presso il CUS di Salerno che Salernoinweb.it ha sentito in esclusiva.
"La mia passione per il Tennis nasce all'età di 8-9 anni. - spiega Trucillo sul come nasce la passione - Era strano alla mia epoca perchè ero uno sport per persone abbienti e la mia famiglia non lo era ma passando spesso per i campi a Torrione mi fermavo a osservare chi giocava e così è nato dentro di me quest'amore per questa disciplina".
"Sono un insegnante di Tennis e lavoro per il Centro Universitario Sportivo di Salerno (il CUS a Fisciano, ndr). – a proposito di come sia arrivato ad allenare i ragazzi in ambito paralimpico - Il merito se mi sono avvicinato è il loro: il tutto è partito grazie a un progetto fatto dodici anni fa con i ragazzi con disabilità mentale che fisiche. Iniziata, quindi, un po' per caso ma con l'aiuto dei ragazzi e, poi, con un corso che ho frequentato mi sono specializzato nel Tennis in carrozzina. Attualmente siamo solo in due in Campania che esercitano questa disciplina: altri hanno il titolo ma non allenano".
"Si può iniziare, come per i normodotati, in età molto giovani (dai 6-7 anni) possono accingersi a provare questa disciplina - in merito all'età quando si può iniziare e sulle categorie presenti - Il Tennis in carrozzina, infatti, è diviso in due categorie: Open e Quad. La prima è aperta a tutti quelli cha hanno una disabilità agli arti inferiori, la seconda riguarda sia gli arti inferiori che superiori. Quest'ultima vede ragazzi/e con disabilità molto importanti. Non ci sono solo le carrozzine 'normali' ma anche quelle elettriche che permettono il movimento attraverso un joystick. La categoria più diffusa è quella Open".
"A livello regolamentare non ci sono differenze con il Tennis per normodotati. - così il tecnico Trucillo tra regole, opportunità e qualche difficoltà - L'unica opportunità è quella di far rimbalzare due volte la pallina, anche vista la bravura e la velocità degli atleti, spesso, non ce n'è bisogno. I miei ragazzi hanno fatto anche uno stage con l'allenatore della nazionale di Tennis in carrozzina Gianluca Bonasia, col quale c'è un contatto frequente perch' questi ragazzi sono delle perle perché è uno sport a livello paralimpico tra i più importanti ma è pur vero che, soprattutto in Campania, c'è una carenza di strutture, trovare circoli e c'è una difficoltà logistica per loro: trovare una struttura in cui è facile parcheggiare, senza barriere, con un bagno disponibile (riservato a loro). Quando troviamo, perciò, un nuovo allievo è davvero prezioso, come sottolinea lo stesso Bonasia".
Non solo difficoltà ma anche bei momenti per questi ragazzi: "Ci sono tanti eventi a quali siamo stati invitati abbiamo partecipato. Uno di questi al Circolo Tennis Napoli dove i ragazzi sono stati accolti con l'inno nazionale e trattati come protagonisti assoluti di quella giornata. La speranza è solo che ci sia un pizzico d’attenzione in più. L’ultimo evento, in ordine di tempo, si è tenuto dall'11 al 17 giugno. Il Comitato paralimpico italiano ha visto in me una figura che poteva occuparsi di questa sorta di 'campo estivo' presso l'Hotel Ariston di Paestum. C'erano tantissimi ragazzi, con diverse disabilità. Io curavo il settore Tennis ma erano presenti diverse discipline, dal calcio all’'tletica leggera, oltre al Tiro con l'Arco tra le altre. Un'esperienza molto bella in questa settimana, perchè non si finisce mai di imparare da questi ragazzi. Il target era dai 7 ai 25 anni e molti erano piccolissimi".
"Come ripeto spesso agli allievi normodotati è che bisognerebbe passare del tempo con questi ragazzi in grado di insegnare tanto, arrivando col sorriso per poi non abbandonarlo mai, nonostante le loro difficoltà come il tempo che trascorrono in strutture mediche o la giusta e comprensibile forte apprensione dei loro genitori. - queste le parole finali del maestro di Tennis - Io alleno la categoria Open che ricordo essere quella dei ragazzi con disabilità agli arti inferiori ma col tempo il gruppo si è allargato con ragazzi che hanno disabilità mentali. Obiettivo principale di questa disciplina è l'inclusione, ecco perchè questi ragazzi possono, in una struttura adattata (dopo 2-3 lezioni) palleggiare anche con ragazzi in piedi. Spesso interagiamo anche con studenti della facoltà di Scienze Motorie e per questo ringrazio nuovamente il CUS Salerno e l'Università degli studi di Salerno per avermi fatto iniziare questa bella avventura".
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