Tra gli eventi collaterali al ritiro della Salernitana in terra abruzzese, la convention "Il calcio di domani" ha tenuto banco questa sera in piazza Garibaldi con molti tifosi accorsi da Salerno. Il parterre d’eccezione, esperto dell’industria calcio, ha visto la partecipazione del presidente della FIGC e vicepresidente UEFA Gabriele Gravina, l’ad del club granata Maurizio Milan, Gianni Petrucci componente del CdA, l’allenatore Paulo Sousa e l’avvocato Francesco Fimmanò. Ha moderato l’incontro il direttore di L’Espresso, Alessandro Mauro Rossi. A margine dell’incontro di Rivisondoli, l’avvocato Francesco Fimmanò ha salutato con grande soddisfazione le future innovazioni nel sistema calcio internazionale come ripreso da SalernitanaNews: "Le norme andranno in vigore tra settembre e ottobre, rivoluzioneranno il calcio. Il calcio è industria in cui convergono interessi di diversi grandi fondi istituzionali e questi devono dar conto ai loro investitori, che sono gli stessi cittadini. Bisogna andare nella direzione giusta. Il calcio è una realtà straordinaria e oggi lo è diventato anche dal punto di vista industriale. Mi dispiace vedere la curva nord chiusa da anni a Salerno, fa piangere il cuore. E’ incredibile perché in questi anni come società vogliamo fare tanto, questa è una grave responsabilità non dei club o delle istituzioni del calcio. Diecimila persone a domenica pagherebbero da sole i lavori che servono per riaprire la curva: questa storia non va. Noi nelle infrastrutture vogliamo mettere le risorse e i soldi, di chi è colpa? La verità è che c’è un’organizzazione locale pessima a Salerno, come ovunque. Ma comunque noi come società non siamo colpiti da questo, la Salernitana è la cosa più bella che ci sia capitata nella vita. La prima norma rivoluzionaria è quella che riguarda i procuratori, perchè finisce un’era, quella dei conflitti di interesse e dei costi spropositati, delle cosiddette third parties ownerships, della mancanza di trasparenza con la nascita della FIFA House Claring, che è una vera e propria banca dove dovranno intervenire tutti i pagamenti. Gravina ha poi appena varato una norma importante, che riguarda il tema delle plusvalenze. E’ intervenuto lo Stato: le plusvalenze non sono più spalmabili nel caso in cui i calciatori stiano solo un anno. Con i nuovi squad cost non ci potranno essere più costi per calciatori e procuratori superiori al 90% del fatturato dall’anno prossimo, da quello successivo il limite sarà dell’80%, per poi arrivare al tetto del 70%. Il mercato italiano oggi risente per forza di cose di altri mercati, molti movimenti si fanno in relazione a movimenti che avverranno in mercati più importanti. Mi riferisco alla Premier League, che fattura quest’anno per diritti televisivi più di 10 miliardi di sterline. Una cifra sei volte superiore a quella dell’Italia, l’Inghilterra ha altre possibilità. Anche con la Champions League abbiamo visto che l’Italia si sta ritagliando in tutto ciò un segmento. De Sanctis è un astro nascente come direttore sportivo. Il mercato della Salernitana quest’anno sarà del tutto diverso da quello dell’anno scorso. Amo tutti i calciatori che ho visto giocate le ultime dieci partite. La Salernitana avrebbe potuto vincere le ultime dodici partite del campionato, sta in quella fase del ciclo in cui le grandi squadre cominciano a collocare lentamente i tasselli laddove servono. Bisogna in ciò ringraziare anche l’allenatore, è una persona che stimiamo molto. Bisogna attendere i momenti giusti".
Nuovo membro del CdA, Gianni Petrucci parla a tutto tondo: "Tutto il calcio mondiale é in affanno: si esagera quando si parla solamente di quello italiano. Il calcio é lo sport più rilevante per il PIL dello stato italiano. Le riforme servono sempre, devo dare atto a Gravina che sta lavorando in un momento molto difficile. Se voi pensate che quando andai alla Lega Calcio Professionisti, avevo ventiquattro o venticinque anni, ho vissuto al residence del Milan e si diceva una frase storica: che il calcio era più letto del Vaticano. Adesso il calcio italiano si é molto modificando portando molti cambiamenti: ad esempio i play-off, che ci sono anche nel Basket, oppure la moviola che nella Pallacanestro é l’instant replay. Il calcio ha fatto molti progressi. Gravina sta lavorando molto bene. Mi fa veramente piacere fare parte della Salernitana perchè c’è un entusiasmo straordinario: io ho avuto molte esperienze. Sono stato presidente del CONI, ho avuto un ruolo importante nel Basket e sono stato vicepresidente della Roma. Questa è un esperienza che mi fa ringiovanire. Il presidente Iervolino è un bene per la Salernitana, lui è una persona che può veramente fare grandi cose nella vita come già fatto. Ha ottimi collaboratori e manca più di un mese alla fine del calciomercato: non è che le altre squadre abbiano preso grandi giocatori. Per adesso si sta studiando il mercato e c’é ancora tempo. Io ho sempre detto, anche quando facevo parte del mondo del calcio, che è bruttissimo quando un procuratore dice 'il mio giocatore'. Per me questa è una bestemmia. La battaglia che sta conducendo in modo intelligente Iervolino vede tutto il mondo del calcio dalla sua parte. Queste sono battaglie che alla fine si vincono. Da alcuni mesi mi vedevo con la Salernitana per questo ruolo ed ho parlato molto con Iervolino. L’esperienza con il mondo della Pallacanestro non é ancora finita e seguirò i Mondiali: naturalmente non trascurerò la Salernitana e sicuramente vedrò il 5 agosto il Memorial per il fratello del presidente Iervolino. Io sarò a disposizione per la Salernitana per tutto ciò che mi chiederà. Naturalmente devo entrare in punta di piedi. La Salernitana ha grandi dirigenti ed é composta da persone di chiara fama ed esperienza per cui non posso fare il presuntuoso, essendo anche ultimo arrivato. Nella vita siamo tutti di passaggio e quindi tutto ciò che mi verrà chiesto sarò felice di darlo. Dobbiamo tifare tutti Salernitana. Quando divenni presidente del calcio ero ancora nel Basket e mi ricordo che presi Bianchini. Io ho sempre la doppia visione: mi ricordo che andai a parlare con Berlusconi per vedere se Sacchi fosse disponibile per la Nazionale. Prima lo presi e poi diedi le dimissioni. Questo qui non succederà perchè abbiamo un allenatore bravo come Sousa".
Interviene poi il presidente federale Gabriele Gravina: "Grazie a Danilo Iervolino e alla Salernitana per aver scelto di passare qualche giorno in questa meravigliosa terra che ha dato un abbraccio caloroso alla squadra. Oltre quarant’anni fa abbiamo lanciato l’industria del turismo sportivo, in un periodo di difficoltà del terziario. È stata un’intuizione legata alla capacità di rivoluzionare dall’interno un modello economico che ha mixato tutto ciò che ci può essere di materiale, relazionale e spirituale. Oltre all’idea di creare ricchezza c’è un messaggio legato a una forza straordinaria che è la speranza. Quando dai un’idea progettuale (e la Salernitana sta dando un’idea tangibile in questo senso) metti insieme intelligenza politica a dolcezza della passione civile di tutti coloro che oggi a livello di imprenditorialità e sensibilità mettono a disposizione di quelli che vogliono vivere questa terra dell’Alto Sangro. Ci troviamo in una situazione in cui il Lecco è in Terza Categoria solo perchè non ha lo stadio mentre il Brescia, i cui tifosi hanno saccheggiato il loro stadio perché sono retrocessi, si ritrova in B. C’è qualcosa che non va…L’indebitamento consolidato del calcio è di 5,6 miliardi ed è cresciuto del 4,4%. È diminuito anche il valore della produzione. L’industria comunque è trasversale, ha dodici settori merceologici e conta una partita ogni 55 secondi in media. Mi preoccupa il rapporto tra il valore della produzione e il costo del lavoro. Se lo valutiamo al netto delle plusvalenze arriviamo al 90% in A e al 104% in C. Ci siamo cullati nel rincorrere in maniera errata un concetto che in economia di mercato oggi è sbagliato, quello della crescita. Abbiamo abbandonato quello dello sviluppo sostenibile. In Italia ci sono tante catene, dobbiamo fare in modo che per la parte in capo al Governo ci siano progressi: quello che è avvenuto al decreto crescita noi lo applichiamo ai calciatori. È come se applicassi il concetto al mio capannone e non lo posso fare. Il calciatore è un mezzo di produzione, per questo c’è rincorsa a tesserare sempre più stranieri e siamo arrivati a numeri non più sostenibili. Qualche presidente importante di Serie A si vanta dell’aver ottenuto una rateizzazione. So benissimo che in pandemia e nel post a vantaggio di alcuni settori ci sono stati provvedimenti importanti ma i problemi non si risolvono rinviando di 5 anni la copertura delle perdite o rateizzando il debito fiscale. Stasera qui c’è una società virtuosa, non è giusto alterare il valore dell’equa competizione: facciamo un piano industriale come FIGC, qualcuno ci supporti affinché tutti i club partecipino tutti nello stesso modo e non che chi paga retrocede e chi non paga a volte vince. Siamo pronti, sarà un campionato importante. Riparte con alcune modifiche nell’asset delle forze geopolitiche nazionali. Come sappiamo, qualcosa che è cambiato nella geografia calcistica e questo rende il campionato ancora più affascinante. Ci sono realtà medio-piccole che si stanno attrezzando in maniera molto attenta. Alcune realtà stanno sopperendo alle capacità economico-finanziare rilevanti dei grandi club con l’ingegno e la progettualità. Qui questa sera c’è una di queste, la Salernitana. Il calcio vivrà un’estate abbastanza infuocata nei tribunali, per ragioni che prima o poi dovremo affrontare in maniera decisa. Nel calcio si vince ma si può anche perdere e quando si perde bisogna dimostrare di aver assimilato il senso della sconfitta, che non piace ma va accettata. Pensare che ogni anno i campionati italiani debbano subite un impatto negativo per colpa di chi ha perso e attende riammissioni o ripescaggi non fa bene allo sport e ai suoi valori. Oltre a fare un danno al brand del calcio italiano, proprio quando stiamo cercando di valorizzarlo. Ho letto che mi incolpavano di non aver evitato che i calciatori lasciassero la Serie A per andare in Arabia Saudita. Di giocatori che hanno giocato in Italia sono andati via due: Milinkovic-Savic e Brozovic, che comunque si sarebbero trasferiti altrove. Mi sembra strano, perché qualche anno fa nessuno si è meravigliato che circa 72 giocatori sono andati in Cina oppure in America. Non riesco a capire questa preoccupazione. Il calcio, ormai, è un fenomeno globale".
"Siamo molto convinti che la sostenibilità sia l’elemento cardine. - ha esordito Maurizo Milan, ad del club granata - Le ambizioni vanno perseguite, ci vuole però una sostenibilità a medio lungo periodo. I conti di un’azienda devono stare in ordine per dar seguito a progetti ambiziosi. come li abbiamo noi. Vogliamo perseguire un modello sostenibile ma aperto al territorio. Si possono far sognare i tifosi anche con sostenibilità, se non si è sostenibili la gioia poi dura poco. Le nostre ambizioni avranno delle risposte anche nell’immediato per questa nuova stagione calcistica. Anche i diritti tv sono importanti per la sostenibilità. È un tema che stiamo affrontando, avremo un’assemblea mercoledì per tirare una riga sulla negoziazione. Come club siamo convinti che sia giusto andare nella direzione della media company. È un’apertura intelligente, strutturata e sostenibile, attraverso i fondi internzionali che possono portare benefici ai club e anche al sistema calcio in materia di infrastrutture che sono carenti. Siamo arrivati in zona recupero, si troverà una quadra. Sono convinto che i tempi siano maturi rispetto ad un anno fa. Non siamo calmi sul mercato, il nostro ds De Sanctis e i suoi collaboratori sono operativi sempre. Non c’è un timing per gli acquisti, dobbiamo affrontare un campionato difficile che deve darci la salvezza. Stiamo operando con attenzione e determinazione, non so se è questione di ore e di giorni per i primi arrivi. Vogliamo portare avanti un modello sostenibile e che abbia un rapporto costi ricavi che vada nel breve tempo sul 70 e 30 e poi sul 90 e 10. Se non si raggiunge la sostenibilità si guarda solo breve termine. Essere sostenibili non significa non essere ambiziosi e non far sognare i tifosi. Il nostro modello deve essere simile a quello di grandi club come l’Ajax con giovani portati dall’academy alla prima squadra, lo hanno replicato in Italia Sassuolo e Atalanta. Le cose sostenibili non si fanno in un mese, ci vuole tempo. Ci vuole poi un rapporto osmotico col territorio, sia qui che a Salenro. Vogliamo creare un club aperto e che faccia dello sport un momento attrattivo per la gente. Stiamo attuando un piano per una sport city life per promuovere anche altre discipline sportive. Lo sport è cultura e noi siamo per la cultura inclusiva. La sostenibilità è l’elemento cardine, ovviamente essendo competitivi. Dobbiamo agire salvaguardando i risultati sportivi che sono l’elemento cardine. Operiamo in un contesto malato, dobbiamo avere l’ambizione anche all’interno della Lega Calcio. La sostenibilità e i diritti tv devono essere all’ordine del giorno. Bisogna trovare quella stabilità per mettere in campo una squadra competitiva ed essere integerrimi nel portare un modello in cui creiamo tanto e sul quale vogliamo essere lungimiranti. Bisogna credere nella battaglia, bisogna andare avanti ed essere ambiziosi per costruire una squadra competitiva, senza scendere ad alcuni compromessi. Il settore giovanile granata - puntualizza - è in costruzione, rispetto al nulla di quando siamo arrivati. Nel nostro percorso incide il modello culturale da inculcare nel settore giovanile. Vogliamo creare un’osmosi tra la società e l’educazione del ragazzo, abbiamo le idee chiare in un percorso in cui siamo all’inizio. Incideremo anche con il nuovo centro sportivo. Siamo in una città meraviliosa, ma carente per infrastruurre sportive. La quesitone curva nord riflette la scarsa attenzione verso lo sport. Siamo partiti con investimenti importanti per le strutture, abbiamo settanta persone che lavorano in staff per le nostre squadre, dall’Under 10 alla Primavera. È un percorso inizialmente faticoso ma ci siamo. Abbiamo la fortuna di avere una personalità forte come mister Sousa che è un pilastro sul quale stiamo costruendo il nostro modello".
Chiosa affidata proprio al trainer portoghese Paulo Sousa: "Dobbiamo cercare sempre di giocare palla, creare quante più occasioni da gol è possibile. Dobbiamo trasformare le paure in convinzione di poter vincere. Lavoro tutti i giorni su questo, per dare concetti chiari che portino a essere sempre protagonisti e padroni della partita. Quando non riesci ad avere la palla devi mettere pressione agli avversari, essere più vicino alla loro porta. Io vedo il calcio come la mia vita. Giochiamo come ci alleniamo, come viviamo. E allora pensiamo a vincere con valori concreti per portare la Salernitana in alto. In tanti campionati non viene concessa la possibilità ai talenti dei propri vivai perché i presidenti quasi sempre hanno un’altra idea di competitività. Il calcio giovanile deve ridurre il gap con quello professionistico. I club più importanti investono su giocatori già formati, magari stranieri, pur avendo infrastrutture, qualità umane, insomma tutto il necessario I ragazzi dei loro settori giovanili sarebbero pronti per esordire, è una questione esclusivamente di visione delle società. La crisi non è solo economica ma di valori e dobbiamo lavorare sulle nuove generazioni. Solo così il calcio sarà migliore tra qualche anno. Ai miei tempi in Portogallo sono stato fortunato, c’era un campionato riserve in cui i giovani erano integrati con i professionisti e io giocavo due partite alla settimana, una con quelli della mia età e le riserve, l’altra in prima squadra. L’Olanda - ha concluso - da tanto tempo lavora molto sulla base, più del 70% di quel che guadagna con la prima squadra lo investe sulla base, su infrastrutture e risorse umane".
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