di Massimiliano Catapano
Nella quiete della notte tra sabato e domenica, il lungomare di Santa Teresa si è trasformato nel palcoscenico di un atto di vandalismo che lascia la comunità in una profonda costernazione. Un nuovo pezzo della spalliera in legno, orgoglio della recente ristrutturazione della passeggiata marittima, è stato brutalmente danneggiato. Segni di una violenza cieca, attribuibile a quella che sembra essere l'espressione di frustrazione profonda e di disagio sociale. Non è solo il legno spezzato a rendere la scena desolante. Alberi abbattuti, arredi urbani lanciati in mare, panchine sradicate: ogni elemento sembra raccontare la stessa storia di abbandono e di mancanza di rispetto per un luogo che dovrebbe essere simbolo di bellezza e di condivisione comunitaria.
Il lungomare di Santa Teresa, che dovrebbe essere un invito alla tranquillità e al piacere della natura, si ritrova ora vittima di un'aggressione che va oltre il danno materiale. È un attacco al senso di appartenenza e alla volontà di preservare i beni comuni, che appartengono a tutti i cittadini e che tutti i cittadini hanno il dovere di custodire. Di fronte a questo scenario, emerge la necessità di riflettere sulle misure di sicurezza e sulla gestione degli spazi pubblici durante le ore notturne. L'ipotesi di una chiusura notturna, seguendo l'esempio della vicina Villa Comunale, diventa una strada da considerare seriamente. Una misura che, pur con le sue limitazioni alla libertà di fruizione degli spazi, potrebbe rappresentare un passo necessario per garantire la protezione del lungomare e, più in generale, della qualità della vita urbana.
L'atto vandalico diventa così un campanello d'allarme che non può essere ignorato. È un invito a tutti i cittadini di Santa Teresa a partecipare attivamente nella vita della comunità, a riconoscere il valore degli spazi condivisi e a collaborare per la loro tutela. In questo momento di sfida, è fondamentale unire le forze, promuovere il dialogo e la comprensione reciproca, per superare insieme le difficoltà e riaffermare il diritto alla bellezza e alla serenità dei nostri luoghi comuni.
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