Continua la lotta serrata al vertice del girone B del campionato regionale di Serie D. La Pol. Talete tallona ad una lunghezza di distanza la Luiss e dopo il blitz esterno sul campo dello Sporteam12, ospita nel prossimo turno la Duemila12 G1 penultima della classe con il chiaro intento di fare bottino pieno senza sottovalutare le avversarie. Ne è ben consapevole Martina Natalicchio che dipinge il ritratto della prima parte di stagione della formazione capitolina: "Abbiamo una squadra molto eterogenea, sia per età che per esperienza. Non è stato, infatti, facile trovare l'equilibrio e l'armonia necessari per ottenere la coesione di squadra necessaria per avere risultati in campo nonostante nella nostra squadra ci siano individualità dalle forti abilità e con molta esperienza anche ad alti livelli come il nostro capitano Rossella Verde, il nostro opposto Ludovica Chiodo e il secondo martello Alessia Aurigemma. La mancanza di alcuni ruoli e la differenza di età inizialmente ha reso difficile mantenere gli equilibri in campo ma con il tempo siamo riuscite a creare una buona coesione, le nostre molte giovanissime hanno iniziato ad emergere e a dare il loro importante contributo alla squadra e i risultati si sono visti. Stiamo continuando su quest'onda ma non possiamo adagiarci sugli allori, dobbiamo continuare a lavorare in questo senso e tanto, sotto la guida del nostro allenatore per poter raggiungere partita dopo partita il nostro obiettivo di squadra e superare i match più ostici".
Agli impegni in palestra, Martina abbina quelli del quotidiano: "Conciliare lavoro/studio con l'attività sportiva non è mai stato un problema, richiede sicuramente un po' di impegno e sacrifici in più ma chi come me gioca a Pallavolo da un po' di anni è ormai abituato ad essere organizzato e solitamente gli orari di allenamento consentono di avere tutta la giornata per svolgere al meglio le attività lavorative o di studio. Basta solo un po' di forza di volontà. Personalmente lo scorso anno per alcuni motivi non ho giocato ma essendo stata abituata ad uno stile di vita che comprende lo sport, ho riscoperto le mie giornate molto più caotiche e meno produttive rispetto a quando gioco a Pallavolo", sorride.
Il mito giapponese in tv come molla di una passione contagiosa: "Provengo da Bitetto un paesino dell'entroterra pugliese, dove quando ero piccola era ancora possibile lasciare noi bambini a giocare nelle stradine del vicinato di casa, la passione per la Pallavolo è nata li cercando di imitare Mila e Shiro semplicemente legando un filo tra due pali della luce facendo finta che fosse una rete. Così tra un gioco e l'altro mentre crescevamo e gli altri miei amichetti si avvicinano ad altri sport io decisi di voler iniziare per davvero nella società di paese il mio percorso pallavolistico, con lo scetticismo iniziale dei miei genitori che in seguito però vedendo la mia volontà di perseguire questo sport mi hanno sempre supportata negli anni a venire.
Non ho deciso io il mio ruolo, fu il mio allenatore dell'epoca a scegliere in base alle mie attitudini, in seguito li ho provati quasi tutti però mi sento di dire che quello a cui sono più legata è quello attuale, il martello. Mi è sempre stato detto che non essendo molto alta fare il libero mi avrebbe portato più soddisfazioni rispetto al martello e molto probabilmente sarebbe stato vero ma sono un martello e mi sento a mio agio in questo ruolo che mi ha comunque portato molte soddisfazioni negli anni".
Diverse le esperienze significative da annoverare tra le storie in evidenza così come i legami extra campo: "Ricordi sportivi ai quali sono molto legata ne ho tanti, in particolare due campionati vinti in passato quando ero ancora una giovanissima con delle squadre in partenza sfavorite ma che con il tempo, e grazie anche all'aiuto delle compagne più grandi che mi hanno insegnato davvero molto e dell'allenatore, ci permisero di raggiungere risultati all'apparenza impossibili e la gioia di vincere in quelle situazioni è impagabile. E' per questo che reputo veramente importante il gioco di squadra anche se dovessi stare in panchina l'intero campionato. In questi anni tante persone hanno lasciato il segno, comprese alcune che giocano in squadra con me attualmente ma c'è un allenatore detto "Donatone" a cui devo molto e che mi ha insegnato tanto su questo sport, sul gioco di squadra e sull'umiltà e l'impegno che pagano sempre in campo e fuori dal campo. Personalmente rifarei tutto, soprattutto mi ritengo fortunata, quando sono approdata a Roma per motivi di studio ad aver trovato la società del Talete a cui sono molto affezionata e che mi ha permesso di conoscere tante nuove persone speciali con alcune delle quali ho stretto anche rapporti di amicizia importanti".
Testa focalizzata sugli obiettivi senza sbilanciarsi troppo: "Attualmente per quanto mi riguarda spero di trovare il lavoro giusto per i miei anni di studio in Biologia e pallavolisticamente parlando, non mi piace dirlo perché sono scaramantica, però ecco, il sogno nonchè obiettivo principale sarebbe portarci a casa il campionato. - conclude - Come si suol dire "non succede, ma se succede...". Testa sulle spalle, fiera portatrice dei valori introiettati in famiglia e capace di trasferirli in campo abbinandoli a quelli tecnici: Martina Natalicchio merita con i fatti di veder ripagati i suoi sacrifici.
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