È passata ormai una settimana della notte degli Oscar, che ci ha regalato tante certezze ma anche tante sorprese. Dopo una settimana di riflessione, ripercorriamo insieme i film vincitori delle tanto agognate statuette.
Oppenheimer si classifica come il vincitore indiscusso della serata. Il film sul padre della bomba atomica si aggiudica ben 5 premi, oltre che il premio per il miglior film dell'anno. In particolare ha vinto:
Tirando le somme, Oppenheimer risulta senza alcun dubbio l'indiscusso vincitore della notte, confermando di essere non solo il vincitore del "Barbenheimer", ma anche una pietra miliare del cinema contemporaneo, destinato a rimanere un caposaldo delle nostra cultura - e dei nostri meme - per tanto tempo a venire.
Il film di Yorgos Lanthimos, l'ultimo arrivato in ordine di uscita, si classifica come il secondo successo della notte. Questo film, nonostante il suo essere criptico e filosofico, ermetico per certi versi, si aggiudica ben 4 statuette. In particolare abbiamo:
Povere creature, il frankenstein femminista come è stato definito dai critici, entra quasi da outsider, da film complicato ed incompreso, ma si classifica quasi al pari di Oppenheimer come un capolavoro del cinema contemporaneo. Forse è il momento di dare un'altra chance a una pellicola che probabilmente molti di noi hanno scartato perchè "troppo particolare" o "accozzaglia di roba", senza comprendere cosa vermante c'era oltre la stranezza.
"La zona d'interesse", film britannico di Jonathan Glazer, si classifica come il miglior film straniero. Vince contro una categoria di film acclamati dal pubblico locale, come "Io capitano" di Matteo Garrone, che porta la bandiera italiana a testa alta pur uscendo senza premi. Anche qui, la nomination era tutt'altro che scontata, ma il tema classico ma pur sempre importante del genocidio ha trionfato sui barconi e sugli incidenti aerei, forse per farci riflettere un po' su ciò che accade nelle guerre che sembrano così distanti da noi, eppure sono così vicine. "La zone d'interesse" vince inoltre il premio per il miglior sonoro, grazie a Tarn Willers e Johnnie Burn, battendo anche i giganti di quest'anno grazie alla sua eccellente qualità che non ammette compromessi.
Il film, tratto da uno dei racconti della raccolta "Un gioco da ragazzi e altre storie" di Roald Dahl, è forse sconosciuto ai più. Il cortometraggio parla di Henry Sugar, un giocatore d'azzardo che scopre l'esistenza di un uomo in India che riesce a vedere ad occhi chiusi grazie ad una particolar tecnica di meditazione e decide di dedicarsi a tale tecnica per milgiorare le sue chance di vincita nel gioco. Il cortometraggio segue le vicende del protagonista in maniera lineare e presenta attori di alto calibro come Benedict Timothy Carlton Cumberbatch, interprete di Dr. Strange nell'MCU e di Sherlock Holmes nella serie "Sherlock", e Ralph Fiennes, interprete di Lord Voldemort nella saga di "Harry Potter". La produzione non contava molti rivali di alto calibro, risultando uno dei vincitori più aspettati dell'edizione.
American Fiction vince la statuetta per miglior film non originale. Il film è tratto dal romanzo "Cancellazione" di Percìval Everett e narra le vicende di Thelonious Ellison, un professore universitario in piena crisi autoriale e che si trova a confrontarsi con gli stereotipi sui neri da lui stesso assecondati nei suoi romanzi. Sebbene ciò sia lievemente opinabile, anche qui vediamo un film più "di nicchia" battere gran parte dei big della serata, grazie ad una sceneggiatura impeccabile ed originale, sebbene qualcuno potrebbe considerarla inferiore rispetto ad altri che erano in categoria con lui ( come "Barbie" o "Povere creature!").
Il film di Arthur Harari e Justine Triet vince l'Oscar per la milgior sceneggiatura originale, spazzando via i concorrenti. Una vittoria indiscussa per un film che, fra tanti ottimi contendenti, è stato il migliore al botteghino e da subito apprezzato dalla critica.
Il lungometraggio di animazione che ha vinto l'Oscar quest'anno è stato "Il ragazzo e l'airone" che batte il colosso "Spider-man: across the spider-verse". Sebbene esso punti su una formula già consolidata e che abbiamo visto molte volte e che il secondo, invece, sia visivamente spettacolare ed innovativo, la critica ha deciso di premiare quella che era la profondità presente nel film. Dobbiamo inoltre renderci conto che l'uscita di questo lungometraggio ha scatenato un vero e proprio fenomeno mediatico, oltre quello che sono stati i meme di spider-man, dove tutti i film di Miyazaki hanno avuto una seconda vita e lo stile giapponese classico sembra essere risorto più forte che mai. Da una parte la tradizione e dall'altra l'innovazione, da una parte la calma e la profondità mentre dall'altra un'azione mozzafiato, insomma un testa a testa che ha lasciato tutti in bilico fino al momento della nomination che premia il ritorno in campo del famosissimo e già acclamatissimo Hayao Miyazaki.
Il premio per il miglior corto va invece a "WAR IS OVER!" di Dave Mullins. Un cortometraggio di 11 minuti che potrebbe farci riflettere molto sulla situazione geopolitica attuale, vincitore di una categoria che non aveva rivali per questa pellicola.
Godzilla Minus One è vincitore del premio per i migliori effetti visivi. Come ogni buon film di questo genere, la pellicola punta tutto sulla spettacolarizzazione di questi esseri giganteschi che si muovono e distruggono la qualunque si trovino a tiro e come tale vince in maniera indiscussa il premio. Un film che aveva un obbiettivo e lo ha centrato, vincendo ciò che poteva vincere senza obbiezioni.
Il film "Barbie" risulta essere quello che più di tutti esce sconfitto. Era il favorito di molti nelle categorie di sceneggiature e di attrice protagonista, ma riesce a vincere solo il premio per la miglior canzone originale. Questa era forse la categoria dove era più certa la vittora, avendo ben due nomination: la canzone umoristica "I'm just Ken" cantata dall'attore Ryan Gosling e " What was I made for?" di Finneas O'Connell e Billie Eilish, che ha vinto il premio nonostante lo spiccato successo della prima. Oltre a non vincere dove era il film favorito, vince con una canzone che non è il marchio di fabbrica del film come era la sua prima nomination, facendo scendere il valore della statuetta da lei ricevuta e classificandosi definitivamente come perdente della notte ( e del "barbenheimer" ), pur rimanendo un'opera unica e straordinaria del cinema contemporaneo.
Le notti degli oscar riservano sempre un insieme di sorprese sorprendente e coronano il successo dei film migliori dell'anno. Anche quest'anno, quando il destino delle statuette sembrava segnato, non sono stati esenti da premi dei prodotti outsiders, diversi e particolari rispetto ai big che tutti sostenevamo. Ma cosa dire se non: "Chissà cosa ci riserveranno l'anno prossimo?"
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