Iervolino, atto ter. Dopo le interviste concesse alla "Gazzetta dello Sport" e a "Tuttosport", il presidente della Salernitana si confessa ai microfoni del "Corriere della Sera", ribadendo alcuni concetti già palesati altrove: "Non voglio andare via, però non si può mai dire. Se fosse per il bene dell’azienda farei un passo indietro. Sono già arrivate telefonate ai miei manager, per ora non se ne parla. La Salernitana sta vivendo una stagione pessima ma questo è il momento di restare in sella. Sabatini è uomo di esperienza riconosciuta ma il suo stato di salute non gli ha consentito di essere presente, e quindi non ha portato quello che mi auguravo, quando è arrivato eravamo a 3 punti dalla zona salvezza. Per il futuro sceglierò uomini di mondo e meno di calcio che sono troppo autoreferenziali. Voglio i giovani, voglio sperimentare. Se mi piace un allenatore di serie D che ritengo bravo lo porto. Basta con i nomi, non sono questi che danno credibilità al progetto. Non sono entrato nel calcio per avere visibilità, non ne avevo bisogno".
Il massimo dirigente torna poi a parlare del rapporto con la tifoseria: "La piazza di Salerno mi ha dato emotivamente tanto. Sono stato per tre anni il presidente più amato. Non avevo messo in conto di vivere una stagione come questa, nè di ritrovarmi a spiegare ai miei figli il perchè delle minacce, le offese e degli attacchi social che ho subito negli ultimi mesi. Ho fatto anche io tanti errori: quattro allenatori in pochi mesi sono il frutto di scelte non lucide, per dare una risposta a una piazza che vede il presidente di calcio come il sacerdote di una setta: devi individuare il colpevole. Dovevo fidarmi del mio intuito, non essere condizionabile ed essere più presente". Conclusione sui tecnici: "A Nicola ho fatto un grande torto, inutile girarci attorno, è il mio cruccio. Sousa è il migliore tecnico che abbia mai incontrato, ma quest’anno ambiva a qualcosa di più importante. Ci siamo anche dati un momento per riflettere, lui parlò con il Napoli, poi è tornato ma non era abbastanza motivato. Inzaghi è un rimpianto, grande persona. Il calcio ha bisogno di figure come lui: potevo riprenderlo ma avrei fatto un altro errore. Liverani lo ha voluto Sabatini, ma non si sono innescati i meccanismi. Colantuono ama Salerno, è con noi da tempo".
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