Ultime quattro giornate per il campionato di B1 femminile. Nel girone E si sta giocando la permanenza in categoria la Pallavolo Crotone che dopo la trasferta di Marsala se la vedrà ora con un'altra pretendente ai play-off come la Pantaleo Podio Fasano. Una squadra giovane quella calabrese in cui crescono a dismisura anche in termini di responsabilità le più giovani come Francesca Caliò che condivide campo e palestra con la gemella Gaia: "All'inizio del campionato mi sentivo molto indietro tecnicamente perchè avevo una modalità di gioco sicuramente diversa rispetto al campionato attuale di B1. Da agosto fino ad oggi mi sono impegnata ogni giorno per arrivare ad un livello adeguato a questo tipo di campionato, il cui livello è molto alto. Gioco e mi alleno con ragazze molto più brave di me tecnicamente e che hanno avuto già esperienze in questi campionati, ogni giorno imparo, mi vengono dati consigli che possono servirmi per il mio futuro. Un aspetto negativo di me è il non riuscire a controllare l'ansia, le emozioni e l'adrenalina in una partita e questo mi rende poco lucida nell'affrontare la sfida. Credo comunque che sia una questione di esperienza e grazie alle altre compagne che mi aiutano e mi incoraggiano quotidianamente a fare sempre bene e a non abbattermi dopo un errore, riesco ad andare avanti e pensare alla prossima palla. In questo girone di ritorno ci stiamo impegnando veramente tanto per poter guadagnare quei punti che ci possano permettere di non retrocedere. So di essere migliorata in vari aspetti, ma spero ovviamente di poter fare ancora molto fino alla fine di questo anno pallavolistico".
Due giovanissime catapultate in una nuova realtà: "Per me e mia sorella è stato veramente difficile ritrovarsi in una categoria altamente superiore e relazionarsi con ragazze di un certo livello e con un mister diverso, in un ambiente totalmente nuovo ma molto stimolante. La Pallavolo è vita, è uno sport che unisce, nonostante le divergenze che si possono creare in una squadra, consiglio a chiunque di praticare uno sport del genere. La Pallavolo aiuta mentalmente quando si ha avuto una giornata no e quindi hai bisogno di sfogarti, aiuta ad acquisire autostima quando la si perde per altri motivi e aiuta anche ad affrontare situazioni o problemi che poi si dovranno avere nella vita di tutti i giorni. Nonostante tutti i miei momenti no, e tutte le volte in cui pensavo di mollare, ho sempre riflettuto a quanto questo sport mi abbia aiutato negli anni passati e a quanto ancora oggi mi aiuta e per questo sono contenta nel vedere tanti bambini alle prese con questo sport e contenti di praticarlo. Consiglio alle giovanissime debuttanti di non abbattersi dopo un errore o dopo una giornata no, ma di pensare sempre positivo e mai negativo, perchè le soddisfazioni prima o poi arriveranno, basta solamente crederci".
Dalla maturità sportiva a quelli sui libri: "Quest'anno per me è stato veramente difficile conciliare lo studio e la Pallavolo, considerato che sto frequentando il quinto anno di Liceo e a giugno dovrò affrontare gli esami di maturità. L'allenamento è giornaliero, si parte da casa nel pomeriggio presto e si ritorna la sera tardi. Rispetto agli scorsi anni, in cui mi allenavo a giorni alterni riuscivo a gestire e a poter svolgere più attività il giorno, quest'anno passo la maggior parte delle mie ore in palestra. Nonostante ciò per fortuna riesco ad avere soddisfazioni scolastiche e a studiare tutto ciò che mi viene assegnato, certo spesso e volentieri mi ritrovo a doverlo fare la sera tardi, ma comunque riesco nel mio intento. Spesso molti giovani lasciano lo sport per questo motivo, ma questo non deve essere un limite, anzi occorre un po' di capacità di autogestione del tempo".
Una passione esplosa in breve tempo e riesplosa dopo il Covid: "A dire il vero come quasi tutte le bambine ho iniziato facendo danza, poi però ho deciso di cambiare sport anche in seguito ad una visita ortopedica e da allora ho iniziato a giocare in una squadra di Pallavolo nel mio paese. È dal quel momento che ho avuto la sicurezza di non voler più cambiare sport, perchè era l'unico e il solo che mi rendeva felice. Ricordo che dopo la mattinata a scuola, dovevo per forza allenarmi il pomeriggio per stare tranquilla, era proprio un bisogno personale che mi faceva stare bene, mi divertivo un sacco. Questi sono stati i primi anni delle giovanili, poi con la pandemia Covid, la situazione è cambiata molto. Non avevo più la motivazione di voler continuare ma solo il voler stare chiusa in casa a non fare nulla. Devo ringraziare i miei genitori, sono stati loro che hanno spronato me e mia sorella a continuare e a ritrovare tutta quella passione che avevamo prima della pandemia. È stato anche difficile cambiare diverse squadre e per due ragazze come noi che fino a poco tempo prima non conoscevano altro se non la propria realtà locale pallavolista, è stata una bella sfida. Nella mia carriera ho sperimentato quasi tutti i ruoli, per qualche anno ho fatto l'opposto, da piccola il centrale e il palleggiatore, anche il libero, alla fine la banda che è il mio attuale ruolo. È questo quello che preferisco in assoluto, non vorrei fare altro se non questo; la felicità e la soddisfazione nel fare un punto, nel ricevere le battute o nel difendere gli attacchi è tanta, amo questo ruolo".
Giovanissima ma già con diverse esperienze significative sulle spalle, ovviamente mai scisse dall'imprescindibile figura di Gaia: "Il ricordo sportivo a cui sono legata maggiormente è la vittoria della finale regionale Under 18 lo scorso anno con la Stella Azzurra, che ci ha permesso di partecipare alle finali nazionali scontrandoci quindi con altre squadre d'Italia. È stata davvero un'esperienza bellissima, passare tre giornate con le mie compagne giocando diverse partite anche nella stessa giornata, stancante sì, ma anche divertente. Questa è una delle cose che io rifarei altre mille volte perchè è stata un'esperienza che mi ha insegnato molte cose nonostante la sconfitta. Cambiare squadre mi ha permesso di relazionarmi con tantissime ragazze, ognuna di loro mi ha insegnato qualcosa, nel bene e nel male, che porterò sempre con me. Consigli e critiche fanno crescere anche se nei momenti in cui le vivi non realizzi in pieno il significato. Con mia sorella ho un rapporto bellissimo, tra me e lei c'è sempre stato un feeling nella Pallavolo, ci siamo sempre capite e supportate nonostante i litigi, le critiche, gli errori. Senza di lei probabilmente non avrei sviluppato determinate capacità che oggi mi ritrovo ad avere e soprattutto ho superato alcuni limiti emotivi e caratteriali. Rispetto a mia sorella, io sono quella più suscettibile in campo, nel senso che mi innervosisco subito dopo un errore, ma nonostante ciò lei è sempre lì pronta a rassicurarmi, la stessa cosa io con lei. Abbiamo sempre giocato insieme in ogni squadra in cui siamo andate, per cui io non riuscirei a vedermi senza di lei, perchè rappresenta un sostegno che io ho bisogno di avere durante un allenamento o durante una partita. Fuori dal campo il nostro rapporto è tale e quale, ci aiutiamo a vicenda nei momenti di difficoltà e ci sosteniamo l'un l'altra. Credo che mia sorella sia più mental coach di me visto che come ho detto prima mi aiuta ad affrontare i miei tanti momenti no, riesce a gestirmi e riesce a spronarmi; a livello di gioco io non mi definirei un'allenatrice, so di avere più lacune rispetto a mia sorella quando si parla di gioco, credo che lei sia più avanti rispetto a me nel gestire una partita e nell'ottenere poi un determinato risultato, però quando mi accorgo che sbaglia, sono la prima a correggerla e a farle notare determinati aspetti che lei non vede".
Piedi per terra e consapevolezza senza smettere di sognare: "Fino a qualche anno fa, il mio obiettivo era quello di proseguire la Pallavolo con l'auspicio di arrivare ad alti livelli. Ho fatto anche dei provini fuori e forse per paura ho scelto di non affrontare trasferimenti, non mancano i rimpianti. Anche i camp estivi sono state bellissime esperienze, si creano dei legami con ragazze di tutta Italia. Però spero di poter continuare per molto tempo con questo sport conciliandolo con lo studio. - conclude - Insomma so che è complicato studiare e giocare, ma io non mollo". Serietà, dedizione, passione, valori dentro e fuori dal campo: Francesca Caliò ha tutto per continuare a divertirsi con la sua twin al fianco.
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