Esattamente ieri si è festeggiato il trecentesimo anniversario della nascita dell'illustre filosofo Immanuel Kant.
Tale nome, che a molti ex-liceali avrà suscitato non pochi ricordi, è l'ultimo pensatore facente parte della scuola filosofica dell'illuminismo.
Fu professore a Königsberg, dove si distinse già da giovanissimo per i suoi testi a sostegno delle tesi dell'emergente fisico Isaac Newton. Ciò che lo rese famoso in tutto il mondo, incoronandolo come un gigante della filosofia, sono le sue Critiche: una trilogia di testi dove smonta la maggior parte delle credenze filosofiche del tempo, criticandone ( da qui critica a ... ) il metodo alla radice.
Sebbene sia innegabilmente vero che una buona parte della popolazione avrebbe bisogno di comprendere Kant, oggi volgeremo uno sguardo ad uno dei suoi testi più importanti ma al contempo più trascurati che ha scritto, ossia "Per la pace perpetua".
Nel suo trattato, Immanuel Kant espone delle riflessioni brutalmente attuali, cercando di incentivare il lettore a prendere coscienza rispetto ai conflitti armati nel mondo. Kant postula due termini fondamentali per lo sviluppo del suo pensiero politico : tregua e pace. La prima indica un periodo inserito fra due guerre, in cui i paesi non combattono apertamente, mentre la seconda identifica un periodo in assenza di guerre. Ciò che emerge da tale postulazione è che la pace non può che essere eterna, poichè altrimenti non è che una lunga tregua. Secondo Kant, inoltre, i re non riescono ad agire in maniera razionale poiché "corrotti dal potere". Tali tesi, seppur secolarizzate nel pensiero filosofico europeo, non sono a quanto pare entrate come parte integrante della nostra vita politica.
Rileggendo le tesi proposte, a sentir parlare del concetto di tregua non può che sorgere nella nostra mente il periodo a noi sempre più lontano della Guerra fredda. Tale periodo storico non costituisce però una tregua kantiana, poichè il conflitto (sebbene non ufficialmente) era aperto, solo combattuto su fronti decentralizzati e secondari ( Vietnam, Iraq, ...). Se pensiamoci in questi termini, oggi non siamo che in una fragile tregua, non in una pace. La guerra un Ucraina e la resistenza palestinese sono esempi di come la pace non sia qualcosa di vicino. Kant ci suggerisce di diminuire progressivamente gli armamenti per non sfociare in nuove guerre, per fare finalmente la pace, ma i nostri paesi non fanno che aumentare le spese militari allontando sempre più la fine delle guerre.
I tempi correnti dimostrano che noi di Kant abbiamo capito veramente poco. Dopo 300 anni dalla sua nascita, ancora siamo incatenati da pregiudizi irrazionali che ci istigano alla violenza, ignorando ciò che Kant ci insegna. È evidente, quindi, che Kant è così attuale che dopo 300 anni dalla sua nascita non lo abbiamo capito e, probabilmente, necessiteremo di altri 300 per comprendere una sola virgola dei suoi testi.
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