Come un fulmine a ciel sereno durante la giornata di ieri è arrivata una notizia che ha scosso l'intero occidente: il presidente dell'Iran è morto. Ufficialmente è stato coivolto in un incidente aereo il 19 maggio, per colpa delle avverse condizioni metereologiche che imperversavano sulla linea, anche se le autorità iraniane non escludono interventi esterni ancora da verificare. A suo onore, sono stati proclamati cinque giorni di lutto nazionale, nel quale la popolazione si dispera per la perdita del suo leader.
Sayyid Ebrahim Raisol-Sadati, conosciuto semplicemente come Ebrahim Raisi, è stato il presidente della Repubblica islamica dell'Iran. Nacque nel dicembre 1960 e non si sa molto della sua infanzia. Un punto focale della sua storia è l'iscrizione al seminario islamico di Qom, nel quale apprese la dottrina religiosa che manterrà a vita. Laureato in diritto islamico, divenne procuratore nel 1981, iniziando la sua carriera che lo porterà a diventare Capo dell'Ufficio Nazionale di Ispezione nel 1994 e Vicepresidente della Corte Suprema nel 2004. Concorse alle elezioni presidenziali prima nel 2017, fallendo, poi nel 2021, sempre con il JAMNA ( un parito di estrema destra iraniana).
Raisi si è sempre presentato come un soggetto attivo in poiltica, con idee integraliste e fortemente ispirate all'interpretazione più violenta della sharia. L'ormai ex-presidente iraniano fece parte del dei responsabili delle esecuzioni dei prigionieri politici iniziate nel luglio del 1988 e durate oltre cinque mesi, durante il quale vennero giustiziati tutti gli oppositori politici al partito reggente, contrari alla spinta contro-rivoluzionaria che l'Iran aveva preso. Molti degli oppositori del Tudeh vennero torturati per avere informazioni sui loro compagni e poi giustiziati, così come persone comuni colpevoli solo di avere amici attivi in politica o di pensarla diversamente dal leader in vigore. Una volta presidente, Raisi sostenne la segregazione sessuale, fu sostenitore dell'islamizzazione dell'istruzione e della rete, passando sotto censura tutte le informazioni che dovevano entrare in Iran. Inoltre, come i suoi predecessori, lanciò diverse affermazioni omofobe e discriminatorie verso qualsiasi minoranza presente nel suo paese, mettendo anche in discussione l'autenticità dell'Olocausto.
Sul lato economico, Raisi decise di limitare lo sviluppo del settore terziario spingendo sull'agricoltura di sussistenza e di piccola vendita. Cessò così ogni accordo economico e politico con le nazioni occidentali, tenendo aperti solo quelli con nazioni con livelli di libertà paragonabili a quelli dell'Iran e completamente aderenti alla religione islamica. Così facendo ha ampliato il divario economico già fortemente esistente fra i ceti medio-bassi e ricchi finanzieri del paese.
Ad accompagnare il corpo del presidente, un corteo ha riempito le piazze della capitale per dare l'ultimo saluto al leader. Molti piangevano, altri rimembravano ciò che "fece di buono", il tutto mentre la polizia sequestrava i suoi oppositori intenti a festeggiare o a scrivere di ciò che l'ex-leader fece in vita. La situazione in Medio Oriente (e nei paesi arabi in generale), si complica giorno dopo giorno e chi ne paga le conseguenze sono sempre le persone comuni con un pensiero differente. In questo contesto dovrebbe salire a tutti noi un po' di malinconia, vedendo un autarca acclamanto, nonostante fosse un criminale sanzionato dalle Nazioni unite per violazione dei diritti umani. la base del suo consenso popolare ( comunque la minoranza visto che il suo partito ha vinto con il 60% circa dei votanti, i quali erano il 40% scarso della popolazione totale), basato sulla propaganda eppure così spontaneo da parte della popolazione, dovrebbe farci riflettere sulla condizione della nostra coscienza politica. Ormai la "direzione ostinata e contraria" che necessitiamo sembra più difficile da percorrere.
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