Si chiude con un prestigioso e rocambolesco 3-3 a "San Siro" la Serie A della Salernitana (foto Gazzetta dello Sport). I granata impattano contro il Milan in rimonta: Leao e Giroud mandano i locali sul doppio vantaggio, accorcia Simy poi Calabria sembra chiudere la contesa ma Sambia prima ed il nigeriano poi regalano il punto che non basta ad evitare il record negativo del Pescara. "La partita mi è piaciuta, l’approccio è stato un po’ così, siamo rimasti un po’ sorpresi dalla veemenza del Milan. - spiega a fine gara Stefano Colantuono come ripreso da SalernitanaNews - Poi ci siamo ricompattati subendo il giusto, nel secondo tempo abbiamo fatto bene, questo risultato non cambierà le nostre sorti. Se non altro, abbiamo avuto la professionalità di chiudere e disputare questa partita nel miglior modo e con rispetto della maglia. Si può anche retrocedere, ma la dignità bisogna metterla sempre. In queste nove partite credo ce l’abbiamo messa, a volte il risultato ci ha premiato, altre meno ma non era semplice trovare le motivazioni. Sensazioni? Dobbiamo pensare alla prossima stagione, bisognerà aspettare qualche giorno, la dirigenza sta lavorando, Salerno può ambire a un pronto ritorno, ha la possibilità per farlo. Capita di retrocedere, l’importante è ripartire e rimettersi subito in gioco. Ho accettato per non far prendere il quarto allenatore alla società e mi sono messo a disposizione, so già quale sarà il mio incarico l’anno prossimo se le cose dovessero rimanere in questo modo, ora bisogna fare un consuntivo della stagione e riprogrammare. Ultima da allenatore? A Salerno probabilmente sì, ho un contratto che prevede determinate cose, ho sempre fatto il tecnico e per la Salernitana ho fatto anche altro. Vedremo cosa succederà. Abbiamo messo in vetrina giocatori, per Simy la doppietta è importante, si è rilanciato, ha buone qualità. Abbiamo fatto esordire giovani, ci sono giocatori molto validi, volevo preservare un po’ Tchaouna, elemento straordinario che può giocare in qualsiasi grande squadra di A. Per età e caratteristiche in questo momento in circolazione anche al di fuori dell’Italia ce ne sono pochi. Chi avrà l’occhio e riuscirà ad acquistare questo ragazzo farà un grande colpo. Se ne parla ancora troppo poco. Legowski? Buon giocatore, ma ho dovuto fare dei cambi che non erano previsti, avrebbe giocato di più, a un certo punto ho dovuto togliere Kastanos che non stava benissimo, Gyomber ha avuto un problema".
Il trainer è poi tornato davanti alle telecamere: "Abbiamo fatto il nostro, è stata una partita difficile da preparare per molti motivi. Forse questo ci fa crescere di più il rammarico. Salerno è una città e ha una tifoseria con tanta voglia di riemergere, c’erano dei tifosi, non me lo aspettavo. Oggi la squadra ha fatto quello che avevo chiesto, abbiamo rispettato l’impegno. Ora si deve resecare tutto e ripartire, ci sono i mezzi per fare un campionato adeguato alle esigenze e alle aspettative della piazza. Non mi sento nelle condizioni di parlare delle cause, di prima del mio arrivo. Mi è stato chiesto di intervenire nel miglior modo possibile, perché comunque la retrocessione era già bella che avviata. Ci abbiamo provato e abbiamo fatto anche delle belle partite. Da queste nove partite ho tratto delle conclusioni, ne parlerò con la proprietà. Io ho già chiaro il mio futuro, questa parentesi in panchina è stata fine a sé stesso, sono un uomo della società. Qui sono arrivato con un ruolo diverso negli ultimi anni, non è detto che questo ruolo non possa essere ampliato per portare le mie conoscenze, se me lo chiederanno sarò a disposizione, perché a Salerno si sta bene. In A subito? È nella volontà di questa società voler ripartire, è stata un’annata così, queste cose nel calcio capitano".
Inatteso protagonista, a mettere i bastoni tra le ruote nella festa di addii milanisti, il redivivo Nwanko Simy: "L’obiettivo è ripartire, è stata una stagione difficile. Non dobbiamo piangerci addosso, c’è un altro campionato di B da fare per riportare la Salernitana dove merita. Per un attaccante è sempre positivo quando si fa gol, quest’anno non ne abbiamo fatti tanti. Abbiamo chiuso la stagione con dignità, dobbiamo riposare la testa per ripartire più forte. Io sono un giocatore della Salernitana, ora il mio pensiero è semplicemente tornare dalla mia famiglia per riposare, come faremo tutti. Poi la società farà una valutazione sulla prossima stagione e saremo prontissimi per ripartire".
In casa rossonera serata speciale per Olivier Giroud: "Avevo voglia di fare goal stasera, avevo bisogno di questo gol per dire arrivederci al Milan. Ogni rete era un’emozione speciale in questo stadio, sono grato dell’opportunità che mi ha dato il club, ho vissuto una seconda giovinezza qui. Quando mi sono girato nel derby. Fino a quel momento non avevo capito cosa significasse giocare per il Milan. Grazie per i tifosi per questa passione che condividiamo. Sono riuscito a non piangere, ero molto emozionato. Mi sono sentito a casa fin dal primo giorno. Anche a 35 anni ho ritrovato una seconda giovinezza. Ho passato tre anni bellissimi, onestamente non potevo sognare di meglio. Dopo il goal si è vista la mia faccia emozionata. Sono felice questa sera. Quando sono arrivato sapevo di poter dare tanto a questo club. Ero felice di lavorare con Ibra. È stato un privilegio per me giocare con lui e con tutti quelli che compongo questa squadra. Quando sono arrivato eravamo in competizione, poi lui si è fatto male e ho giocato di più. Ho passato tre anni meravigliosi. Non ho avuto paura della maglia numero 9, anche se Maldini me l’aveva sconsigliata. Avevo ragione e sono orgoglioso di tutto quello che ho passato con questa maglia, rimarrà sempre nel mio cuore. L’allenatore è una parte importante del successo, ringrazio Pioli, abbiamo avuto una grandissima relazione sin dai primi giorni. L’ho sempre sostenuto anche nei giorni difficili. Sono emozionato anche per il suo addio. Merita tutto l’omaggio dei tifosi. Sento la malinconia arrivato a questo punto della carriera, sono nostalgico di questi anni. Vedo bene Maignan come leader, ha carisma. Deve continuare così in campo e fuori campo".
Ex di turno, anche mister Stefano Pioli si appresta a salutare il Milan: "I cicli iniziano e finiscono e non è facile farli durare così a lungo come abbiamo fatto noi. Sono stati un gruppo speciale, uno nomale si sarebbe girato dall’altra parte nei momenti difficili. Loro hanno allungato. Qui al Milan ho vissuto emozioni che capitano poche volte in una carriera, i tifosi mi hanno riempito il cuore di gratificazione e gioia, tutti siamo stati compatti. Non posso che essere orgoglioso di aver fatto parte di questo percorso e di essere entrato nella storia del club. Questa esperienza grazie a tante vicissitudini che abbiamo passato mi fanno arrivare a un livello dove voglio cercare di costruire ancora qualcosa di speciale, se ci sarà la possibilità. Pretendo ancora di più da me stesso, esigo di fare cose speciali, voglio conoscere giocatori e persone nella speranza di trovare le stesse persone che ho trovato qua. Siamo stati la squadra più giovane della storia a vincere uno Scudetto e ora sono diventati uomini maturi e forti. Il mio agente mi chiamava in queste settimane, ma io non ho voluto saperne niente fino alla chiusura del rapporto con questo club. Mi rimetto in gioco se trovo qualcosa di speciale. Supportarmi e sopportarmi non è mai semplice. Se abbiamo fatto un lavoro di qualità, c’è molto merito loro. Da fuori ho sempre dimostrato di essere più paziente di quello che sono in realtà. Quando 25 anni fa ho iniziato ad allenare, non potevo immaginare di arrivare un giorno a questo punto. E’ un sogno. La cosa più bella è il rapporto che ho creato con questo gruppo di ragazzi".
Il trainer di Parma aggiunge: "Non c’è un identikit della squadra migliore per me. Qualcosa di speciale vuol dire lavorare bene, migliorare i giocatori, avere progetti. Sono stato troppo attento a lavorare con un grande club come il Milan per pensare ad altri club. Ovviamente adesso nei prossimi 10 giorni se qualcuno mi vorrà incontrare sarò disponibile a farlo. Però la cosa più stimolante sarebbe la Premier League, ma la vedo complicata. Se chiudessi oggi la carriera di allenatore, sarei molto felice di quello che ho fatto, ma sento che ho ancora qualcosa da dare. Sono stati dei giorni belli. In questi cinque anni ho dato tutto ma ho ricevuto tantissimo. Sono emozioni forti belle da vivere. Finisce un percorso che ci ha dato tanto e finisce nel momento giusto. Sono grato alla società, ai tifosi e a tutti. Quello che ho vissuto è stato un sogno. Credo sia normale aver alzato l’asticella facendo tornare i tifose del Milan a sognare. Mi auguro che tutto possa tornare nella giusta direzione perchè il Milan è un grande club. Ho detto alla squadra che è stata speciale, un gruppo normale si sarebbe girato dall’altro lato, loro invece hanno mi hanno teso la mano. Io ho dato tutto, il percorso lo avete visto tutti. Quello che abbiamo trovato e quello che lasciamo è completamente diverso. Credo che onestamente sia giusto così. Mi auguro di trovare un posto dove costruire un percorso speciale come questo. Questo non significa dover vincere uno scudetto ma avere ambizioni. Non so niente, sono troppo legato al club per pensarci già. Vedremo nei prossimi giorni. Ogni tanto fermarsi non fa male, può servire ad un allenatore osservare per restare al passo con i tempi. Abbiamo cominciato con un gruppo di ragazzi, cha andavano sostenuti e stimolati. Tonali dal punto di vista tecnico e della crescita che ha avuto è quello che ricordo con più piacere. Qualcuno al suo primo anno aveva dei dubbi, ma ho sempre creduto in lui. Il leader può essere Maignan per l’impatto che ha nello spogliatoio. Mi mancherà Milanello dove ho lavorato con persone piene di passione, ma andiamo avanti. Chi arriverà troverà una cultura del lavoro importante ed un gruppo coeso".
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