In un sorprendente colpo di scena, Andrea Sottil ha deciso di non accettare il ruolo di allenatore della Salernitana, nonostante fosse a un passo dal firmare il contratto in Lega. L'accordo, che prevedeva un biennale da 500 mila euro a stagione di base più altri 250.000 di bonus legati agli obiettivi, era già stato ratificato con il club, ma Sottil ha scelto di fare un passo indietro. La decisione dell'allenatore è stata presa in seguito al programma di ridimensionamento proposto da Danilo Iervolino, emerso dopo il fallimento delle trattative per la cessione del club al fondo americano Brera Holdings. Una scelta che riflette un principio di integrità e rispetto verso se stesso e la sua professione, anteponendo i valori umani all'interesse economico.
Il comportamento di Sottil pone l'accento su una questione più ampia: la gestione della Salernitana. La società, che ha disatteso le aspettative dei tifosi con promesse vane e una visione poco chiara, continua a navigare in acque turbolente. La città di Salerno e i suoi tifosi meritano rispetto e una direzione chiara, qualità che purtroppo sono mancate. Salerno merita una società che ami la piazza e la rispetti, e soprattutto che presenti programmi ambiziosi. La piazza di Salerno ha dimostrato maturità e la capacità di competere nella massima serie, sostenendo con passione e dedizione la propria squadra. In un contesto dove le parole sembrano svanire al vento, l'esempio di Sottil resta. La Salernitana e la sua comunità meritano una gestione che rispecchi i valori e le ambizioni di chi ogni giorno vive e sostiene la squadra. Una lezione per tutti coloro che, nel calcio e non solo, dovrebbero ricordare che la dignità non ha prezzo. (m.c)
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