"La tua amicizia con Giffoni ormai è storia", è così che il fondatore e ideatore di Giffoni, Claudio Gubitosi, ha accolto il Ministro dell’Economia e delle Finanze, Giancarlo Giorgetti, intervenuto questa mattina nel corso della Impact! in collegamento da Roma. Tanti i temi, senza filtro le domande, senza censure come è nella tradizione di Giffoni, uno spazio di libertà offerto ai ragazzi. Dalla disaffezione verso la politica al contrasto all’evasione fiscale, dal conflitto israelo-palestinese fino alla questione del reddito di cittadinanza, Giorgetti risponde a tutto con chiarezza, con quella franchezza che lo contraddistingue. L’esito è un incontro autentico, un confronto vero. Si parte con la vicenda Fanpage e l’inchiesta su Gioventù Nazionale, il movimento giovanile di Fratelli d’Italia finito nell’occhio del ciclone per gli insulti antisemiti e razzisti. Sullo sfondo, ma nemmeno tanto, la questione della libertà di stampa. Giorgetti non le manda certo a dire: "Il giornalismo deve essere garantito in democrazia ma il giornalista, e non mi riferisco a questo caso specifico, deve dire cose vere e non false. Francamente non ho seguito la vicenda ma mi sembra che la presidente Meloni ed il suo partito abbiano preso le distanze da quelle dichiarazioni. Non leggo i dibattiti social, mi occupo delle mie cose". Ed il rapporto tra politica e social tornerà spesso nel corso dell’incontro con il Ministro, con particolare riferimento al fenomeno della disaffezione verso la politica, l’astensionismo galoppante, la distanza dalle urne specialmente da parte dei giovanissimi.
"La sfiducia nei meccanismi della democrazia rappresentativa è ormai palese. - ha spiegato Giorgetti - Ogni elezione da venti anni a questa parte fa registrare una riduzione in termini di partecipazione. Avviene da parte dei giovani in particolare. Credo che la ragione sia legata all'assenza di forme di aggregazione sociale come in passato potevano essere i circoli, i bar: luoghi in cui c'era discussione politica. Oggi la politica è diventata materia da social, in cui tutti possono dire qualsiasi cosa, ma senza approfondire, senza conoscere l'interlocutore, senza neanche avere filtri. Questa dimensione social l’ha impoverita, la passione che nasce dal web non è idonea per la politica". A seguire le questioni di carattere internazionale. Il primo spunto è legato alla rinuncia alla candidatura di Biden alle presidenziali 2024: "Le elezioni americane sono importantissime perché gli Usa rappresentano la bussola sulla scena mondiale. Biden, sia per l’età che per qualche problema di salute, avrà fatto le sue valutazioni rispetto ad una campagna elettorale massacrante come quella americana. Io faccio una riflessione: una delle motivazioni per cui uno dovrebbe votare è per appoggiare qualcosa o qualcuno, ma oggi spesso si vota contro. Negli Usa non so come andrà a finire, ma sicuramente c’è chi andrà a votare per qualcuno e chi contro qualcuno. Alla fine non so chi prevarrà".
E sul conflitto a Gaza il ministro ha sottolineato il ruolo degli Stati Uniti che "da sempre hanno dettato la linea e hanno fatto comprendere allo Stato israeliano che una certa piega repressiva non poteva essere accettata. E’ chiaro, però, che la soluzione non può essere lasciata alle parti sul campo perché anche sul fronte palestinese ci sono gli estremisti che non accettano i negoziati e ciò alimenta una faida infinita. Credo che senza intervento della comunità internazionale la situazione non si risolverà e questo a discapito dei popoli che ne pagano le terribili conseguenze". Poi ci sono le vicende interne al nostro Paese. La natalità che decresce, la disoccupazione, il bilancio delle famiglie spesso in rosso, la lotta all’evasione fiscale. I ragazzi portano le loro testimonianze e Giorgetti risponde, senza ipocrisie. Il reddito di cittadinanza è materia spinosa e Giorgetti non ha paura di sembrare impopolare: "Il reddito di cittadinanza come era stato impostato all’inizio non poteva durare all’infinito, ma doveva invece evolvere in uno strumento che accompagna al lavoro, anche se questo purtroppo non sempre avviene, in particolare in alcune zone del Paese in cui prevale ad esempio il lavoro irregolare. Come governo non lo abbiamo abolito perché i sussidi ci sono, ma abbiamo inserito una forma con maggiori controlli. Sicuramente non può essere riconosciuto a chiunque e senza scadenza, questo non può più accadere".
Il tema delle pensioni fa capolino e si lega a livelli di tassazione spesso odiosi. Come si può invertire la rotta? Facendo pagare le tasse a tutti e, quindi, lottando contro l’evasione: "Sono certo - continua Giorgetti - che quegli strumenti che l’intelligenza artificiale renderà a breve disponibili diventeranno un patrimonio informativo assai utile per cercare di contrastare l’evasione fiscale. È proprio di oggi l’azione della Guardia di Finanza che ha portato al sequestro di circa 120 milioni di euro ad Amazon. Esiste la piccola evasione, ma anche la grande evasione e l’elusione dal trattamento fiscale, e lo sforzo per controllarla va fatto a livello internazionale. Io questa sera parto per il Brasile dove a livello di G20 e G7 discuteremo della tassazione internazionale sulle grandi multinazionali. Avevamo individuato in una global tax lo strumento adeguato per arrivare a questo risultato, ma non è stato raggiunto l'accordo definitivo. Come Italia faremo un estremo tentativo perché ci possa essere un'equa tassazione a livello internazionale. È la questione centrale su cui ragionare". Applausi per Giorgetti in chiusura ed il saluto accorato di Gubitosi: "Sei il ministro che amo di più. Lo vediamo poco, ma è fattivo e concreto. E questo è ciò che più ci interessa".
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