C’è sempre tempo per ridere con Michela Giraud, anche quando i temi sono difficili. Non a caso è una delle stand up comedian italiane più popolari. Irriverente, sorridente, giocosa, aspettava da tempo di arrivare a Giffoni. "Non vedevo l’ora, ma il momento giusto era proprio quest’anno, dopo l’uscita del mio primo film da regista. È un film che parla a tutti, ma che può arrivare soprattutto ai ragazzi". In effetti, a tenere banco con i Generator di #Giffoni54 è Flaminia, il suo esordio alla regia, dove si è cimentata anche con la sceneggiatura e come attrice protagonista. La storia di due sorelle molto diverse tra loro: Flaminia, interpretata dalla stessa Giraud, e Ludovica, una ragazza nello spettro autistico. Entrambe cresciute a Roma Nord, cresciute distanti, si ritrovano da adulte e si cambieranno vicendevolmente la vita. Tanti i temi trattati, cari anche ai ragazzi, come il senso di inadeguatezza, il piacere a tutti i costi, lo body shaming, la difficoltà di posizionarsi nei tracciati degli altri. "Ragazzi, devo dirvi una cosa: non c’è problema, non siete soli! Parlare è un modo per crescere e superare questi momenti. Responsabilità e leggerezza non è detto che non possano stare assieme. Anzi, a volte la leggerezza aiuta a riflettere su tematiche che altrimenti non trovano spazio".
Tornerà sul palco a novembre con il suo tour in giro per l’Italia, una dimensione a cui torna volentieri dopo il suo impegno con il film. "Ritorno a me stessa, sul palco posso essere più viscerale, più libera. Le migliori ore della mia vita le ho trascorse proprio lì. Mi è capitato che mi dicessero in passato che non potevo aspirare ad avere un ruolo da attrice protagonista, ma solo da migliore amica della protagonista, ad esempio. Non permette mai a nessuno di dirvi che ruolo dovete avere!". Da Maschile singolare a Maschile plurale, passando per LOL. Tantissime le domande sulle sue esperienze, tra una risata e una clip. "LOL è stato come entrare in una stanza e prendere un sacco di pugni. Per la prima ora vuoi scappare. Io ero una monologhista, all’inizio è stato complicato, poi ad un certo punto mi è scattato qualcosa. Volevo restare e superare i miei limiti e mi ha fatto veramente bene. Il comico smette di essere comico se diventa vecchio il suo punto di vista, bisogna mantenere un occhio sulla contemporaneità. Inoltre, devi avere il coraggio e la velocità di dire qualcosa che non è stato detto, avere una unicità è importante". Immancabile le curiosità sulla nascita della sua passione. "Come si diventa una comica, quando ti sei accorta che era la tua strada?", le hanno chiesto. "Io la comicità l’ho sempre avuta, ho due genitori che fanno molto ridere. Allo stesso tempo mia madre mi diceva che era inutile facessi provini, perché non ero bella ma un tipo! Poi un fidanzatino, durante un viaggio a Bilbao, mi chiese perchè non facessi teatro. Mi sono alzata e ho cominciato un monologo, è lì che ho pensato: ci provo!".
Altri articoli di questo autore:
Se vuoi essere tempestivamente aggiornato su quello che succede a Salerno e provincia, la pagina facebook di Salerno in Web pubblica minuto per minuto notizie fresche sulla tua home.