La quarta giornata di Giffoni Sport si è conclusa con il talk di Vera Spadini, che ha raccontato agli ambassador l’incredibile preparazione che sta dietro al lavoro di un giornalista, oltre alle incredibili emozioni che si provano nel raccontare certe storie. Una su tutte quella che lei stessa ha portato attraverso un servizio che ritraeva una realtà in difficoltà come quella delle favelas: "E' stata un’emozione molto molto forte. É stata un’esperienza di vita e professionale importantissima. Ho visto una realtà che è scioccante per delle condizioni di vita estreme, in cui nonostante tutto ci sono dei bambini che sognano e questa secondo me è la grande magia dello sport: regalare un sogno. Il livello emotivo che si può raggiungere con lo sport può arrivare a superare quello umano a cui siamo abituati". Rispondendo a una domanda degli ambassador di Giffoni Sport, Vera ha spiegato il metodo con cui si prepara alle sue interviste: "Io sono una secchiona. A ogni gara studio tantissimo, preparo pile e pile di file e di documenti sui piloti e le piste. La cosa più importante in un’intervista per me è la preparazione. La seconda è anche il miglior consiglio che possa darvi: ascoltare. Non bisogna pensare già a quello che si vuole dire dopo, ma ascoltare quello che ci viene detto e creare un dialogo in cui subentra il terzo fattore di successo di un’intervista: l’empatia. Fondamentale per creare la relazione con chi parliamo".
Per dare un riscontro pratico di questi preziosissimi consigli Vera Spadini ha portato un esempio di un’intervista a Pecco Bagnaia, in cui ha abilmente coinvolto anche Valentino Rossi, chiedendo ai nostri ambassador quali fossero stati i fattori che l’hanno resa un’intervista ben riuscita. I ragazzi hanno centrato il punto, dando il là a Veronica per una lezione di giornalismo preziosissima: "Quello che noi proviamo a fare è creare familiarità all’interno dei collegamenti, riuscendo a informare e a divertire allo stesso tempo. Se riesce quello allora è un buon lavoro". Vera ha però parlato anche della sua grande passione per la musica che l’ha portata alla scrittura di un libro su un grandissimo come Kurt Cobain, sottolineando come anche dietro a questa sua opera ci sia stato uno studio incredibile: "per realizzarlo sono andata a leggermi tutti i documenti della polizia che ha indagato sul giallo della sua morte, che è stata catalogata come un suicidio, ma dietro a cui c’è ancora molto mistero. Per questo sono anche andata a riprendermi i documenti dell’ investigatore che proprio la moglie del cantante aveva ingaggiato, che finì però per indagare anche su di lei". Prima di concludere la Spadini ha descritto le più grandi emozioni che ha provato nel raccontare alcune storie: "Anche se non si parla di un'emozione positiva, l’europeo a Parigi è stato molto toccante per il pericolo terrorismo. Ma anche raccontare la vittoria del mondiale di Bagnaia è stato bellissimo. Quello che mi piacerebbe raccontare? Altre vittorie di italiani nel mondo e, perchè no, anche emozioni legate al mondo della musica".
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