di Massimiliano Catapano
La Procura della Repubblica presso il Tribunale per i Minorenni di Salerno ha fermamente smentito le recenti notizie diffuse dai media, che riportavano l’arresto di tre minorenni a Roccapiemonte per sfruttamento della prostituzione minorile. La dottoressa Patrizia Imperato, Procuratore della Repubblica per i Minorenni di Salerno, ha dichiarato che "la notizia non trova alcuna conferma negli atti di questo Ufficio". In merito alla vicenda, il sindaco di Roccapiemonte, Carmine Pagano, ha espresso sdegno e sorpresa. "Roccapiemonte è una città sana e moralmente integra. Come in ogni comunità, possono accadere episodi spiacevoli, ma non rimaniamo mai inerti di fronte a tali eventi", ha affermato. Pagano ha voluto sottolineare l'impegno della sua amministrazione nelle politiche sociali, con particolare attenzione alle famiglie, ai bambini, agli anziani e alle fasce più deboli della popolazione.
Il sindaco ha espresso incredulità e sgomento per le notizie circolate, evidenziando l'efficacia del lavoro svolto dai servizi sociali del comune per proteggere le persone in situazioni di disagio. Ha inoltre ribadito la sua fiducia nelle forze dell'ordine e nella loro capacità di condurre indagini accurate. "Roccapiemonte è un piccolo centro laborioso, dove ogni giorno si lavora per migliorare la qualità della vita dei cittadini", ha detto Pagano, mettendo in luce le numerose iniziative e attività organizzate per giovani e anziani. Ha concluso condannando chi cerca di gettare discredito sulla comunità attraverso informazioni infondate e attacchi anonimi sui social media. "Non accetto che si diffami gratuitamente la mia città e i suoi abitanti", ha concluso con fermezza il sindaco.
L'ANTEFATTO
Un caso di sfruttamento minorile ha scosso profondamente la comunità di Roccapiemonte. Tre adolescenti, di età compresa tra i 15 e i 16 anni, sarebbero stati arrestati con l'accusa di induzione e sfruttamento della prostituzione. Le indagini, condotte dai Carabinieri della Compagnia di Mercato San Severino, in collaborazione con i militari della stazione di Castel San Giorgio, avrebbero portato alla luce un quadro di abusi e violenze inimmaginabile. Secondo le prime ricostruzioni, uno dei ragazzi costringeva la propria fidanzatina, anch'essa minorenne, a prostituirsi. Gli altri due amici collaboravano nell'organizzazione, trovando clienti attraverso le loro conoscenze e utilizzando le chat dei social network. La giovane vittima veniva venduta per cifre irrisorie, tra i 20 e i 30 euro.
Le autorità sono riuscite a mettere fine a questa terribile vicenda grazie all'operato dei Carabinieri e alla decisione del giudice del tribunale per i minorenni di Salerno, che ha emesso misure cautelari nei confronti dei tre giovani, ora detenuti presso il carcere di Nisida. Tuttavia, le indagini non si fermano qui. Si stanno infatti esaminando ulteriori dettagli che potrebbero portare alla luce altri casi di sfruttamento. Tra le vittime si sospetta ci sia anche un altro giovane, affetto da gravi patologie, che sarebbe stato costretto a subire violenze e sevizie. La notizia ha lasciato la comunità di Roccapiemonte sotto shock. In un piccolo centro dove tutti si conoscono, scoprire che tre ragazzi del posto siano coinvolti in simili atrocità è un colpo duro da assimilare. Le famiglie, le scuole e le istituzioni locali sono ora chiamate a riflettere su quanto accaduto e a trovare il modo di proteggere i giovani da simili pericoli.
Questo episodio, a prescindere dalla veridicità dei fatti, mette in evidenza la necessità di intensificare le attività di prevenzione e sensibilizzazione contro lo sfruttamento minorile. È fondamentale che le famiglie, le scuole e le istituzioni collaborino per creare un ambiente sicuro e protetto per i giovani, dove possano crescere lontano da minacce e abusi. Tali vicende costituiscono un monito per tutti noi: dobbiamo vigilare e intervenire tempestivamente per proteggere i più vulnerabili e garantire loro un futuro libero da violenze e soprusi.
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