Il secondo ospite della giornata è stato il campione di Pallavolo Valerio Vermiglio, che ha divertito e intrattenuto una sala piena di ambassador e ragazzi. Valerio ha cominciato raccontando i suoi primi approcci con la pallavolo e lo sport in generale: "Una volta si giocava all'aperto, non c’erano le strutture di oggi. Ti bastava il cortile e anche io ho cominciato così, correndo, giocando a calcio e a Basket. Così che sono arrivato alla Pallavolo in realtà: un giorno sono andato a giocare a Basket con gli amici ma stava piovendo, allora siamo entrati in un teatro e su una delle pareti c'erano dei buchi. Io ho cominciato a lanciare la palla e al primo tentativo ho centrato il buco. Quindi io tutto fiero sono andato da mia mamma e le ho detto "mamma a Basket so giocare, andiamo a fare Pallavolo adesso". E così ho iniziato".
Vermiglio ci ha parlato anche dei progetti di oggi, che esulano dalla Pallavolo giocata (che in realtà non ha ancora abbandonato) e delle nuove iniziative con Sport e Salute: "Team Illumina nasce dalla volontà di rendere importante lo sport per quello che produce dentro noi stessi. Quando facciamo sport proviamo divertimento ed emozioni positive. Sport e Salute ha creato questo team per fare una squadra con cui raccontare delle storie belle e piene di emozioni, con cui comunicare alla gente cos’è realmente un'emozione e quale scegliere di seguire". Rispetto al suo attuale progetto da mental coach: "Ho cominciato a fare il mental coach perchè nel 2000 sono stato una delle prime cavie. Eravamo bravi a giocare a Pallavolo ma su di noi si potevano fare degli 'esperimenti' per farci migliorare. Quindi venne questo psicologo dello sport che noi chiamavamo 'esorcista' per i suoi metodi. Lui ha fatto la differenza per noi e quindi me lo sono portato dietro nel mio staff per lavorarci assieme".
Parlando "mi sono sempre ricordato da dove venivo e quello che volevo fare. Io me ne sono andato di casa quando avevo 14 anni. Sono andato a Treviso senza avere un telefono nè nulla e lasciando una casa e una famiglia con cui stavo bene. Quindi sapendo tutto quello che avevo lasciato per giocare a Pallavolo, ogni volta che facevo qualche errore tornavo a pensare a tutto quello che ho passato per arrivare dov’ero e ritrovarmi. E quindi ho anche passato tanto tempo a piangere e a scrivere quaderni sul fatto che volessi diventare il più forte di tutti. Per andare avanti e avere sempre più fame. Per mantenere sempre lo stesso livello di fame mi bastava ricordarmi che ero andato via di casa rinunciando ad amici e famiglia". Valerio ci ha parlato dell’importanza del divertimento, che lui ricerca sempre in tutto quello che fa: "Il mio obiettivo adesso è portare il divertimento in ogni ambiente in cui vado, dalle palestre di Serie C fino alle iniziative di Sport e Salute". Per farlo porta sempre con sè una frase: "Ognuno di noi ha tolto tempo a qualcos’altro per essere qui ad allenarsi. Se non siamo qua perché è quello che preferiamo fare, allora abbiamo sbagliato qualcosa nella nostra esistenza e voglio portare questo nelle palestre giocando ancora. E questo è anche quello che voglio trasmettere ai ragazzi, di cercare il modo di divertirsi".
Infine Valerio Vermiglio ha risposto a una splendida domanda posta da uno dei bambini presenti in sala, che gli ha chiesto cos’ha provato la prima volta che ha giocato a Pallavolo, dove è tornato fuori il concetto di divertimento: "La prima volta che ho giocato a Pallavolo mi sono sentito libero, come se non dovessi fare altro. Perchè quando giocavo non dovevo fare altro che divertirmi. E per me quello è successo con la pallavolo, per qualcun altro sarà giocare a calcio. Ognuno di noi ha nel proprio muoversi qualcosa che ci diverte".
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