La società sportiva più vecchia d’Italia. Tutti la conoscono come V nere e basket, ma la Virtus ha anche una scuola di scherma con 250 ragazzi. "Al di là della prima squadra - esordisce il patron Zanetti - il nostro impegno è dedicato proprio ai ragazzi. A Bologna la Virtus è un’istituzione. Quando abbiamo fatto la squadra femminile di Pallacanestro, abbiamo coinvolto molte ragazze". Però la squadra femminile non ci sarà più. Perchè? "La prima squadra, in ragione dei costi della Virtus maschile che gareggia in Eurolega, assorbe molti soldi. Abbiamo, dunque, preferito non fare più il basket femminile professionistico". Virtus Bologna in altre mani? "Non è vero. Io resto là e non me ne vado. I giornali hanno inventato questa roba con gli israeliani ma non è così. Adesso le prime partite le faremo all’Unipol Arena e poi faremo il nuovo palazzetto pronto nel 2026, dodicimila posti. Quindi fino al 2026 io resto là. Ovviamente dico anche ai tifosi del Bologna che non sono immortale. Parliamo del progetto del palazzetto dal 2019 e con il Comune abbiamo fatto tante conferenze stampa. Ho detto diverse volte che se non avessimo potuto a Bologna, l’avremmo fatto a Castel San Pietro".
Il massimo dirigente aggiunte: "Lì quasi me lo facevano fare gratis e Bologna, città metropolitana, continuava a rallentare. Ho detto 'lo faccio a Bologna' e questa cosa (non solo una provocazione ma c’era anche un progetto) ha contribuito un po’ a smuovere le acque, perchè poi hanno fatto i decreti attuativi. La Virtus è la storia, le V nere hanno seguito. Quando vado all’estero, resto incantato davanti a strutture meravigliose: loro dicono “faccio il palazzetto” e poi accade. Adesso se noi diciamo che vogliamo costruire il palazzetto da 12mila posti, poi dobbiamo riempirlo. Noi abbiamo più tifosi di alcune squadre di calcio: Fiorentina, Genoa e Bologna si attestano sui 350-500mila tifosi; la Virtus ha più di un milione di tifosi. Milano ha tutto, è una grande città, ma non è che sia molto simpatica. Bologna è più simpatica, perciò ha molti tifosi. Il palazzetto nuovo consente anche di migliorare la capacità di penetrazione del brand, possiamo fare supermercato, ristorante, centro commerciale".
Zanetti e la Virtus, le ragioni dell’investimento: "Ero già nella Pallacanestro, a Gorizia. Inoltre le sorelle di mia madre giocavano a pallacanestro e mio padre negli anni Venti-Trenta si avvicinò al Basket perchè in campo c’erano anche belle donne con i pantaloncini corti. - sorride - Ci sono poche cose belle per l’uomo e la donna: l’arte, lo sport e la gioventù, che provocano entusiasmo e gioia". Basket, Tennis ma anche Ciclismo. E' un impatto, multidisciplinare, quello di Zanetti con Giffoni Sport: "Ho avuto la squadra di ciclismo per otto anni, ho avuto Nibali. Oggi il ciclismo è cambiato. Non ci sono solo alcuni campioni, ma sono tutti campioni. Corrono tutti, vanno forte. E vogliamo parlare del calcio? Abbiamo perso gli Europei, perché la nostra Nazionale non ha campioni. È fatta da calciatori bravi in Serie B, perchè le nostre squadre più forti sono fatte solo da stranieri".
Zanetti non è solo sport ma anche Fondazione, Onlus. "Da ragazzo sono sempre stato vicino al sociale. Ogni ragazzo è sempre preso dal proprio lavoro. Quando cresce, capisce che dopo aver preso bisogna anche dare. Ho fondato una Onlus unicamente per sfamare i bambini che muoiono nel mondo. Lavorando nel settore del caffè e avendo a che fare con tanti paesi che vivono di agricoltura anche sottosviluppati, notavo le necessità di molti ragazzi. Bisogna essere predisposti ad aiutare e quando mi viene chiesto di fare qualcosa, se proprio non sono impedito, dico sì. Noto molta partecipazione anche dei giovani al mondo green. Sono fiducioso e credo che le nuove generazioni faranno bene quanto noi, anzi meglio". La sua famiglia è sportiva a tutto tondo. "Ho fatto sempre sport, ho cominciato con il tennis ed ero campione regionale a 15 anni. C’è una medaglia che porto al petto: ho battuto Barazzuti ma è accaduto perché ero più grande di lui di alcuni anni. Ero il numero uno di Treviso e lui di Udine, ma mi ha fatto penare: l’ho sconfitto in 5 set. Era magrissimo e con il cappellino nero: un ragno. Mi ha fatto penare e l’ho battuto in 5 set. Usciti dal campo poi ho praticato anche il pugilato. L’ho sempre abbinato all’arte, perché mia mamma era una pittrice".
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