"Mantenere un cuore da bambino non è una vergogna ma un onore". E’ padre Enzo Fortunato ad aprire il suo davanti ai giffoner di Impact nella Sala Blu del #Gff54 dove è in corso di svolgimento il festival. Padre Enzo Fortunato insieme ad Ermete Realacci ha incontrato i giovani, rispondendo alle loro domande e curiosità per un confronto e un dibattito sui temi dell’ambiente ma anche sulle politiche migratorie, sullo stato di 'salute' della Chiesa, sui giovani e il futuro ma anche sul governo attuale e sulle sue scelte. Non si risparmiano i due interlocutori, partendo dall’enciclica "Laudato Si’" di Papa Francesco tra crisi ambientale della Terra e crisi sociale dell’umanità e del filo (poco) sottile che le unisce. I due sono di casa a Giffoni, dove si sentono come in famiglia e da dove spesso padre Enzo Fortunato ha lanciato messaggi chiari di vita, parlando ai più giovani, tracciando la strada verso il futuro. "Si parla della denatalità: che ne pensate voi ragazzi? Fra poco vi auguro di mettere sù famiglia, in futuro. Credo che il problema serio si ponga: voler gestirsi e gestire la propria vita pensando a noi stessi".
"E’ evidente allora che l’Italia è chiamata ad aprire le porte - ha evidenziato padre Enzo Fortunato, dopo aver fatto un punto proprio sulla migrazione di persone nel nostro Paese - Papa Francesco ha detto una cosa interessante con un’immagine: l’Italia ogni anno perde una città con 200mila persone. Spero che mettiate nei vostri sogni la gioia dei figli e dico che mantenere un cuore da bambino non è una vergogna ma un onore. Ci invita a sognare, ad entrare nell’azione con tanti amici". Per Ermete Realacci, invece, dopo aver parlato a lungo anche del tema dei piccoli comuni, delle aree interne e dell’ambiente in generale con un focus sui migranti a confronto con chi in passato tra gli italiani era approdato in altre terre per cercare fortuna, speranza, lavoro, l’esigenza oggi è quella di rimanere avventurieri: "Si sente il bisogno di avere un popolo di avventurieri. Dobbiamo approcciare bene a tutti questi temi, se non vengono percepiti come una sfida o come un’avventura, sono deboli. Ho fatto fisica ma anche l’idea che il tema chiave sia dettato dalla scienza non è sufficiente, c’è bisogno di qualcosa di più. La vita è la più bella delle avventure ma solo l’avventuriero la scopre e qui noi a Giffoni come ovunque abbiamo bisogno di un popolo di avventurieri che pensi che il meglio possa ancora venire".
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