A Giffoni è il giorno di Elly Schlein, segretaria nazionale del Partito Democratico. La sua visita anticipa di poche ore quella di Giuseppe Conte, presidente del Movimento Cinque Stelle, dando vita ad un dialogo a distanza più che ravvicinata sull’ipotesi di campo largo, di coalizione progressista, che, insieme ad Alleanza Verdi Sinistra, stanno sperimentando come già è accaduto in occasione di diverse esperienze elettorali in occasioni delle Amministrative di giugno. Ma Elly Schlein a Giffoni non può non partire dai ragazzi e dal cinema, dalle giovani generazioni e dalla cultura: "Lasciatevi trasformare e trasportare da questa esperienza. - dice - Credo che ci debba essere un riconoscimento trasversale per Giffoni che è un orgoglio nazionale. Un’esperienza come questa ti apre la mente e ti fa viaggiare da fermo. Sono felice di essere qui perchè è un’occasione di scambio imperdibile per i ragazzi che imparano a liberare la loro creatività. Su cultura, cinema, arte, musica non dovremmo mai smettere di investire perchè rappresentano elementi di crescita e di inclusione collettiva, ma anche percorsi professionali da rispettare perché spesso questi lavoratori vivono condizioni di difficoltà e di precarietà". Lo dice e aggiunge di aver avuto esperienze in altri festival del cinema che sono state estremamente formative per lei. Lo dice e aggiunge di essere un’aspirante regista. Che forse resterà tale, dichiara sorridendo, ma la politica è il principale dei lavori a tempo determinato, aggiunge ancora. Mai dire mai, insomma.
Ad attenderla il fondatore di Giffoni, Claudio Gubitosi. Con lui il presidente dell’Ente Autonomo Giffoni Experience Pietro Rinaldi ed il direttore generale di Giffoni, Jacopo Gubitosi. Con la fascia tricolore il primo cittadino di Giffoni Valle Piana, Antonio Giuliano. In prima fila in platea l’eurodeputato Sandro Ruotolo ed il parlamentare Piero De Luca. Elly Schlein in sala incontra i ragazzi di Impact, la sezione di Giffoni dedicata ai temi della politica e dell’attualità, della cultura e della società. Prima il punto stampa con i giornalisti. Le dimissioni di Giovanni Toti dalla presidenza della Regione Liguria irrompono sul Festival e Schlein non si sottrae da un suo commento: "Per ottanta giorni la Liguria è stata tenuta agli arresti domiciliari. E’ arrivata l’occasione per ridare la parola ai cittadini liguri, per le forze alternative alla destra di costruire un progetto che guardi al futuro". E la costruzione di un’alternativa alla destra, al governo Meloni rappresenta la linea guida della sua visita a Giffoni. Glielo chiedono i giffoner. Glielo sollecita dalle agenzie di stampa Matteo Renzi, prendendo spunto proprio dalla vicenda ligure. "In questi ultimi tempi siamo stati testardamente unitari perché abbiamo la consapevolezza che nessun partito, nessuna forza oggi all’opposizione sia sufficiente per determinare un’alternativa al governo Meloni. Dobbiamo perciò unire le nostre forze e farlo su questioni concrete".
Facile a dirsi, più difficile a farsi: "Non sottovaluto questa destra perchè è vero che abbiamo avuto un ottimo risultato alle Europee ma loro sono arrivati comunque sopra. Molto prima che ragionare sui perimetri dobbiamo metterci d’accordo sulle cose da fare per l’Italia. Ci vuole generosità e riconoscimento reciproco. Io non credo nelle formule astratte, non nascono in provetta le coalizioni che vincono. Le alleanze si fanno tra diversi e mettono a valore le differenze. Questa alleanza la dobbiamo fare sui temi". Il tempo dei veti è finito, sottolinea la segretaria del Pd: "Non li mettiamo con nessuno. Ma non vogliamo nemmeno subirne. Proviamo a mescolare la nostra gente. Abbiamo fatto una bellissima manifestazione unitaria a Genova e dalla folla c’hanno chiesto di essere uniti. E’ stata la piazza più emozionante di tutti tra le oltre 140 che ho fatto in questa campagna elettorale. L’unità è una cosa che va perseguita perché è la nostra gente a chiedercelo ed è la premessa vera per costruire l’alternativa". E i temi sono quelli cari ad una sinistra moderna, quella che trova in Schlein la rappresentante che forse meglio è in grado di entrare in empatia con una platea di giovani.
Si va dal salario minimo che è una battaglia a lei molto cara "perchè se si paga meno di nove euro all’ora non è lavoro, ma è sfruttamento", al tema della sanità pubblica che purtroppo si è troppo discostata da quel diritto universalistico immaginato da donne come Tina Anselmi, spiega. Si va dalle questioni climatiche fino a quella enorme dei diritti civili e sociali: "Sono queste le questioni concrete su cui con le altre forze di opposizione possiamo trovare punti di convergenza per rendere l’Italia un Paese migliore e l’Europa un posto migliore". Altro tema, altre emozioni. "Siamo circondati da uomini che hanno paura della parola femminismo", la sollecitazione è di una ragazza dalla sala. Che parla della sua condizione di giovane donna e non trattiene le lacrime: "Vorrei invitarti alla prossima assemblea del nostro partito - le risponde Schlein - perchè è vero quello che dici. Siamo immersi in una società patriarcale. È una questione molto trasversale e allora come la affrontiamo? Partiamo dalla disparità salariale. In Europa in media le donne a parità di mansioni guadagnano il 13% in meno degli uomini e questo è inaccettabile. Il divario delle pensioni è pari in media al 28%. Questo dato racconta un’altra verità: le donne fanno più fatica progredire nelle carriere. Questo è un processo culturale di cui mi prendo carico. Sono una femminista e sono orgogliosa di esserlo. Ora partiamo dalla questione lavorativa. C’è una proposta che ancora non siamo riusciti a far passare. Se vogliamo costruire più parità facciamo come in Spagna o come in Francia con la previsione di un congedo paritario di cinque mesi retribuito al 100% per distribuire il carico di cura che nelle nostre famiglie grava soprattutto sulle spalle delle donne". La platea condivide, applaude.
"Siamo entrambe donne, ma con la presidente Meloni abbiamo idee molto diverse. Faremo una battaglia anche sul fatto che nei consultori non possano entrare gli antiabortisti per fare pressione sulle donne. Su queste cose andremo avanti orgogliosamente". Altro applauso, altra condivisione dei ragazzi". Immancabile il riferimento alla disaffezione dei giovani rispetto alla politica. Schlein ha un’altra convinzione: "Se c’è tanto astensionismo - spiega - non vuol dire che i giovani rinuncino a fare politica. Anche qui state facendo politica e la state facendo insieme. Ci sono altri modo per fare politica oggi e allora i partiti dovrebbero aprire porte e finestre. Inondateci con la forza delle vostre idee e della vostra creatività". Un contributo importante da parte dei ragazzi può arrivare nell’adesione alla raccolta firme per l’indizione del referendum abrogativo relativo alla riforma dell’autonomia differenziata: "E’ una legge che spacca in due il Paese, che ha invece bisogno di essere ricucito, ed è una riforma che fa male anche al Nord. È una riforma che stanno portando avanti senza un euro, senza nemmeno disturbarsi a nascondere che si tratta ancora del disegno secessionista della Lega, a cui Fratelli d'Italia si piega per un accordo di potere legato alla riforma del premierato, anche quella molto pericolosa". E la riforma del premierato entra nel dibattito in sala quando le chiedono cosa pensa dell’attuale legge elettorale che presenta liste bloccate e parlamentari di fatto nominati: "Questa legge elettorale va cambiata", dice senza esitare.
"Siamo contrari al premierato perché non esiste in nessun altro Paese, perchè mette a rischio l’equilibrio tra i poteri che è tutelato dalla nostra Costituzione. Il premierato accentra i poteri nelle mani di chi guida il governo. Se passasse, ci troveremmo di fronte al fatto che sarebbe il governo a decidere della vita del Parlamento. - afferma la segretaria del Partito Democratico - Il premierato rappresenta un argomento furbissimo ma in realtà la democrazia è una cosa molto più complessa e molto più preziosa". In chiusura altri due temi che stanno tornando in tantissimi degli incontri di Impact. Si parte dal conflitto israelo-palestinese. Ancora una volta Schlein usa parole di chiarezza: "Il massacro in Palestina è in corso tutti i giorni perciò è evidente che non stiamo facendo abbastanza. Da ottobre chiediamo cessate il fuoco. Ancora non c’è stato. La nostra posizione è stata chiara dall’inizio. La prospettiva è quella dei due Stati, ma uno esiste già. Allo stesso modo ha diritto di esistere anche l’altro che non è mai stato riconosciuto e questa è una responsabilità della comunità internazionale. Chiediamo perciò all’Italia e all’Europa di riconoscere lo Stato di Palestina come hanno fatto altri Paesi".
Infine la sicurezza sul lavoro, il caporalato, questioni che in Italia sembrano irrisolvibili. Ciclicamente tornano con la loro scia di dolore e morte: "Quel bracciante non è morto ma è stato ucciso dalla disumanità delle persone per cui lavorava, criminali che affronteranno i processi. Ma questa non è purtroppo un’eccezione, ma si tratta di un sistema. Che bisogna scalzare. Come? Garantendo condizioni di concorrenza leale e investire sugli strumenti di controllo. Stiamo riscrivendo una pessima legge, la Bossi - Fini che crea irregolarità da venti anni. Vogliamo costruire un altro sistema, regolare e regolato. Perché spesso queste irregolarità diventano ricattabilità. Bisognerebbe spezzare l’ipocrisia per quale ce la si prende sempre con gli immigrati irregolari e mani con i datori di lavoro che li impiegano irregolarmente". Applausi in chiusura. Saluti dalla platea. Elly Schlein ha scelto il verde della sua camicetta come la speranza. E di speranza è il messaggio che lancia. Glielo dicono dal palco: "Grazie per la speranza che ci ha dato oggi, quella di poter vivere in un Paese che possa somigliare di più a quest’utopia chiamata Giffoni".
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