Katia Serra chiude la penultima giornata della prima edizione di Giffoni Sport, in un bellissimo incontro con i ragazzi racconta della sua carriera, riproduce la sua famosa telecronaca della finale dell’europeo di Wembley del 2021 ed affronta temi importanti come la parità di genere. In merito a quest’ultima, Katia ha raccontato delle differenze nel trattamento della nazionale femminile rispetto a quella maschile: "Se oggi penso a quando giocavo io in Nazionale, che ci davano le divise degli uomini, che non ci davano un euro e se mi facevo male dovevo pagarmi io stessa le cure. Oggi invece siamo qui a parlare di una Nazionale che andrà a fare un europeo e che viene trattata come la Nazionale di Spalletti. E' un traguardo". Bolognese di nascita, Katia ha parlato della splendida annata del suo Bologna, rivelando i fattori di questa stagione così strepitosa: "Col Bologna di quest’anno andavi allo stadio e ti divertivi, perchè la squadra trasmetteva tanta emozione. Dava sempre tutto per la maglia e faceva divertire. E io come tutti mi sono tanto divertita. E credo che questo sia stato importante per i grandi risultati di questa stagione".
Parlando invece di cosa potrebbe fare il calcio femminile per crescere sempre di più, l’ex calciatrice ha evidenziato la necessità di crearsi un’identità propria: "Nei club, e ormai anche in federazione, si seguono le orme del calcio maschile anche se è una cosa completamente differente per tradizione, storia e cultura. E questo è un grande freno all’evoluzione che questo sport potrebbe avere. Per arrivare alla parità assoluta il percorso è lungo: alle olimpiadi oggi c’è il 48% di donne e il 52% di uomini quindi abbiamo raggiunto una prima parità, ma ci sono voluti 134 anni. Un altro cambio che deve avvenire ad esempio è quello sul modo in cui viene trattata la donna nei giornali di contenuto sportivo: troppo spesso quando si scrive della donna si parla prima dell’estetica e poi della prestazione".
Rispondendo alle domande degli ambassador, Katia ha parlato del suo rapporto con i social. L’ episodio che ricorda con più dispiacere è avvenuto dopo una telecronaca fatta nella partita che ha sancito la mancata promozione del Pisa in Serie B, di qualche anno fa: "I tifosi pisani per la mancata promozione in B mi hanno insultato moltissimo, con cose indicibili. Anche se io non avevo fatto niente. Lo hanno fatto perché mi hanno identificata come punto debole con cui prendersela. Come l’ho superata? Mettendomi in discussione: prima di tutto ho riguardato la partita per capire se avessi detto qualcosa di male, ma così non era. A quel punto ho accettato il fatto che era una reazione che non potevo controllare. E ora che i social sono ancora più presenti ci sono ancora più situazioni del genere. Quindi è importante darci il giusto peso, perchè non sono lo specchio della vita reale".
Assieme a Katia, gli ambassador hanno anche vissuto un momento che difficilmente dimenticheranno. La telecronista ha messo in scena la telecronaca che l’ha resa celebre, quella della vittoria italiana agli europei del 2021, su cui ha prima speso qualche parola: "La finale di Wembley la seguivo con tutto il corpo, non solo con la voce. Era un’occasione storica perché non era mai successo che una donna commentasse la finale degli europei. E io ho sempre pensato che quella partita sarebbe stato il mio bivio su questa carriera da commentatore. E infatti… SI SI SI CAMPIONI D’EUROPA IL CIELO GRIGIO DI WEMBLEY DIVENTA AZZURRO. É stato qualcosa di talmente speciale che non potrò mai dimenticare".
Nel presentare il suo libro "Una vita in fuorigioco", di cui gli ambassador hanno potuto apprezzare un estratto, Katia ne ha raccontato la nascita: "L’idea del libro nasce perché sono stata cercata dopo Wembley a dire il vero. E quando sono stata cercata il primo approccio è stato ‘in quanto giornalista, vorremmo che tu scrivessi di qualcuno’. Io però ho spiegato che non sono giornalista e che non avevo nessuna intenzione di diventarlo, motivo per cui non avevo nessun interesse a farlo. Poi però hanno scoperto il mio background allora hanno cambiato idea e mi hanno fatto raccontare di me stessa. Dopo che ho deciso di scrivere ci sono voluti mesi intensi. Mi svegliavo di notte con l’ispirazione e mi mettevo a scrivere. É vero quando si dice che la scrittura è creativa, ve lo posso confermare".
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