Il campionato di Serie A terminerà pochi giorni prima del Mondiale per Club. Sarà lo spettacolo nello spettacolo, ma anche una rischiosa catena di montaggio: tutto si realizzerà a velocità supersonica. "Chi tutela i calciatori?". La domanda risuona a Giffoni Sport, e Calcagno, presidente AIC, non si sottrae: "I top player dei club di vertice rischiano di giocare 85 partite nella stessa stagione. Noi ci aspettiamo solo che giochino bene e nello stesso tempo è anche necessario che giochino, affinché il nostro campionato non perda valore. Ma si possono allenare pochissimo e quindi sono sempre più esposti al pericolo degli infortuni. Siamo arrivati a un punto nel quale per massimizzare i ricavi rischiamo che il nostro prodotto alla lunga sia più scadente. In una rosa composta mediamente da 32 giocatori, 8 coprono il 50% del minutaggio complessivo". Lui, da calciatore della Sampdoria, era il giovane in mezzo alle stelle. "Sono stato dal punto di vista calcistico un ragazzo fortunato. La mia carriera si è quasi tutta svolta in Serie C ma da ragazzo, io originario di Chiavari, mi ritrovai a fare il diciottesimo della Sampdoria, una rosa sontuosa che aveva vinto la Coppa delle Coppe e che si apprestava a vincere lo scudetto. Sono stato un tifoso privilegiato, perché ero dentro un gruppo magico. Ho cercato di essere una spugna, per carpire tutti i segreti".
Il ricordo di Gianluca Vialli: "Era un esempio in campo e fuori dal campo. Stupiva la modalità con la quale stava in campo e in mezzo al gruppo. Con un carisma così forte, riusciva a trasmettere certezze. Abbiamo tutti bisogno di riferimenti all’interno del gruppo". Poi tanta attività sindacale."L’Assocalciatori è nata nel ’68 e la spiegazione di ciò che facciamo è proprio nella genesi dell’Aic. Sono stati presidenti tanti capitani della Serie A, i giocatori della Nazionale. Tutto quello che noi oggi abbiamo ottenuto per i calciatori dilettanti, un tempo era il tema dibattuto per la Serie A: Rivera firmava e restava legato al Milan, non c’era scadenza. Il calciomercato all’epoca era totalmente deregolamentato. Da lì è partito tutto l’iter per la legge 91, che adesso non esiste più perché inglobata nel Decreto 36". Il tema della 54a edizione di Giffoni è l’illusione della distanza: "Il nostro ambiente è il luogo migliore nel quale coprire distanze. Lo sport è inclusione e chi vive lo spogliatoio sa bene che le distanze in quelle quattro mura non ci sono".
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