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Giffoni Film Festival, il ministro Abodi: "Investimento fiduciario sui giovani più importante di quello finanziario"

27/07/2024

Nell’ultima mattina della prima edizione di Giffoni Sport è stato ospite dell’Antica Ramiera e i suoi ambassador il Ministro per lo sport e i giovani Andrea Abodi. Prima dell’incontro il ministro si è concesso a una breve intervista, in cui ha parlato delle Olimpiadi cominciate ieri e dell’importanza di dare fiducia a iniziative come il Giffoni Sport: "Ogni anno è un piacere tornare qui e vedere l’impegno che si rinnova e che si allarga, perchè quest’anno il festival ha anche altri contenuti: quest’anno c’è una presenza molto più significativa dello sport che è un fattore di benessere individuale e collettivo. D’altro canto la cura per certi rischi è quella di tenersi allenati ed è quello che fa Giffoni durante tutto l’anno. É il lavoro quotidiano che porta a questo appuntamento, Giffoni non si ferma mai". Abodi ha svelato gli aspetti che stanno dietro la riuscita del Festival: "Il dialogo è importante. Per questo Giffoni ha custodito nel tempo una grossa prospettiva di successo che si conferma di anno in anno. C’è questa possibilità di incontrarsi, di ascoltare e di dialogare tra di noi e di assumerci anche impegni che di anno in anno vengono verificati. Per tornare di anno in anno e dire 'questo l’abbiamo fatto, questo è ancora da fare'. È lo strumento che consente di accorciare le distanze e superare le diffidenze e ripristinare un rapporto fiduciario".

Il ministro ha parlato anche dell’importanza di instaurare un rapporto di fiducia fra queste iniziative e le istituzioni che le sostengono: "Al di là dell’aspetto finanziario che ritengo importante ma secondario, è l’investimento fiduciario che è quello più significativo e da cui ci aspettiamo un rendimento importante, da poter misurare ogni giorno. Bisogna mettere i giovani nella condizione di non vederci da lontano, di partecipare agli eventi giustificandosi non solo con le lezioni, ma con la vita". Per concludere, il ministro ha parlato dell’Olimpiade che proprio ieri ha preso il via: "La cerimonia di apertura l’ho vista poco, ho acceso proprio mentre passavano i nostri ragazzi e ho visto la nostra gioia". Abodi si è poi espresso sulla questione dei fischi alla delegazione israeliana: "Ho visto anche l’arrivo della delegazione israeliana. Quello è un tema che ho già affrontato: credo che sia importante che lo sport rimanga una zona neutrale in qualche misura, sapendoci però misurare con le miserie umane. Sapendo distinguere aggressori e aggrediti, anche se a un certo punto dovremo trovare delle soluzioni che siano comunque di pace duratura. In quell’ambito penso che la pace si possa costruire con un modello di due stati, superando la logica della guerra e dell’aggressione sistematica a cui c’è inevitabilmente chi poi dà una risposta di maggior intensità. Lo sport in generale, e le Olimpiadi e le Paralimpiadi in particolare, devono essere un momento in cui il messaggio universale è orientato allo stare insieme e non a escludere, salvo chi decide di escludere da solo".

La salute umana, quella animale e del nostro intero ecosistema sono legate in maniera indissolubile. Non solo, la salute mentale è parte integrante di questo sistema ed ha bisogno di essere tutelata. Lo sport come strumento per la salvaguardia della salute e del benessere mentale dei giovani è il messaggio della MasterClass "SportAgers: Sport, Giovani&Salute". L’evento organizzato da Giffoni Experience, Havas Life Milan e Giffoni Hub con Beniamino Quinteri (Presidente dell’Istituto per il Credito Sportivo), Alberto Siracusano (Coordinatore del Tavolo tecnico ministeriale per la salute mentale), Luigi Mazzone (Direttore della Scuola di Specializzazione in Neuropsichiatria Infantile), Cinzia Niolu (Presidente Sezione Psichiatria dell’Adolescenza - Società Italiana di Psichiatria dell’Università degli Studi di Roma Tor Vergata 2), Giulio Corrivetti (Direttore del Dipartimento di Salute Mentale ASL Salerno), Giovanni Sacripante (Responsabile Nazionale DCPS per la FIGC), moderato da Carola Salvato (Havas Life Milan), è stato impreziosito da Andrea Abodi, Ministro per lo sport e i giovani. "Il Festival di Giffoni non  va mai in vacanza - ha detto il Ministro Abodi - è occasione per me di incontro, confronto, risposte e verifiche. Questi appuntamenti a Giffoni non sono una passerella, anzi non lo sono per  niente. Sono momenti nei quali dobbiamo dar conto delle cose che facciamo, dobbiamo ripristinare investimento fiduciario. Assumiamo impegni, li rispettiamo e creiamo opportunità. È questa la chiave della politica nei confronti delle giovani generazioni, altrimenti rischiamo solo di fare sermoni. Questo non è il tempo di parlare bene ma di fare bene. Questa è la sfida della socialità, della umanità e delle opportunità di vita. I giovani ci guardano e ci dicono 'che cosa mi offri?'".

Uno dei rapporti più stretti, lo sport, ce l’ha con la salute. Abodi ne parla all’interno della MasterClass. Le sue parole: "Il rapporto con la salute è privilegiato. Con le scuole, il rapporto dello sport va così e così. Il 55% delle scuole non ha palestre, quindi è una grande impresa quando vengono fuori campioni. C’è rapporto destrutturato con le associazioni. Poche ore di palestra durante gli anni scolastici". Molto spesso misuriamo lo sport dai successi e dalle medaglie: "Lo sport è importante perché siamo tra i primi al mondo e abbiamo tanti campioni e campionesse? Lo sport è importante innanzitutto perché fa bene alla salute fisica e psichica. Chi fa sport sta un po’ più in pace con sé stesso. Dobbiamo vivere con questo obiettivo: la ricerca del benessere del nostro corpo e della nostra anima. Chi fa sport si dà anche delle regole e credo che aderisca pure ad un paradigma valoriale. Lo scopriamo anche nel rapporto con la comunità sportiva alla quale apparteniamo. È un rapporto legato non solo ai gesti ma anche ai corretti comportamenti, perché questo è il senso dello sport. C’è un messaggio di competizione bello e universale in questi giorni di Olimpiadi e Paralimpiadi. Ma al centro ci sono i valori olimpici di lealtà, correttezza e probità, che vanno rispettati. Se lo faccio, anche le mie parole assumono un significato più credibile, altrimenti sono parole. La mia coerenza non diventa un fatto incidentale ma decisivo. Il rapporto con la salute è rimasto indietro, perché non lo abbiamo mai strutturato. Adesso siamo arrivati ad un  passo dal prescrivere l’attività sportiva per fini terapeutici. Possiamo probabilmente passare dalla cultura della cura alla dimensione della cura della prevenzione. Possiamo investire una piccolissima, infinitesimale parte della spesa sanitaria, per investire sulle strutture e anche sulla terza età, perchè lo sport non ha età. Vedo, in questi tempi, una maggiore apertura verso spazi della consapevolezza. Vedo uno sport nella dimensione della socialità, partendo da Caivano e dovunque ci sia spazio. È un tratto distintivo, qualifica sempre più le vittorie così come le sconfitte e consente a vittorie e sconfitte di essere promozione di questo modello. Ci sono tante opportunità che noi cerchiamo di mettere insieme nella squadra di governo, tutti insieme, con Comuni e Regioni, trasformando l’attività sportiva dal riconoscimento di un valore a un riconoscimento di un diritto". Abodi è fiero? Risponde: "Sono felice della fiducia accordatami dal presidente Meloni".

Su Caivano: "Ha un valore simbolico che merita di essere affrontato. Per la prima volta, di fronte ad un fatto di cronaca, siamo passati dallo sdegno all’impegno. E' facile sdegnarsi e poi farsi prendere la quotidianità. 12 anni fa, sotto i balconi di Caivano abbiamo realizzato playground dedicati a Fortuna e Antonio, bambini lanciati da quei balconi. C’è stato un forte sdegno e poi la vita è proseguita. Un anno fa, due bambine hanno denunciato violenze e noi non ce la siamo sentita di limitarci allo sdegno. Ci siamo presi la responsabilità il 31 agosto di fare delle cose e nessun ministro si è sottratto al dovere-piacere di dare il contributo. Con Sport e Salute ci siamo presi la responsabilità di dare un corpo e un’anima a 25mila mq di impiantistica sportiva abbandonata e diventata scenografia dell’orrore. Ci siamo impegnati a farlo in pochissimi mesi. Don Patriciello era da un lato sorpreso e dall’altro molto dubbioso, ma come è giusto che fosse, ha investito in fiducia. Non abbiamo mai avuto rapporti in passato e sembravamo un po’ distanti. Invece talvolta la distanza è solo un effetto ottico. Gli dicemmo 'noi lo facciamo' e lui disse 'io ve lo riconoscerò'. Lo abbiamo fatto e questo impianto è meraviglioso. È un progetto di rigenerazione urbana che diventa rigenerazione umana, è il ripristino di un modo civile di convivere. Non vuol dire che abbiamo vinto la partita, ma che non lo abbiamo persa. Vuol dire che abbiamo ripreso a giocarla, senza perderla a tavolino. Non abbiamo calato dall’alto un progetto ricostruttivo, ma abbiamo detto che volete che facciamo, quali discipline e che colori volete utilizzare. Hanno contribuito tanti ragazzi e ragazze delle scuole di Caivano. Adesso lo sentono come casa loro e ci vanno ragazzi di Caivano e delle vicinanze. Stiamo realizzando un campo di calcio, che c’era ma che era stato soppiantato da una piazza. Poi la pista d’atletica e un’arena dello sport".

I giffoners sollecitano il ministro Abodi su alcuni temi giovanili di stretta attualità, a cominciare dalle opzioni offerte ai praticanti: "Deve essere sancito un patto tra sport e scuola, perché c’è ancora grande distanza. È un problema di strutture fisiche, ma anche immateriali. Qualcosa stiamo facendo, anche nella direzione dei programmi didattici e chiarendo che lo sport non è un premio per chi va bene a scuola, anzi uno strumento (pure per le ricadute su metabolismo) per andare meglio a scuola. Inoltre lo sport non distrae dalla scuola". Che cosa fare? "Abbiamo scelto un progetto-manifesto dei Giochi della Gioventù, che si sono spenti come una candela sette anni fa e stavolta non c’è stato neppure lo sdegno. Lo riprenderemo, lo abbiamo ripristiniamo. Non ci accontentiamo di ritrovare la bellissima competizione tra le scuole italiane, ma abbiamo messo intorno i temi della salute, della salute, della disabilità. Questo costringerà tutti e anche il corpo docente a misurarsi in maniera differente. Accadrà per le classi quarte, quinte, poi per le scuole medie. Parliamo di scuole nuove? Noi abbiamo tutte scuole del Novecento, senza palestre e con i palazzi intorno". 

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