Il medium videoludico si sta facendo sempre più strada all’interno del palinsesto della cultura nel senso più lato del termine. Grazie al rinnovo generazionale (e agli indiscutibili incassi che opere videoludiche hanno) un’ampia fetta dei maggiori titoli ha avuto una trasposizione cinematografica. Era solo questione di tempo prima che toccasse anche a Borderlands. Prima di analizzare il film è necessario, però, raccogliere le informazioni base che ci consentono di comprendere più a fondo cosa sia Borderlands.
Il videogioco di Borderlads è classificabile come un action-RPG, a tratti loot-and-shoot, famoso per il suo stile fuori dalle righe e dalla grande attenzione che è stata rivolta in tutti i suoi capitoli all’azione cooperativa, anche prima che tale elemento iniziasse a far parte della maggioranza dei titoli del genere. Il tutto si svolge sul pianeta Pandora, un’ambientazione post-apocalittica decisamente poco conforme agli stereotipi che franchise come Mad Max ci hanno trasmesso. Un’altra eccellenza di Borderlads, nonché una delle particolarità che ha contribuito a renderlo famoso, è il roster dei personaggi, composto sempre da farabutti estremamente diversi fra loro, che fanno mutare il gameplay in maniera considerevole in base a quello che si sceglie all’inizio.
Ora che siamo in possesso di queste basilari informazioni sulla saga possiamo procedere a dare uno sguardo ravvicinato al film.
Il film ha un cast e una regia di tutto rispetto. Gli esempi più lampanti sono Cate Blanchett, nei panni della protagonista, e Jack Black, alle prese con il doppiaggio di Claptrap. Quest’ultimo personaggio in particolare è un evidente rappresentazione di cura verso la saga originale, visto che il personaggio è stato preso e traslato esattamente com’è dal gioco al film. Divertente, un po’ fuori luogo e rompiscatole, Claptrap è probabilmente ciò che di più accurato il film ha fatto. L’ambientazione, invece, non rispecchia del tutto quella dei videogiochi. Il pianeta è de facto lo stesso, e ci sono elementi che rimangono invariati facendo gustare l’aria di Borderlands, ma pecca nell’adattarla allo stereotipo di desert post-apocalittico standard. Volendo parlare della protagonista e dei personaggi che le girano in torno non possiamo che elogiare la qualità attoriale di molti di questi, che rendono dei personaggi sopra le righe tangibili ad un pubblico anche di non appassionati.
Fin ora ho volutamente tralasciato ciò che risulta essere, a parer mio, il più grande difetto del film: la trama. Questa è semplice e diretta e, nonostante ciò, riesce a perdersi. Non è un dramma dare una trama semplice ad un film del genere, basato molto più sull’azione che sui dialoghi, ma Borderlands si incastra in un cerchio di cliché appartenenti al genere post-apocalittico, tanto da risultare a tratti noioso. Non sono da dimenticare le scene altamente pirotecniche e fuori di testa, che sono tutt’altro che assenti e controbilanciano il resto del film, anche se non riescono a salvarlo totalmente.
Borderlads si presenta come un film bilanciato, che ha lati positivi, per lo più rivolti agli appassionati, ma anche negativi. 102 minuti forse erano troppi, o forse troppo pochi, per trasporre al meglio un franchise come questo, fatto sta che il film risulta una bella esperienza se si è appassionati di Borderlads, un’esperienza tutto sommato godibile se invece si apprezzano le opere post-apocalittiche, e un’esperienza mediocre negli altri casi.
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