Un sogno divenuto realtà proprio nel momento in cui sembrava quanto meno rimandato. La bellezza dell'inatteso cade a pennello anche nello sport, una testimonianza diretta arriva da Giulia Orlandi che quest'anno legittimerà il suo desiderio di giocare la massima serie con la Wealth Planet Perugia targata Bartoccini Fortinfissi. "Seguivo questa squadra con attenzione ormai da tempo e ho sperato dopo i primi pour parler con il mio procuratore di poter far parte del suo organico. All'alba di questa estate, quando i primi contatti non avevano più avuto seguito, mi ero ormai focalizzata su altre possibilità poi all'improvviso è arrivata la chiamata tanto desiderata: giocare con le Black Angels era un sogno inseguito da tempo divenuto realtà. I primi giorni di preparazione sono stati subito intensi, anche con il gruppo non ancora al completo: stiamo spingendo tanto per farci trovare pronte all'inizio del campionato, seguite in maniera scrupolosa da uno staff che non ci fa mancare nulla, impeccabile da ogni punto di vista. Un ambiente davvero fantastico. Con le più piccole del team è necessario saperle coinvolgerle ed integrarle, consapevoli della necessità del loro assestamento, accompagnandole fuori dal quel mondo ovattato del solo settore giovanile. Tutte quante insieme fedeli al motto, sbagliando si impara".
La classe 2004 capitolina è vogliosa di riscatto dopo un anno non facile a Soverato per svariati motivi: "Inizialmente sono partita molto carica ed entusiasta dopo l'infortunio al gomito che mi costrinse ad abbandonare anzitempo Marsala e tornare a casa dove ne ho approfittato per studiare e conseguire l'esame di maturità. Ad un inizio positivo sono subentrati vari problemi che hanno avuto ovvie conseguenze sui risultati, il riacutizzarsi dell'infortunio mi ha tenuta di nuovo ai box ma la gestione carente con cui è stato affrontato da parte di che ne aveva competenze mi ha lasciato amareggiata. Vari episodi hanno via via incrinato una situazione già di per sè non facile a livello di squadra e dispiace per come è finita ma viste le avvisaglie c'era da aspettarselo. Ne esco comunque fortificata mentalmente, consapevole che dalle esperienze negative si traggono sempre insegnamenti e che, nel bene e nel male, nello sport come nella vita, c'è sempre da imparare".
Agli impegni in palestra, Giulia ha sempre abbinato quelli sui libri: "E' tutta una questione di metodo ed organizzazione. Durante gli anni di Liceo stando a casa avevo la possibilità di programmare una routine piuttosto ordinaria. Nei pochi mesi in Sicilia ho dovuto adattarmi non trovando magari quella comprensione al binomio studentessa-atleta cui ero abituata poi son rientrata prima e finito come auspicato, aprendo le porte all'Università approcciandomi sempre con l'idea di dedicare determinate ore della giornata allo studio senza andare ad inficiare gli allenamenti".
La meraviglia dell'inaspettato caratterizza anche l'approccio pallavolistico della nuova numero 3 umbra: "Mi sono appassionata per caso accompagnando un'amica a lezione di MiniVolley, poi sono iniziati i primi allenamenti mirati ogni venerdì al Foto Italico con Matteo Pilieci, tecnico della Volleyrò Casal de' Pazzi. Da qui l'approdo in Under 13, iniziando a respirare sin da subito aria di tornei agonistici con un gruppo che per gran parte ha continuato insieme fino alla fine di un percorso fantastico. Con l'Under 14 sono arrivate le prime vittorie concrete, i premi individuali, la visibilità aumentava gradualmente e si sono spalancate le porte anche delle nazionali giovanili. Ci confrontavamo spesso con le più grandi da cui traevamo ispirazione, ad esempio ricordo gli allenamenti con Gaia Guiducci". Nel club romano, autentica fucina di talenti, ha preso contezza anche di quello che sarebbe stato il suo ruolo: "Ho iniziato sia da opposto che palleggiatore, mister Alessandro Giovannetti con l'U14 giocava con il doppio "regista" e iniziai ad entrare nella parte divertendomi e capendo che fare la palleggiatrice era tagliato su misura per me, un ruolo dalla sua grande visibilità in campo, ragion per cui sono ancora qui a ringraziarlo nonostante la contrarietà iniziale".
Agli anni del Volleyrò si legano anche ricordi indimenticabili: "E' stato un viaggio fantastico, suggellato in partenza dallo Scudetto Under 14 ed in chiusura dal biennio con l'Under 18 con un tricolore Under 17 post Covid ed un altro titolo sfiorato l'anno successivo con un gruppo di fatto partito insieme dall'U13. Siamo state come sorelle, una seconda famiglia che si viveva quotidianamente, a maggior ragione chi veniva da fuori e viveva in convitto. Nella mia valigia ci sarà sempre un pezzo di ogni esperienza fatta con loro, stavamo bene insieme a prescindere dal risultato, una seconda casa dove condividevamo gioie e dolori. Si sono creati tanti legami che porto nel cuore ed è sempre bello rivedere, tra i vari cito Giada Di Mario, Giulia Polesello con cui abbiamo vissuto 6 anni una di fianco all'altra. A queste aggiungo Giulia Viscioni, ci siamo conosciute con i collegiali in Nazionale e sia umanamente che sportivamente ci siamo subito intese. Ed Emma Malinov, siamo arrivate a Soverato da "rivali", ci siamo ritrovate unite e a spalleggiarci nelle difficoltà".
Testa sulle spalle e sguardo dritto verso il futuro di chi è abituata a virare oltre l'orizzonte senza mai soffermarsi sulla superficie: "Mi prefiggo di migliorarmi sempre e gradualmente sempre con la stessa umiltà, prendere sempre più consapevolezza nei miei mezzi. - conclude - Collettivamente non parlo di obiettivi ma stiamo lavorando per far bene in un campionato tosto, sono certa che diremo la nostra". Cuore giallorosso, atleta di valore e valori con tanti capitoli della sua storia ancora da scrivere: Giulia Orlandi ha la penna giusta per farlo nel migliore dei modi.
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