Il 26 agosto del 2004, un giovedì, il Setterosa entrava nella leggenda dello sport italiano. Oggi, a distanza di 20 anni, si celebra un trionfo storico eguagliato a livello olimpico, come sport di squadra, poche settimane fa a Parigi dall'ItalVolley di Julio Velasco che ha riportato il metallo più pregiato sul collo delle sue ragazze. All'Italdonne mancava soltanto l'Oro olimpico dopo i due iridati e i quattro europei dal 1995. Un Oro inseguito con determinazione, tenacia, sacrificio, dal "maledetto" torneo di Palermo dell'aprile 2000. Molte delle protagoniste di Atene probabilmente avrebbero smesso già da un po' se a Sydney fosse stato riservato un posto da protagonista come avrebbero meritato le campionesse del mondo e d'Europa in carica; invece no. Ci sono voluti altri quattro anni di passione e sudore, di rabbia e privazioni per conquistare ad Atene, terra delle Olimpiadi, l'ultimo applauso di una leggenda. La leggenda del Setterosa, impareggiabile realtà sportiva. L'epica finale delle ragazze ha molte similitudini con quella di Barcellona 1992 vinta dal Settebello contro la Spagna di Estiarte e Re Juan Carlos. Lo Stadio del Nuoto gremito di 10mila persone, il Governo e il fiore all'occhiello dell'economia e dello spettacolo ateniese in tribuna. C'era tutto perchè il 26 agosto diventasse "festa nazionale di Grecia". Invece, alla fine di una combattutissima partita, gli applausi sono stati tutti per l'Italia, l'indomita Italia. Quella che non molla mai, che ci crede anche sotto 9-7 a 1'23" del primo supplementare. Sempre. Altrimenti non sarebbe da leggenda, non sarebbe il Setterosa d'oro.
Per salire sul gradino più alto del podio l'Italia ha scelto la strada più difficile perdendo la partita d'esordio con l'Australia. Gambe molli, testa annebbiata. Le prime notti al villaggio non le scordi. Così, perso il primo posto del girone, il Setterosa ha prima battuto l'Ungheria nei Quarti e poi gli Stati Uniti in Semifinale. Il meglio della Pallanuoto. In finale le è toccata la Grecia padrone di casa, sorpresa del torneo e già sconfitta nel girone eliminatorio per 7-2. Sembrava tutto facile, ma non lo è mai quando giochi in condizioni ambientali impossibili.
Cinque minuti è le azzurre sono sotto 3-1, vantaggio che le elleniche mantengono sino al 4-2 d'inizio secondo parziale. Il ritorno dell'Italia però è prepotente e la Bosurgi in controfuga firma il 4-5 che segue le reti della Miceli, autrice anche dello 0-1, e della Zanchi. La Grecia non molla e in meno di un minuto torna avanti con le reti della Liosi e della Moraitidou, entrambe in superiorità numerica (alla fine sarà 3/9 per loro e 2/5 per noi). Il 6-5 di metà gara non rompe l'equilibrio che si protrae sino al finale dei regolamentari: 7-7 con tante emozioni e i goal in sequenza di Malato, Liosi e Miceli. Nei supplementari la Grecia dopo 1'23 è avanti di due con un diagonale della Liosi e un tiro fortunato della Oikonomopoulou che carambola sulla nuca della Conti dopo aver toccato la traversa. Sembra la fine. Invece è qui che esce l'Italia. Con prepotenza, voglia, rabbia. Grego e Di Mario pareggiano a chiusura di parziale, poi è ancora la Grego a segnare il goal partita con una liftata palomba su assist di Di Mario lanciata in contropiede.
"Oro, oro, oro", gridano le tredici del Setterosa, che si trascinano in vasca anche il guru Pierluigi Formiconi, il vice Mauro Maugeri, il team manager Peppino Aglialoro, il medico Nicola Armentano e la fisioterapista Valentina Sacchi. Un bagno di gioia sulle note di "Sono un italiano" di Toto Cutugno e la celebre canzone napoletana "Luna Rossa". A bordo vasca, a braccia alzate, il presidente della Federnuoto Paolo Barelli, il vice Lorenzo Ravina, il presidente della Commissione Medico Scientifica Marco Bonifazi e il Segretario Generale Antonello Panza insieme al presidente del Coni Gianni Petrucci e al Segretario Generale e Capo Missione dell'Italia Raffaele Pagnozzi. Lacrime di gioia, per un sogno ambito ormai diventato realtà. "Abbiamo coronato un sogno. - esclamava Formiconi, ancora stravolto dalla tensione - Con questo Oro chiudiamo da vincenti un ciclo irripetibile. Non dimenticatevi queste ragazze. Hanno sacrificato quattro anni della loro vita per raggiungere un traguardo difficilissimo. Hanno rinunciato alla famiglia, ai figli, a tutto per essere qui a festeggiare un sogno che poteva anche non realizzarsi. Solo con sacrifici e dedizione si raggiungono risultati. La finale di oggi, poi, è stata terribile. La Grecia è stata una vera sorpresa. Noi siamo stati un po' condizionati dall'atmosfera che ha creato il pubblico. E' stata una grande partita e loro non hanno rubato nulla. L'arbitraggio è stato buono, anche se le greche hanno avuto il doppio delle nostre superiorità numeriche". Ancora non consapevole degli anni difficili che avrebbe dovuto affrontare, Paolo Barelli si esprimeva così: "Per vincere si deve soffrire, lavorare duramente, ambire al massimo risultato possibile, credere nell'impossibile. La gara del Setterosa è un insegnamento per tutti, ne siamo fieri". Così come il Capo dello Stato di allora, il compianto Carlo Azeglio Ciampi, che manifestò la sua gioia telefonando al presidente del Coni, Gianni Petrucci: "Ho visto la partita in televisione, mi sono emozionato. Le nostre ragazze sono state bravissime. Complimenti a tutte loro e al tecnico Formiconi per una vittoria meritata. Continuate così, mi state rendendo felice".
GRECIA-ITALIA 9-10 dts
GRECIA: Ellinaki, Asilian, Melidoni, Karapataki, Liosi 5, Kozompoli, Oikonomopoulou 1, Roumpesi, Moraitidou 3, Karagianni, Lara, Moraiti, Mylonaki. All.: Iosifidis
ITALIA: Conti, Miceli 3, Allucci, Bosurgi 1, Zanchi 1, Di Mario 1, Ragusa, Malato 1, Araujo, Musumeci, Grego 3, Toth, Gigli. All.: Formiconi
ARBITRI: Kiszelly (Ung) e Margeta (Slo)
NOTE: parziali 3-2, 3-3, 0-1, 1-1; 2-2, 0-1. Nessuna uscita per limite di falli. Superiorità numeriche: Grecia 3/9, Italia 2/5. Ammonito Iosifidis (all. Grecia) nel terzo tempo. Spettatori 10.000 circa.
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