Una parte della storia ha bisogno ancora di essere portata alla luce, per farlo c’è bisogno di curiosità, voglia, empatia, senso di giustizia. È questo il messaggio lasciato ai ragazzi di Impatto Giovani dalla squadra che ha dato vita al toccante documentario "L’eccidio di Acerra". Con la regia di Felice Ceparano, e la partecipazione straordinaria di Isa Danieli, in 34 minuti sono state raccolte testimonianze dei parenti delle vittime, ma anche di chi ha vissuto dolori similari in altre grandi tragedie della storia. Dedicato ai caduti della strage nazista consumatasi ad Acerra nel 1943, tra le vittime si annoverano soprattutto contadini, mamme e bambini. "È stata una delle più brutte pagine della storia italiana e questo progetto vuole essere una sorta di monumento ai caduti. Ciò che mi ha colpito di più è il grande dolore che ancora si percepisce. Questi caduti non sono isolati, ci sono anche i parenti e i testimoni. Il cinema deve avere ancora una funzione sociale, per mantenere viva la memoria può fare molto, grazie al potere delle immagini", spiega il regista.
Nessuna immagine di repertorio, ma molto presente. Attraverso le parole dei testimoni o di chi ha raccolto, negli anni, quei racconti e quelle sofferenze. Nel tentativo di unire più dolori legati allo stesso periodo storico, nel video anche Antonio Amoretti, l’ultimo partigiano delle quattro giornate di Napoli, Alberto Liguoro, Edith Bruck e Susanna Colussi. Prodotto dall’Ambasciata della Repubblica Federale di Germania e da Extra Moenia, il film ha ricevuto il premio come Miglior documentario al Corto Dino Film Festival nel 2019 e ha partecipato agli Incontri Internazionali del Cinema di Sorrento 2019. Ufficialmente i caduti di Acerra sono 82, a cui si sommano 6 persone non riconosciute. "La ricerca storica è fondamentale, grazie al Centro di Cultura Acerra Nostra e all’ANPI, è stata fatta un’accurata ricerca negli Archivi di Stato".
Ceparano aggiunge: "E strada facendo abbiamo recuperato informazioni che non si conoscevano, compresi altri nomi di caduti, tanto da arrivare a contarne 96. È necessario ridare luce a piccoli fatti di storia locale, dell’eccidio di Acerra si è parlato per la prima volta trent’anni dopo. All’inizio gli acerrani furono derisi per aver tentato di ribellarsi ai tedeschi. Poi, grazie ad alcuni storici, sono venute fuori delle testimonianze e, man mano, è cominciata una vera ricerca". L’eccidio di Acerra rappresenta la resistenza, la quale nasce dal tentativo di difendersi. Una testimonianza che è un messaggio di pace, "perchè ogni guerra è soltanto un grande dolore". Attuale, sempre attuale, anche oggi durante la lettura dei 96 nomi delle vittime acerrane.
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