di Massimiliano Catapano
Danilo Iervolino, patron della Salernitana, si trova al centro di una bufera giudiziaria che potrebbe costargli caro. Il pm di Napoli, Henry John Woodcock, ha infatti richiesto una condanna a quattro anni e mezzo per concorso in corruzione. Al centro dell'accusa vi sono fatti risalenti al 2019, legati all’assunzione di Antonio Rossi, figlio del segretario generale del Ministero del Lavoro, Concetta Ferrari, presso Unipegaso, all’epoca sotto il controllo imprenditoriale di Iervolino. L’inchiesta ha coinvolto anche altre figure di spicco. Francesco Cavallaro, segretario generale della CISAL, rischia una condanna a cinque anni, mentre per Mario Rosario Miele, collaboratore di Iervolino, sono stati chiesti quattro anni. Diversa la situazione per l’avvocato Francesco Fimmanò, per cui è stata chiesta l’assoluzione, pur con l'ipotesi di derubricare il reato in traffico di influenze illecite, che potrebbe comportare una pena di quattro mesi. Il giudice per l'udienza preliminare deciderà a fine ottobre, ma la tensione resta alta nell'ambiente. Se confermata, la condanna rappresenterebbe un duro colpo non solo per Iervolino, ma anche per la Salernitana e il suo futuro.
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