di Massimiliano Catapano
Un uomo di 81 anni, originario di Angri, lotta tra la vita e la morte nel reparto di rianimazione dell'ospedale Umberto I di Nocera Inferiore, a causa della febbre del Nilo. L'anziano è ricoverato dall'inizio di settembre, inizialmente per una sospetta encefalite. Tuttavia, le condizioni di salute del paziente non miglioravano nonostante le cure, spingendo i medici ad approfondire gli esami. Dopo una serie di test e controlli, tra cui un consulto con l'ospedale "Cotugno" di Napoli, è stata confermata la presenza del virus West Nile. Lo scorso sabato, un altro caso simile si è verificato presso l'ospedale di Vallo della Lucania, dove è deceduto l'imprenditore Gabriele Punzi, 82 anni, vittima anch’egli del virus. La febbre del Nilo, causata dal virus West Nile, fu isolata per la prima volta nel 1937 in Uganda, nella regione del West Nile, da cui prende il nome.
Diffuso in varie parti del mondo, tra cui Africa, Europa e America, il virus si trasmette principalmente attraverso le punture di zanzare infette. Gli uccelli selvatici fungono da serbatoio del virus, ma la malattia non si diffonde da persona a persona. I sintomi più gravi colpiscono meno dell'1% delle persone infette, con complicazioni come encefaliti potenzialmente letali, convulsioni e paralisi. Nei casi più lievi, che riguardano circa il 20% degli infetti, i sintomi includono febbre, mal di testa, nausea e ingrossamento dei linfonodi. Spesso, i sintomi si risolvono in pochi giorni, ma nei casi più gravi il ricovero ospedaliero diventa necessario. Non esistono ancora vaccini o cure specifiche per questa malattia; la prevenzione è concentrata sulla riduzione delle punture di zanzare.
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