di Massimiliano Catapano
Franco Alfieri, presidente della Provincia di Salerno e sindaco di Capaccio Paestum, è stato arrestato questa mattina dalla Guardia di Finanza di Salerno. L’accusa è di corruzione e turbativa d'asta, connessa alla gestione di appalti pubblici nel comune di Capaccio Paestum. Insieme a lui, altre cinque persone risultano indagate, tra cui imprenditori e membri dell'amministrazione locale.
L’operazione ha portato al sequestro di beni per un valore di oltre 543mila euro, contestualmente al provvedimento di custodia cautelare in carcere emesso per Alfieri. Tra gli arrestati figurano Vittorio De Rosa e Alfonso D’Auria, rispettivamente legale rappresentante e procuratore speciale della Dervit Spa, società che avrebbe ottenuto gli appalti oggetto di indagine. Elvira Alfieri, sorella del sindaco e legale rappresentante della Alfieri Impianti Srl, è stata posta agli arresti domiciliari, insieme a Carmine Greco, responsabile tecnico del comune, e Andrea Campanile, membro dello staff del sindaco.
Le indagini, condotte dal Nucleo di Polizia Economico-Finanziaria della Guardia di Finanza di Salerno in collaborazione con il Gruppo di Eboli, hanno evidenziato irregolarità nelle procedure di assegnazione di due importanti progetti pubblici. Il primo riguarda l'intervento di adeguamento e ampliamento dell’impianto di illuminazione pubblica comunale, parte del primo lotto funzionale (CUP: H49J21012410004 — CIG: 9409921077). Il secondo appalto coinvolge la riqualificazione energetica dell'illuminazione stradale, con l'installazione di lampade a LED e un sistema di telegestione del flusso luminoso (CUP: H44H23000190008 — CIG: AOOD85BB9C).
Entrambi i progetti, gestiti dal Comune di Capaccio Paestum e affidati alla Dervit Spa, sono al centro delle accuse di manipolazione delle gare d'appalto per favorire le aziende coinvolte. Le prove raccolte durante l'indagine, condotta con l'ausilio di intercettazioni e documenti, avrebbero rivelato accordi illeciti tra i funzionari pubblici e le imprese.
Il caso getta ombre pesanti sulla gestione della cosa pubblica a Capaccio Paestum e rappresenta un duro colpo per l’immagine dell’amministrazione locale.
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