Da qualche giorno a questa parte è uscito nelle sale un film che sarà sicuramente dibattutissimo: "Megalopolis". Secondo il regista (Francis Ford Coppola, il quale ha anche deciso di autofinanziare le riprese) questo film è il culmine della sua produzione, in cui è riversato tutto il suo talento. Ma ora, come sempre, diamogli uno sguardo da più vicino.
La trama è una lettura de "La congiura di Catilina" (monografia storica redatta da Gaio Sallustio Crispo) riadattata in chiave moderna e locata in un setting particolarissimo. Si tratta, infatti, di New Rome, città situata negli states e capitale dell’omonimo impero che governa Stati Uniti d’America ed Europa. In questa città alloggia l’alta borghesia che vive in una ricostruzione moderna dell’estetica classica, con toghe, cavalli e filamenti d’oro ornamentali qui e là. Il protagonista, Cesar Catilina, è un brillante architetto e uomo di scienza, inventore di un nuovo materiale che si mostra come la panacea per i problemi dell’umanità, vincitore del premio Nobel. Il suo scopo è quello di creare, tramite il suo nuovo materiale chiamato megalon, una nuova Roma sopra New Rome, dove tutti - poveri e ricchi - possano vivere una vita da re. La storia segue il suo scontro politico con lui c’è il sindaco della città Franklyn Cicero, il quale ha intenzione di costruire nuovi spazi per i più ricchi invece che creare Megalopolis, e con parte della famiglia dei Crasso, che gestiscono la banca dove si trovano i risparmi di tutti i patrizi di New Rome e che appoggiano l’establishment conservatore di Cicero.
Megalopolis mette molta carne al fuoco e continua ad aggiungerne minuto dopo minuto senza moderarsi. È sicuro che la pellicola riesce a far entrare lo spettatore nelle logiche che dominano il mondo rappresentato, sia della parte aristocratica, sia di quella popolare. È però vero che lo scorrimento della trama risulta un po’ dispersivo, dato che, per trasmettere meglio il messaggio, Scorzese predispone tante scene enigmatiche, ermetiche o simboliche, tanto che qualcuno potrebbe affermare che abbia esagerato. Sembra infatti che, fra le tante scene volte a farti capire qualcosa al di là della trama, si perda la trama stessa, compiendo dei salti ingiustificati. Tuttavia, a controbilanciare queste scene forse un po’ stucchevoli, ciò che esula dalle sequenze prima incriminate, si mostra più accessibile e leggero, seppur non vuoto di significato. È sicuramente da apprezzare il lavoro magistrale di fusione fra la vita dei patrizi romani e quella dei multimiliardari odierni, che viene rappresentata con un mix che appare come plausibile agli occhi dello spettatore.
Il film, dal punto di vista tecnico, è insormontabile. I costumi sono pura arte e non è dibattibile come anche la qualità attoriale lo sia. Si può discutere, proprio volendo trovare il pelo nell’uovo, della CGI appartenente a piccole sezioni di pochi minuti di film, la quale è di qualità scarsa, isolate però dal resto del minutaggio che presentano un lavoro grafico eccellente. Anche le colonne sonore funzionano molto bene e accompagnano ciò che avviene su schermo alternando tracce dallo stile più classico e solenne con altre dallo stile moderno.
Di Megalopolis non si può ancora parlare. Sicuramente è un film d’autore, unico e particolare. È altrettanto vero, però, che forse è stato commesso qualche piccolo errore che non ci consente di affermare già ora che diventerà un capolavoro senza tempo. Forse il film è eccessivamente complesso, rendendo difficile assimilare ciò che il regista tentava di mostrare. In ogni caso, anche se non entrerà nell’olimpo dei classici, è innegabile la sua eccelsa qualità. Questo film è un’esperienza, sicuramente positiva ma a tratti oscura, che ha bisogno di tempo per essere giudicata adeguatamente.
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