di Massimiliano Catapano
Il prossimo processo ai sette cittadini indiani arrestati lo scorso 24 giugno dai Carabinieri della Compagnia di Battipaglia rappresenta uno snodo cruciale nella lotta contro le estorsioni e le violenze perpetrate ai danni di lavoratori stranieri. Secondo quanto emerso dall'inchiesta, i sette individui - tutti poco più che ventenni, tranne uno di 42 anni - sarebbero stati a capo di una banda che imponeva il pagamento di somme di denaro a connazionali in cambio di presunta protezione. La vittima principale di questa rete di intimidazioni è un imprenditore, titolare di un franchising di barbieri, che per due anni ha subito pressioni continue, ricevendo richieste estorsive da parte del gruppo. Nonostante la costante minaccia, l'uomo ha rifiutato di cedere, ma le aggressioni fisiche e psicologiche lo hanno costretto a cambiare radicalmente il proprio stile di vita.
Le minacce si sono estese anche ai suoi familiari in India, paventando vendette trasversali nel caso non avesse pagato la "protezione" richiesta. La banda, ufficialmente composta da braccianti agricoli, non ha risparmiato neppure amici e conoscenti della vittima, perseguitandoli con la stessa violenza e spietatezza. Secondo quanto ricostruito dagli inquirenti, il gruppo avrebbe rapinato e aggredito fisicamente altri connazionali con l’uso di spranghe di ferro, bastoni di legno e tirapugni d’acciaio, con episodi di violenza registrati principalmente a Battipaglia ed Eboli.
Dopo tre mesi di indagini, il giudice per le indagini preliminari Giovanni Rossi ha accolto la richiesta del pubblico ministero Bianca Rinaldi, disponendo il giudizio immediato per tutti e sette gli imputati. Il procedimento giudiziario rappresenta un'importante risposta dello Stato alle pratiche di intimidazione e violenza che, troppo spesso, colpiscono i lavoratori stranieri in condizioni di vulnerabilità. L'attenzione delle forze dell'ordine si è concentrata sull'emergenza di gruppi organizzati che, sotto il pretesto di proteggere i connazionali, instaurano invece un regime di paura e sottomissione. La vicenda ha scosso profondamente la comunità locale, evidenziando la necessità di garantire maggiore sicurezza e tutela per coloro che, seppur lontani dal loro paese d'origine, contribuiscono in modo significativo al tessuto economico della regione.
Altri articoli di questo autore:
Se vuoi essere tempestivamente aggiornato su quello che succede a Salerno e provincia, la pagina facebook di Salerno in Web pubblica minuto per minuto notizie fresche sulla tua home.