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Serie C: una panoramica sui Gironi B e C, così diversi ma tanto affascinanti

14/11/2024

Italia e calcio. Un connubio indissolubile che, nonostante il passare degli anni, si rafforza sempre di più. E cavalcando questa scia, dopo diversi anni di apparente distacco, sta tornando prepotentemente anche la passione per le categorie minori, come la Serie C e la Serie D. Nobili decadute, come Spal, Catania o Benevento; piccole realtà in forte crescita (Picerno, Torres) e piazze importanti che hanno sempre frequentato la categoria, come Rimini e Cavese. Queste ultime due, sono squadre che ho personalmente seguito e che mi hanno permesso di sviluppare un’analisi incentrata sulle differenze che presentano i due raggruppamenti di cui queste compagini fanno parte. I Gironi B e C rappresentano due mondi con filosofie calcistiche, ambienti agonistici e attitudini marcatamente distinti. Nonostante facciano parte dello stesso campionato, questi due gironi si differenziano per tre macrovariabili: lo stile di gioco, l’intensità dell'agonismo e, soprattutto, l'influenza del tifo.

Stile di gioco: Tecnica contro Fisicità

Come ho avuto modo di vedere più volte in campo storico come il Neri di Rimini, le squadre del Girone B adottano un calcio più tecnico e organizzato. Le partite sono spesso caratterizzate da un maggiore controllo del possesso palla, in cui a farla da padrona è la disciplina tattica, che viene pedissequamente seguita dai calciatori in campo. Esempio lampante, nella gara disputata fra Rimini e Torres: al 55’ l’espulsione di Fiorini ha costretto i romagnoli a giocare in 10 uomini, già sotto, tra l’altro, di un gol. L’organizzazione tattica ha permesso alla squadra allenata da mister Buscè di rimanere in partita e centrare addirittura la rete del pareggio, al 90’. L’approccio al gioco si basa, dunque, su schemi definiti e su una costruzione metodica dell’azione. Il caos non è ammesso, si cerca di arginare l’imprevisto in ogni modo possibile con delle soluzioni preorganizzate.

Al contrario, il Girone C è noto per l’approccio estremamente fisico e aggressivo delle sue squadre. Lo stile di gioco adottato si basa sull’intensità, su un pressing alto e forsennato, con le marcature molto decise e strette, quasi stile anni 80’-90’. Deriva da sè il fatto che le partite siano spesso teatro di colpi di scena, tra ruvidi contrasti e difese arcigne. Statisticamente, questo raggruppamento porta in dote un elevato numero di cartellini. Assistendo alle partite della Cavese, capita spesso di vedere l'arbitro sventolare gialli o rossi (spesso anche severi), che portano di conseguenza a capovolgimenti di risultati e situazioni di gioco.

Agonismo e Competizione

Quanto si differenzia il livello di competizione fra Girone B e Girone C? Sicuramente viene percepito in modo del tutto diverso.

La competizione è molto elevata in entrambi, ma anche stavolta esistono profonde differenze: nel Girone C, l'agonismo è quasi palpabile in ogni match, alimentata dalla forza delle tifoserie ben prima del fischio d’inizio. Contribuiscono a ciò le molteplici rivalità, in campo e fuori, tra le squadre, che infiammano gli incontri. Per cui, anche partite giocate fra squadre non al vertice assumono una rilevanza particolare e si trasformano in vere e proprie sfide d’orgoglio. L’atmosfera durante i derby disputati dalla Cavese, contro squadre del calibro di Benevento, Casertana, Avellino, in questo campionato, ha dato una spinta impressionante ai calciatori in campo, consapevoli del valore della partita per la piazza.

Il Girone B, pur essendo competitivo, mostra un clima leggermente più disteso Le squadre qui tendono a concentrarsi maggiormente sugli aspetti tecnici, non abbandonando i propri principi di gioco. Gli scontri diretti si giocano spesso in un’atmosfera meno tesa rispetto al C, nonostante le rivalità si avvertano chiaramente. Questo non riduce la qualità della competizione: i club del Girone B mirano a vincere ogni partita, ma con un approccio più orientato al gioco che all’agonismo.

L'Influenza del dodicesimo uomo: il peso del tifo

Arriviamo ora ad uno dei punti più attesi, ossia l’influenza del fattore “tifosi”. In molte piazze del Nord e del Sud, l’atmosfera sugli spalti è rovente e il supporto alla squadra è costante per tutti i 90 minuti.

In Rimini-Torres ho avuto modo di incrociare i tifosi riminesi, una buona presenza a livello numerico, nonostante la partita fosse di domenica mattina, e un buon ritmo sugli spalti. Nonostante lo svantaggio iniziale, lo zoccolo duro della tifoseria ha incitato la propria squadra senza particolari intervalli di tempo, fra un coro e l’altro, ma sostenendo i biancorossi anche nel momento più cruciale del match. Bella sorpresa anche per i sardi della Torres: ero a conoscenza dell’attaccamento alla maglia degli isolani per le proprie squadre, e gli ultras rossoblù non sono stati da meno. Il loro trionfale ingresso in curva, accompagnato da diverse bombe carta esplose, è arrivato una decina di minuti dopo il fischio d’inizio, ed è stata pura adrenalina per i romagnoli. Sfottò, offese malcelate, sostegno continuo, sicuramente un’atmosfera piacevole. Nel Girone B, il tifo è certamente sentito, ma in modo più moderato rispetto al C. Gli spalti possono diventare rumorosi, specialmente nei big match, ma in generale il clima resta meno ostile per le squadre ospiti. Questo fattore crea un ambiente meno pressante, che consente alle squadre di esprimere un gioco più fluido, anche in trasferta.

Il Girone C, invece, porta lo spettacolo dal campo alle curve: scenografie da capogiro, numeri impressionanti anche in piazze minori, un attaccamento viscerale alla maglia e allo stemma. La partita è un rito da seguire per ogni tifoso, soprattutto nelle rispettive curve di appartenenza, dove ciò che conta, di per sé, non è nemmeno l’incontro stesso: il focus deve essere incentrato sul sostegno assoluto, il risultato vien da sè. La tifoseria della Cavese, una delle più calde dell’intera Campania, è invidiata per la mentalità dei propri ultras. Il Simonetta Lamberti, ad ogni gara, è una bolgia incandescente e spesso ha condizionato anche le scelte dei calciatori stessi, che son giunti a Cava proprio per vivere l’atmosfera metelliana.

In conclusione, la bellezza del calcio italiano risiede proprio in tutti questi fattori, così diversi nei loro modi, ma così uguali nel donare al movimento calcistico una propria identità.

A cura di Manuel Senatore

 

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