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di Massimiliano Catapano

La Brera Holdings, fondo d’investimento americano quotato in borsa, ha scelto la Juve Stabia come porta d’ingresso nel calcio italiano. Il club stabiese di Serie B diventa così il fulcro di un progetto ambizioso, dopo che le trattative con altri club, tra cui Salernitana e Brescia, non hanno portato all’esito sperato. L’annuncio ufficiale della collaborazione è arrivato il 9 dicembre, durante una conferenza stampa tenutasi a Napoli, presso il Palazzo Partanna. L’accordo prevede che il fondo acquisisca inizialmente il 22% delle quote della Juve Stabia, con la possibilità di arrivare al controllo del 51% entro marzo 2024. Un piano che mira a trasformare il club gialloblù in un modello di crescita sostenibile e competitività, sia sul piano sportivo che economico.

Il mancato accordo con la Salernitana

Prima di approdare a Castellammare di Stabia, Brera Holdings aveva sondato il terreno con altri club. La trattativa più avanzata è stata quella con la Salernitana di Danilo Iervolino, avviata durante l’estate. Il fondo puntava a una partnership per portare risorse e competenze manageriali al club granata, ma le divergenze di vedute hanno interrotto le negoziazioni. Daniel McClory, presidente della Brera Holdings, ha chiarito i motivi del mancato accordo: "Il nostro obiettivo era costruire un progetto condiviso, ma Iervolino era interessato a vendere l’intera società e uscire di scena. Noi, invece, cercavamo un partner con cui lavorare fianco a fianco per sviluppare una visione comune". L’operazione avrebbe potuto rappresentare una svolta per la Salernitana, proiettandola verso una dimensione internazionale, ma la scelta di Iervolino è stata quella di mantenere il controllo totale del club. Una decisione che lascia spazio a riflessioni sul futuro del progetto granata, ma che conferma la determinazione del presidente nel difendere l’autonomia societaria.

La scelta della Juve Stabia

Dopo il naufragio delle trattative con la Salernitana e con il Brescia di Massimo Cellino, Brera Holdings ha trovato nella Juve Stabia il partner ideale. Andrea Langella, presidente del club campano, ha accolto con entusiasmo il nuovo accordo: "Abbiamo scelto Brera Holdings per la loro serietà e per la condivisione dei nostri valori. Questo passo rappresenta un’opportunità unica per crescere e affrontare le sfide della Serie B con maggiore forza". Langella ha ricordato il lavoro svolto negli ultimi anni per consolidare la società: "Quando ho preso in mano il club, la situazione era complicata. Siamo riusciti a rilanciare il brand, a coinvolgere cento sponsor e a rafforzare il rapporto con i tifosi. Questo accordo è il frutto di quel percorso". Anche McClory ha sottolineato i motivi che hanno reso la Juve Stabia una scelta strategica: "Abbiamo trovato un club con una gestione solida, un settore giovanile ben strutturato e una visione chiara per il futuro. La Juve Stabia è il progetto perfetto per iniziare il nostro cammino nel calcio italiano".

Un progetto internazionale

L’obiettivo di Brera Holdings non si limita al miglioramento delle prestazioni sportive. Il fondo punta a trasformare la Juve Stabia in un marchio riconosciuto a livello internazionale, lavorando su tutti gli aspetti gestionali, dal marketing allo sviluppo delle infrastrutture. "Vogliamo costruire qualcosa di unico, che rappresenti un esempio di innovazione e sostenibilità", ha spiegato McClory. Il debutto del nuovo corso non potrebbe essere più simbolico: la Juve Stabia affronterà proprio la Salernitana nel suo primo impegno ufficiale con Brera Holdings come partner. Un incrocio che aggiunge ulteriore significato a questa nuova fase del calcio territoriale, tra ambizioni divergenti e strategie opposte. Resta da vedere se la scelta di Iervolino si rivelerà vincente per la Salernitana o se l’occasione mancata con Brera Holdings rappresenterà un rimpianto. Nel frattempo, a Castellammare si sogna un futuro brillante, alimentato da nuove risorse e da una visione condivisa.