di Massimiliano Catapano
La Sezione Giurisdizionale della Corte dei Conti della Campania ha condannato il governatore Vincenzo De Luca a risarcire 609mila euro alla Regione Campania per danno erariale. Al centro della vicenda c'è la produzione delle smart card regionali anti-Covid, giudicate dai magistrati contabili come un inutile duplicato del green pass nazionale. L'inchiesta, condotta dalla Guardia di Finanza di Napoli sotto la supervisione dei pubblici ministeri contabili Davide Vitale e Mauro Senatore, ha accertato che la decisione di realizzare queste tessere ha comportato un danno economico diretto alle casse regionali. Secondo i giudici, la condotta del governatore è stata caratterizzata da dolo, elemento che ha reso inevitabile la condanna al risarcimento.
Una scelta costosa e superflua
Le smart card, pensate per semplificare l'accesso ai servizi regionali legati all’emergenza sanitaria, si sono rivelate un progetto ridondante e privo di reale utilità pratica. Il green pass nazionale, già adottato su scala più ampia, rendeva superfluo l’investimento nella versione regionale. La Corte ha quindi evidenziato come la spesa sia risultata ingiustificata e priva di un’adeguata valutazione costi-benefici.
Proscioglimenti grazie allo scudo erariale
Nel corso dell’indagine, erano finiti sotto la lente d’ingrandimento anche altri funzionari regionali, tra cui Italo Giulivo, Massimo Bisogno, Ugo Trama, Antonio Postiglione e Roberta Santaniello. Tuttavia, le accuse nei loro confronti sono state archiviate. Pur riconoscendo una colpa grave, i giudici hanno stabilito che le loro condotte rientravano sotto la protezione dello scudo erariale.
La sentenza e le implicazioni politiche
La condanna di De Luca rappresenta un duro colpo non solo sotto il profilo economico, ma anche sotto quello politico e amministrativo. La gestione delle risorse pubbliche durante l’emergenza Covid-19, un periodo già di per sé complesso, torna sotto i riflettori con toni aspri e con il peso di una sentenza che difficilmente passerà inosservata.
Quali saranno i prossimi passi?
Non è escluso che il governatore possa ricorrere in appello contro la decisione della Corte dei Conti. Intanto, questa vicenda lascia dietro di sé uno strascico di polemiche e un monito chiaro: la gestione delle risorse pubbliche, soprattutto in momenti di crisi, richiede non solo tempestività, ma anche trasparenza e rigore.
Il caso delle smart card anti-Covid diventa così non solo una questione contabile, ma anche un simbolo di come le scelte amministrative possano avere conseguenze durature, sia per chi le prende sia per chi ne subisce gli effetti.
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