di Massimiliano Catapano
La notte dello stadio "Arechi" si è spenta su uno 0-0 che non porta ossigeno né speranza. Salernitana e Brescia (foto Corriere di Brescia) hanno diviso la posta in palio, ma ciò che resta è un senso di vuoto, di impotenza e, soprattutto, di rassegnazione. La squadra granata, chiamata a lottare per la sopravvivenza in Serie B, ha mostrato un volto preoccupante: molle, spaesato, senza quella ferocia agonistica che dovrebbe essere il pane quotidiano di chi combatte per la salvezza.
Un’apatia che grida vendetta
Non basta correre, non basta provare a costruire gioco se tutto viene fatto senza la giusta cattiveria. La Salernitana è sembrata un gruppo di giocatori che si muovevano a ritmi lenti, senza la minima consapevolezza di trovarsi sull’orlo di un precipizio. Ogni pallone dovrebbe essere affrontato come una battaglia, ogni contrasto vinto con rabbia, eppure ciò che si è visto è stata una squadra spenta, incapace di imporre il proprio carattere contro un Brescia altrettanto fragile. Stefano Colantuono dovrà fare un lavoro immane per invertire questa rotta pericolosa. Il tecnico dovrà trasmettere alla squadra l’urgenza di chi non ha più tempo, la fame di chi sa che ogni gara è una finale. Perchè, altrimenti, il fondo è davvero vicino.
La Serie C non è un incubo, è uno spettro concreto
A questo ritmo, la retrocessione in Serie C non è più un rischio remoto, ma una concreta realtà che si avvicina partita dopo partita. Un fallimento sportivo che per la città di Salerno rappresenterebbe una ferita profonda, uno smacco difficile da cancellare. Ma soprattutto, sarebbe un disastro economico per la società granata, che si ritroverebbe a gestire un buco finanziario difficile da colmare. Eppure, sembra che solo i tifosi siano davvero consapevoli della gravità della situazione. Il loro sostegno è incessante, la loro voce non si è mai spenta, ma sugli spalti si percepisce la frustrazione di chi sta assistendo a un lento naufragio.
Errori di gestione e responsabilità chiare
Nessuno può tirarsi fuori da questo fallimento. La responsabilità non ricade solo sui giocatori, spesso troppo molli nei momenti decisivi, ma anche sul direttore sportivo Petrachi. È ora di smetterla di nascondersi dietro l'alibi del budget ridotto. Realtà come la Juve Stabia hanno dimostrato che con meno risorse si può costruire una squadra con anima, cuore e carattere. Serve lucidità nelle scelte di mercato, serve coraggio nelle decisioni strategiche. Ma soprattutto, serve che ognuno si assuma le proprie responsabilità, senza ulteriori scuse. La Serie B è un patrimonio che non può essere dilapidato così, tra errori di gestione e prestazioni indecorose.
Il futuro della Salernitana: una scelta obbligata
Infine, una riflessione inevitabile va fatta anche sulla proprietà. Il presidente Iervolino deve interrogarsi sul suo ruolo e sulle sue reali intenzioni. Se non c’è più la volontà di investire e di costruire qualcosa di solido, forse è arrivato il momento di cedere il passo a qualcuno che abbia la passione e la visione giusta per riportare la Salernitana dove merita. Questo 0-0 contro il Brescia non è solo un pareggio sterile. È un simbolo di una squadra che sembra aver smarrito sè stessa, che cammina a testa bassa verso un destino che non può e non deve essere accettato. Salerno merita di più. I tifosi meritano di più. E soprattutto, la maglia granata merita rispetto. Ora è il momento di svegliarsi, perchè l’ultimo treno per la salvezza sta per partire. E stavolta, non ci sarà un'altra occasione.
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