Ha da poco debuttato l’annuale cinepanettone di Natale di Christian De Sica, indiscusso re del genere. Quest’anno c’è però un cambio radicale di regia (e non solo), ufficializzando il divorzio con Boldi in favore di una nuova guest star: Lillo.
Cortina express è un film che parla di due squattrinati, entrambi in procinto di essere rovinati economicamente da eventi legati ad un matrimonio. Il primo, Lucio De Roberti (De Sica), è lo zio abbastanza indebitato dello spasimante, il quale è ricco ereditiero del nonno. Il secondo, Dino Doni (Lillo), è un cantante e discografico fallito, fortemente indebitato, che deve firmare un contratto per acquisire la casa discografica della famiglia della spasimante, non sapendo che così gli verranno attribuiti ancora più debiti, e porta con sé la figlia per convincerla a venire a vivere con lui. Tutto lo svolgimento delle vicende si articola intorno a (s)fortuite contingenze che fanno trovare insieme i personaggi, talvolta anche senza un vero e proprio senso, e si sviluppa tramite un insieme di guai commessi da uno e risolti dall’altro. L’insieme di catastrofi e coincidenze tipico dei cinepanettoni è portato qui allo stremo, ma, quando ciò è fatto in virtù di due protagonisti che sanno gestire l’attenzione in questo modo, forse non è un difetto così colossale, nonostante comunque faccia un po’ esasperare chi è abituato a film un po’ più elaborati. Difetto esasperato nella prima metà del film che non è altro che una catena ripetuta di incontri e scontri che se il pubblico non sapesse che a farli sono i protagonisti, apparirebbero come eccessivamente sconclusionati. La seconda metà prende invece il volo, sfoggiando una qualità invidiabile a molte pellicole alternative.
C’è da dire che i personaggi sono adeguatamente caratterizzati. I protagonisti, in particolare, sembrano cuciti addosso agli attori. Ben costruiti sono anche i personaggi primari come Alexei Smirnoff (il mafioso russo) o Aristide (il padre della spasimante), che, nel loro essere estremamente particolareggiati, mantengono un velo comico. Meno a livello sono i personaggi secondari, Giorgia (la figlia di Dino) e i due sposini (Andrea e Guendalina), i quali sono tutti eccessivamente volubili nonostante la loro piattezza. Caricatura interessante invece il personaggio di Osso Sakro, trapper che raffigura lo stereotipo di cantante giovanile che molti utenti target di questo film hanno.
Essendo un cinepanettone, la parte importante di questo film è la comicità. Sicuramente a chi piace il genere piacerà anche il tipo di comicità che permea la pellicola. Nonostante ciò, questa non è esenti da momenti di comicità più seria e meno grottesca, mostrando non pochi minuti che effettivamente fanno ridere in maniera intelligente. L’attenzione perennemente rivolta ai protagonisti ripaga in parte ciò che è precedentemente esposto come difetto, tramite proprio l’utilizzo di una varietà comica che non stanca.
Cinepanettone? Sì, nel bene e nel male, ma almeno un cinepanettone di buona fattura. Peccato per la prima metà del film, eccessivamente lunga e lenta, che avrebbe potuto dare più spazio a storia e gag aggiuntive. Per chi cerca un film leggero per staccare un po’, senza una trama elaborata o un messaggio particolare, sicuramente potrà essere una buona scelta.
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