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di Massimiliano Catapano

Un altro pomeriggio di disagi per Salerno, con il Viadotto Gatto ancora una volta al centro di una paralisi totale della circolazione. La lunga coda di Tir diretti al Porto Commerciale ha bloccato completamente il traffico, generando un effetto domino che ha coinvolto alcune delle principali arterie cittadine. Via Ligea è rimasta congestionata per ore, mentre i disagi si sono estesi fino a via Benedetto Croce e alla direttrice che collega Vietri sul Mare al capoluogo. La situazione si è aggravata anche in altre zone nevralgiche della città. Rallentamenti significativi sono stati registrati in via Fra Generoso, nei pressi degli ex caselli autostradali, e nel rione Carmine. Decine di automobilisti, bloccati senza alternative praticabili, hanno manifestato il loro malcontento, richiedendo interventi immediati per una gestione più efficace del traffico pesante.

Secondo le prime informazioni, il caos odierno è una conseguenza diretta dell'accumulo di merci al porto, fermo nei giorni scorsi a causa del maltempo. Le operazioni riprese ieri hanno comportato un incremento improvviso del flusso di Tir, creando gravi criticità per l’intero sistema viario cittadino. Per pendolari, studenti e lavoratori, il pomeriggio si è trasformato in una lunga attesa, tra code chilometriche e percorsi alternativi inesistenti. L’assessore alla Mobilità del Comune di Salerno, Rocco Galdi, è stato chiamato a intervenire su una problematica che da anni rappresenta una vera e propria emergenza per la città.

La necessità di una strategia di gestione più efficace per il traffico legato al Porto Commerciale è ormai indifferibile. La mancanza di soluzioni strutturali non solo penalizza i residenti e i visitatori, ma compromette l’immagine stessa della città. Questo ennesimo episodio sottolinea ancora una volta l’urgenza di rivedere l’organizzazione del traffico pesante, migliorando la logistica portuale e alleggerendo la pressione sulle arterie cittadine. La paralisi odierna rappresenta l’ennesimo segnale d’allarme per le istituzioni, che non possono più ignorare il grido di esasperazione della cittadinanza.